La Stampa 08/01/2006, pag.2 Guido Ceronetti, 8 gennaio 2006
Altrove. La Stampa 8 gennaio 2006. S’io ho fame la realtà non mi è che un insieme di cose più o meno mangiabili, s’io ho sete la realtà è più o meno liquida, s’io ho sonno, è un grande giaciglio più o meno duro
Altrove. La Stampa 8 gennaio 2006. S’io ho fame la realtà non mi è che un insieme di cose più o meno mangiabili, s’io ho sete la realtà è più o meno liquida, s’io ho sonno, è un grande giaciglio più o meno duro. Se non ho fame, se non ho sete, se non ho sonno, se non ho bisogno di alcun’altra cosa determinata, il mondo mi è un grande insieme di cose grigie ch’io non so cosa sono ma che certamente non sono fatte perchè io mi rallegri. (Carlo Michelstaedter: La persuasione e la rettorica - a cura di Sergio Campailla, Adelphi 1982) Quello di Michelstaedter, ebreo goriziano, fu il trensito breve, la sosta insonne, di un angelo ferito. (nota di Guido Ceronetti)