ONDA TV n.4 dal 21 al 27 Gennaio 2006, 23 gennaio 2006
Una volta era un farmacista. Ora è un comico affermato e un popolare attore di fiction di cui è impossibile ricordare tutti i personaggi interpretati
Una volta era un farmacista. Ora è un comico affermato e un popolare attore di fiction di cui è impossibile ricordare tutti i personaggi interpretati. Marco Marzocca è noto al gran pubblico come l’agente Ugo Lombardi, tra i protagonisti della fortunata serie Distretto di polizia, ma la sua carriera è iniziata «per caso» nel 1994 con Tunnel, il programma satirico di Raitre, dove vestiva i panni di Mikelino accanto ad Emilio Fede-Corrado Guzzanti. In tutti questi anni è passato dalla televisione al teatro, fino alla radio. E sta progettando di portare a termine un film di cui ha scritto la sceneggiatura. Per il momento lo possiamo vedere nella nuova edizione di Zelig, dal 27 gennaio su Canale 5, nei panni di Ariel il cameriere filippino. Come nasce il personaggio di Ariel il cameriere filippino? «Come tutti gli altri, dall’osservazione della realtà che ci circonda. Con Ariel intendo anche denunciare, in modo simpatico, la condizione di queste persone, spesso indifese, che vivono in una realtà completamente diversa dalla loro». Come sei diventato un comico? «Per caso. Ho letto su ”Repubblica” che Corrado Guzzanti e Serena Dandini cercavano materiale per la loro trasmissione. Allora ho spedito una cassetta che avevo fatto una domenica con i mei amici, dove imitavo un vecchio professore del liceo. A loro è piaciuta e abbiamo iniziato a lavorare insieme». Come sei diventato un attore di fiction? «Sempre per caso. Nel ’99 Corrado Guzzanti stava lavorando a un film che poi non ha più fatto. In quei giorni il produttore Pietro Valsecchi mi parlò di una nuova serie televisiva sui poliziotti di un distretto della periferia romana. Ho fatto il provino in napoletano per la parte di Ingargiola, ma due giorni prima dell’inizio delle riprese ho saputo che avrei interpretato Ugo Lombardi. Ci sono rimasto molto male, perché la parte inzialmente era più piccola, era un personaggio di servizio. Ma poi con il tempo ha conquistato sempre più spazio». Preferisci essere un comico o un attore di fiction? «Sono due lavori molto utili uno all’altro. Facendo la fiction impari a moderare le esagerazioni proprie della satira e ad interpretare meglio i personaggi, mentre l’esperienza del comico ti serve per improvvisare sul set». Ti piace più il teatro o la televisione? «La televisione serve per farti conoscere al grande pubblico, ma preferisco il teatro». C’è un personaggio a cui sei più legato? «Sì, al notaio. è il fondatore di un partito dove solo lui milita e che pretende di modificare la Costituzione. è un tipo pignolo e molto romantico: scrive poesie alle donne (di cui tra poco uscirà la raccolta, Amori impossibboli, edizioni Caratelli), decanta le bellezze della natura e rimpiange i tempi della sua giovinezza. è nato in tv con il Pippo Kennedy show, ma è tra i protagonisti del mio spettacolo teatrale ”... Ma è possibbole?”».