Alessandra Coppola, Corriere della Sera 24/1/2006, 24 gennaio 2006
I Pinochet agli arresti domiciliari per qualche giorno (probabilmente fino al 25 gennaio 2006) nella casa di calle Los Flamenocs, quartiere della Dehesa, Santiago
I Pinochet agli arresti domiciliari per qualche giorno (probabilmente fino al 25 gennaio 2006) nella casa di calle Los Flamenocs, quartiere della Dehesa, Santiago. Accusa: evasione fiscale. Sono anche rinviati a giudizio la segretaria di Pinochet (Monica Ananias), un suo collaboratore (Oscar Aitken), e la moglie di Marco Antonio (Maria Soledad Olave). Ad Augusto jr è stato contestato solo l’uso di un passaporto falso. Il totale dell’evasione fiscale contestata è pari a 3,3 milioni di dollari per la coppia dei vecchi Pinochet, di pocon superiore al milione di dollari per i figli e di 3,7 milioni di dollari per la segretaria. In Cile per i reati contro il fisco è previsto anche il carcere. La più indebitata è la vecchia Lucia (850 mila dollari), segue il figlio Marco Antonio (241 mila). Fino al 1990 (cioè durante il periodo in cui è rimasto al potere), il vecchio generale Pinochet ha costruito un imperon finanziario basato su una cinquantina di società e 125 conti esteri segreti su cui risultano depositati cento milioni di dollari. A scoprire la rete sono stati gli americani: una commissione del Senato Usa ha collegato a Pinochet certi conti della Riggs Bank. I membri della famiglia si odiano tra di loro e il fatto che la legge li costringa a vivere insieme - sia pure in una casa enorme circondata da un parco di tre ettari - fa scrivere ai giornali ogni sorta di cattiverie. Membri della famiglia: il vecchio Augusto (90 anni), sua moglie Maria Lucia Hiriart (83), la primogenita Lucia (61) e poi in ordine: Augusto jr. (59), Veronica (57), Marco Antonio (47), Jacqueline (45). soprattutto Marco Antonio, che sarebbe il cervello dell’organizzazione, ad avercela con la sorella Jacqueline, che nel 2003 fece venire a casa una giornalista di Miami e costei, intervistando il generale, mostrò a tutto il mondo che non è affatto demente come la famiglia vuole far credere.