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 2006  gennaio 23 Lunedì calendario

Badr Boutanil, di anni 29, detto Samir, marocchino, imbianchino, e Wioleta Branska, di anni 36, polacca, buttati giù dal letto, spinti a calci e sberle in mezzo alla strada, quindi massacrati a bastonate, prima lei con un paio di colpi soli, poi lui, pestato molto più a lungo anche con un martello, trovati infine alle sette della mattina dopo sommersi dalle immondizie

Badr Boutanil, di anni 29, detto Samir, marocchino, imbianchino, e Wioleta Branska, di anni 36, polacca, buttati giù dal letto, spinti a calci e sberle in mezzo alla strada, quindi massacrati a bastonate, prima lei con un paio di colpi soli, poi lui, pestato molto più a lungo anche con un martello, trovati infine alle sette della mattina dopo sommersi dalle immondizie. I carabinieri cercano un ex amante di lei, forse fuggito su una Punto rossa. I vicini: "Wioleta era incinta. Beveva birra, anche sei o sette lattine di prima mattina". I cronisti impressionati dal luogo del delitto rifiuti, cibi avariati, cacche umane, muffa, rifiuti da droga. "Odore forte, nauseabondo, che si perde tra le palazzine, i corridoi bui, gli anfratti... cinque edifici di cemento armato anneriti dal fumo degli incendi dolosi, separati da bassi muretti costruiti con mattoncini arancioni dietro i quali si può nascondere di tutto. Carcasse di auto rubate, animali morti, immondizia". "L’appartamento dei morti ammazzati si trova in un corridoio affollato di giorno e di notte. Al Residence Roma regna il terrore. Tre omicidi in meno di un anno non si possono dimenticare. Come i pestaggi, le aggressioni a sfondo sessuale, le storie di droga finite male. Qui la gente muore e continua a morire sullo sfondo di una distesa di rifiuti e di alberi rinsecchiti dove topi da 15 chili si arrampicano per mangiare i resti avariati di scatolette lanciate dalle finestre delle case. "Alle quattro del pomeriggio richiamo i miei figli - dice una giovane donna - è a quell’ora che i sorci escono per andare a caccia" (Rinaldo Frignani, CdS) "Via di Bravetta 412... un ingresso con un altisonante "Roma Residence" scritto in alto su una targa a forma di mezzaluna è quel che resta del progetto originario di queste palazzine costruite molti anni fa dall’imprenditore Mezzaroma e poi degradate fino a diventare "Fort Apache", oppure "il lager", centinaia di monolocali abitati da migliaia di persone, immigrati e italiani tutti senza un tetto migliore sotto cui vivere. Bambini e anziani, polacchi e senegalesi, calabresi e romani in edifici di sette piani, con gli ascensori fermi, i topi nei corridoi, rifiuti ovunque, energia elettrica a intervalli, riscaldamenti di fortuna" (Flavia Amabile, La Stampa). Uccisi intorno alla mezzanotte di sabato 22 gennaio. L’autopsia ha escluso che lei fosse incinta. Sul Residence Roma, articolo di Elena Stancanelli sulla cronaca di Roma di Repubblica del 24/1/2006.