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 2006  gennaio 25 Mercoledì calendario

Una ha cominciato a recitare appena dodicenne «facevo la paziente, bendata come una mummia, in una puntata di Amico mio», l’altra a sedici è entrata nel cast di Un posto al sole, dove è rimasta per otto stagioni

Una ha cominciato a recitare appena dodicenne «facevo la paziente, bendata come una mummia, in una puntata di Amico mio», l’altra a sedici è entrata nel cast di Un posto al sole, dove è rimasta per otto stagioni. Hanno solo 25 anni le protagoniste femminili di Orgoglio 3 (su Raiuno a partire da domenica 29 gennaio in prima serata), ma in comune Cristiana Capotondi e Claudia Ruffo hanno tanta esperienza. E non solo. Il set ha riservato loro due ruoli in contrasto - visto che Celeste Dubois (la Ruffo) sarà protagonista di una tormentata storia d’amore con Pietro Pironi (Daniele Pecci) padre per fiction di Aurora Obrofari/Cristiana Capotondi - eppure nei quattro mesi di girato queste due ragazze hanno scoperto tanti di quei punti di contatto da diventare amiche per la pelle. «Sono stata adottata dalla famiglia Capotondi: padre, madre, Chiara - la sorella maggiore - e Cristiana» dice Claudia. Ma anche la Capotondi, quando va a Napoli, è ospite dei Ruffo. Un’amicizia (la loro davvero strettissima) nata in meno di un anno e che è ”allargata” anche ad altri membri del cast, come ci confessa Cristiana «L’amicizia nasce perché passi tutti i giorni insieme e alla fine si diventa come una vera famiglia. Per noi due, Daniele Pecci e Marco Vivio è stato proprio così. C’è sintonia anche sul lavoro e sul set ci divertiamo da matti. Poi si va a cena e non solo. Quest’estate ci siamo presi un paio di giorni per andare a Sabaudia al mare insieme. Ma soprattutto siamo presenti nella vita d’ognuno. Quando mi sono laureata, lo scorso luglio c’erano anche Daniele e Claudia». In cosa ti sei laureata? «In Scienze della Comunicazione con una tesi intitolata ”Il cinema italiano racconta il fascismo”. Ho preso 110 e lode». So che hai appena girato un film francese. «Già, in Italia uscirà con il titolo Clandestini. E’ stata davvero una bella esperienza ed è stato stimolante poter recitare in una lingua che non avevo mai studiato». Lavorare all’estero è una tua ambizione? «Il percorso della Francia, così come l’Inghilterra e la Spagna, è piuttosto ambito. Da tutti. Ma, da italiana, mi piacerebbe che fossero gli interpreti stranieri ad ambire a lavorare da noi». Come hai iniziato? «Per caso, a dodici anni, ma in realtà mi è sempre piaciuto. Con le mie compagne delle medie organizzavamo recite teatrali a casa, piuttosto che sfilate in cui indossavamo le tovaglie rubate delle nonne». Mai sentito pressioni? «No. L’ho sempre visto come un hobby. Pensa che non sentivo nemmeno il bisogno di andare in vacanza: preferivo stare sul set». Un hobby che in tredici anni t’ha fatto lavorare con grandi attori. Spendi un aggettivo per loro, Massimo Dapporto. «Intenso». Gigi Proietti. «Camaleontico e istrionico». Lino Banfi. «Emotivissimo». Stefano Accorsi. «Grintoso». Giorgio Pasotti. «Tutto. Mi piace tanto». Massimo Boldi. «Come un papà». Giovanna Mezzogiorno. «La mia preferita. Una donna e un’attrice straordinaria. E un’amica» Pierfrancesco Favino. «Straordinario. è l’uomo dei miei sogni. Ma tra tutti questi devo dedicare un grazie particolare a Neri Parenti, un mio punto di riferimento». Progetti dopo Orgoglio 3? «Ho finito di girare da poco Joe Petrosino con Beppe Fiorello. E il 17 febbraio uscirà un film di film intitolato Notte prima degli esami con Giorgio Faletti».