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 2006  gennaio 22 Domenica calendario

Notturno dall’Italia. Il Sole 24 Ore 22 gennaio 2006. Venerdì sera a Matrix il confronto fra Berlusconi e Rutelli, con Mentana imparziale regista, è stato bello e stimolante

Notturno dall’Italia. Il Sole 24 Ore 22 gennaio 2006. Venerdì sera a Matrix il confronto fra Berlusconi e Rutelli, con Mentana imparziale regista, è stato bello e stimolante. Peccato si sia svolto a ora tarda (come a Porta a Porta fra il premier e Bertinotti). I cittadini nottambuli sono più fortunati di quelli che vanno a letto prima. Anche questo è il segno che non viviamo in un Paese normale. In altre democrazie i confronti fra candidati non sono un’eccezione, i dibattiti sono concentrati sui problemi reali del Paese e senza reciproche delegittimazioni, i duelli televisivi vanno in onda a ore civili. D’accordo, Matrix è stato replicato ieri, ma dopo un’altra giornata di polemiche su tempi e regole dell’informazione politica. Nel corso della trasmissione è stata citata l’inchiesta sul "contratto con gli italiani" svolta in sei puntate dal Sole-24 Ore. L’hanno ricordata, a sproposito, entrambi i contendenti. Rutelli per dire che il Governo in economia ha del tutto fallito. Berlusconi per respingere l’inchiesta che conterrebbe, a suo giudizio, dati non veritieri. Eppure l’indagine è stata condotta con il contributo di fonti ministeriali ufficiali e ha ospitato i pareri di esperti di entrambi gli schieramenti. Peccato. Anche i numeri in Italia hanno due letture e la matematica un tasso di elasticità affatto particolare. Ed è amaro constatare che una posizione terza, oggettiva, che ha l’unico scopo di proporre fatti e dati al pubblico affinché maturi un’opinione, non abbia cittadinanza. Tutto dev’essere per forza strumentale, infido, falso. Ma, di questo passo, si avvelena ancora di più una campagna elettorale già di per sé irritante e fastidiosa per toni e argomenti. Un periodo preelettorale condizionato peraltro (e non poteva essere altrimenti visto quello che sta venendo alla luce) dagli scandali finanziari e dall’affare Unipol, denunciati da questo giornale fin dalla scorsa primavera. Sbaglia la sinistra, di fronte alle domande imbarazzanti sui legami fra Ds e mondo delle cooperative a considerare la stampa al servizio di chissà quale disegno di potere; sbaglia il premier quando divide (nelle sue rare apparizioni televisive) il Paese fra amici e nemici. Oppure quando è refrattario alle domande o rifiuta l’idea che quel "contratto" del 2001 possa essere misurato con equilibrio, indipendenza e oggettività. Il "contratto con gli italiani", dunque. Vogliamo brevemente ripercorrere l’inchiesta del Sole-24 Ore? Nella prima puntata dedicata al Fisco, scritta da Dino Pesole e pubblicata il 22 dicembre, si ricordavano, tra i provvedimenti principali, i due moduli di riforma nel 2003 e nel 2005, la no tax area fino a 7mila 500 euro per i dipendenti, l’abolizione della tassa sulle successioni e donazioni, la riduzione dell’Irpeg al 33%. La pressione fiscale, che il Governo avrebbe voluto diminuire di un punto all’anno, è scesa solo dal 42,2% del 2001 al 41,2 del 2005 e la riduzione delle aliquote a due (23 e 33%) è rimasta sulla carta. Nella parte del "contratto" relativa alla sicurezza (Marco Ludovico, 27 dicembre) le medie pluriennali sui reati sono tutte positive, ma nel 2004 i delitti denunciati sono stati 2.417.716, in crescita rispetto al 2001. Il progetto "poliziotto di quartiere", con le unità aggiunte questo mese, vede salire a 3.701 le forze impegnate. Sul tema "sicurezza percepita" le opinioni sono discordanti, com’è ovvio. Ma nessuno nega che nella lotta a Br e terroristi islamici siano stati raggiunti risultati importanti e in qualche caso straordinari. Il terzo punto del "contratto" si occupava di pensioni minime (Marco Rogari, 4 gennaio). L’innalzamento degli assegni più bassi a un milione di lire (516 euro) avrebbe dovuto riguardare 2,2 milioni di soggetti. Ne hanno beneficiato più di 1,8 milioni. Secondo l’opposizione ne avrebbero avuto diritto, tra percettori di pensioni al minimo, sociali e trattamenti bassi, tra cinque e sei milioni di anziani. Per la nuova previdenza tutto rimandato al 2008, come per le norme su quella integrativa e sull’uso del Tfr. Nel 2005 sono state accolte 26mila richieste per il cosiddetto superbonus su 36mila presentate. In tema di lavoro la promessa era duplice: creazione di un milione e mezzo di posti di lavoro e dimezzamento del tasso di disoccupazione. L’inchiesta di Lina Palmerini (8 gennaio 2006) parla di una stima del Welfare di circa due milioni di posti creati, ma il saldo effettivo del numero degli occupati è stato nel terzo trimestre del 2005 di un milione e 74mila rispetto al secondo trimestre 2001. Contano i 650mila extracomunitari regolarizzati ma anche un certo "effetto rinuncia", specialmente al Sud. Il tasso di disoccupazione era al 9,2% nel 2001 ed è oggi al 7,1. Non si è dimezzato ma è ai minimi storici. Merito della legge Biagi, entrata in vigore nel 2003, ma anche della Treu varata in precedenza. Più delicato il capitolo infrastrutture. Giorgio Santilli (6 gennaio) riferisce di 72 miliardi di lavori approvati dal Cipe e 51,2 miliardi di opere appaltate. Il traguardo era fissato nell’apertura di cantieri per il 40% degli investimenti previsti dal Piano decennale delle grandi opere. Se si considera un valore parzialmente aggiornato del Piano a 173 miliardi, la percentuale di cantieri aperti dovrebbe essere del 21,4%. Se a giugno si arrivasse a 44 miliardi di opere cominciate si attesterebbe al 25,4%. Il Governo ritiene di aver centrato l’obiettivo perché considera "cantierati" alcuni lavori avviati solo sulla carta. Questa la situazione attuale del "contratto con gli italiani". In una pagina di sintesi, curata da Nicoletta Picchio (15 gennaio) con pareri di esperti di diverse tendenze (reperibile insieme alle altre su www.ilsole24ore.com), si riassumono successi o obiettivi mancati. Si può essere d’accordo o no, ma liquidare come non veri, come ha fatto il premier in tv, i risultati sfavorevoli dell’inchiesta mette in ombra anche i traguardi raggiunti, che come si vede non sono pochi. La maggioranza guarderà il bicchiere mezzo pieno, l’opposizione quello mezzo vuoto. L’azione di un Governo, durato un’intera legislatura, si giudica dall’insieme del programma e dell’azione amministrativa. Su molti altri temi, un esempio su tutti la competitività della nostra economia, ci sarebbe molto da dire. Ma qui si parla del solo contratto. Bisogna riconoscerlo: fu un’eccellente idea, una scelta di comunicazione coraggiosa ed efficace. Ma se poi alla fine non si accetta che sia misurabile allora non era un contratto. Ferruccio De Bortoli