ONDA TV n.5 dal 28 Gennaio al 3 Febbraio 2006, 25 gennaio 2006
E’ l’astro nascente della comicità italiana. Ubaldo Pantani, 34 anni, di professione imitatore, inventa spassose parodie dei vari personaggi che a vario titolo attraversano il mondo della notorietà
E’ l’astro nascente della comicità italiana. Ubaldo Pantani, 34 anni, di professione imitatore, inventa spassose parodie dei vari personaggi che a vario titolo attraversano il mondo della notorietà. Tra le sue ”vittime” ci sono i calciatori Alessandro Nesta e Gianluigi Buffon, l’astrologo Paolo Fox e Lapo Elkann. Ma anche personaggi di fantasia come il televenditore ”Pippea”, lo studente fuorisede Tonino e il tronista Dovizio. Per il secondo anno consecutivo è una colonna portante di Mai dire grande fratello & figli, il programma della Gialappa’s band al via lunedì, insieme al Mago Forest e a Caterina Guzzanti: lo scorsa stagione ha assunto le sembianze di molti degli inquilini della casa più spiata d’Italia, tra cui quelle dell’eccentrico vincitore Jonathan Kashanian. Adesso ancora non sa esattamente nei panni di quale ragazzo del Grande fratello dovrà infilarsi, dal momento che il programma condotto da Alessia Marcuzzi è appena iniziato: «è presto per dire chi imiterò, visto che c’è stata solo una puntata. Con buona probabilità potrei fare Fabiano e Lucio. Ma ripeto, dobbiamo aspettare ancora». In che cosa consiste precisamente il tuo lavoro? «Smonto e ricostruisco personaggi, cercando di dargli un’anima. Da ogni persona cerco di tirar fuori delle caratteristiche, a cui aggiungo quelle che a mio avviso possono dare spunti comici». Come sei arrivato in tv? «Con Gianni Boncompagni. Al provino mi chiese cosa ne pensavo del cabaret norvegese. E risposi assumendo le sembianze di un surreale profeta di un’avanguardia comica. Un personaggio poco televisivo, che poi ho rifatto anni dopo a Convescion. Così nel 1997 sono arrivato a Macao. Lì ho lavorato con Paola Cortellesi, Enrico Brignano, Lucia Ocone, Dado». Come nascono le tue imitazioni? «Cerco di scegliere personaggi che non sono mai stati fatti da altri comici, magari poco noti al pubblico. E devono avere una fisionomia simile alla mia». Ce n’è uno a cui ti senti più legato? «Mi diverto con Shatto. Non è una vera e propria imitazione, ma una parodia dei ”videomessagieri” di The club». Come è il rapporto con la Gialappa’s? «Lavorare con loro è la realizzazione del mio sogno professionale. Sono la Juve della comicità». A proposito di Juve, vuoi spendere una parola a favore del tuo Lapo Elkann? «La sua parodia è ferma e riprenderà solo quando lui farà una nuova uscita pubblica. Contro di lui c’è stato un gioco al massacro. Gli consiglio di fare come Totti: deve raccogliere in un libro tutte le battute che sono uscite su di lui e devolvere il ricavato in beneficenza». Prossime vittime? «Sto studiando Massimo Giletti e Urbano Cairo. Ma anche Antonio Cassano. L’ho visto nella conferenza stampa quando è arrivato a Madrid: si esprime come un argentino che si sforza di parlare italiano. Mi piacerebbe mettere in risalto questo aspetto».