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 2006  gennaio 13 Venerdì calendario

Quelle corti d’Europa che lo acclamarono. La Repubblica 13/01/2006. «Da grande ti sposo», promise Mozart a una bambina che era l´arciduchessa Maria Antonietta; era caduto mentre stavano giocando a corte, e lei lo aveva soccorso

Quelle corti d’Europa che lo acclamarono. La Repubblica 13/01/2006. «Da grande ti sposo», promise Mozart a una bambina che era l´arciduchessa Maria Antonietta; era caduto mentre stavano giocando a corte, e lei lo aveva soccorso. Nella Vienna imperiale, i due fenomenali ragazzini, Wolfgang, di anni 6, e la sorellina Nannerl, erano subito diventati alla moda; le famiglie aristocratiche li prenotavano con otto giorni di anticipo; «tutte le signore sono innamorate del mio ragazzo», gongolava il padre Leopold. Così, dopo appena una settimana dall´arrivo, era arrivato l´ordine di convocazione a Shönbrunn. L´imperatrice Maria Teresa era stata in gioventù un´eccellente cantante e nelle grandi occasioni si esibiva con la figlia davanti a tutta la corte. Ma tutta la città, prospera e cosmopolita, si dedicava alla musica; i ricchi disponevano perlopiù di un´orchestra privata; in alcune case, come alla corte del principe Esterhazy, si montavano vere opere; e non si assumeva un guardaboschi, un cuoco o uno scrivano che non suonasse qualche strumento. Fu il figlio di Maria Teresa, il futuro imperatore Giuseppe II, un virtuoso del violoncello, a insistere per ricevere i due fenomeni del giorno. Wolfgang aveva suonato su una tastiera cieca, ricoperta da un drappo, e compiuto ogni sorta di prodezze; Maria Teresa lo aveva fatto saltare sulle sue imperiali ginocchia, e aveva coperto i due bambini di baci. Era il 13 ottobre 1762; il 21 i Mozart erano tornati a corte, e colmati di doni. L´abito bruno a passamanerie d´oro che il piccolo Mozart indossa nel quadro attribuito a Pietro Antonio Lorenzoni ha la fama di essergli stato offerto da Maria Teresa, e di esser appartenuto a suo figlio – quello per Nannerl era di seta rosa e preziosissimo pizzo, con un nastro assortito annodato al collo. L´estate successiva, Leopold portò i suoi "miracoli" in un periplo per le corti d´Europa che durò tre anni. Monaco, da Massimiliano III principe elettore di Baviera; Ludwigsburg, residenza dell´arciduca Carlo Eugenio del Württenberg; Schwetzingen, dall´elettore Palatino Carlo Teodoro. Heidelberg, Mannheim, Worms, Magonza, Francoforte; a Aquisgrana la principessa Amalia, sorella di Federico II, è prodiga solo di carezze – la carrozza e il suo seguito potevano essere quelli di un medico, commenta indignato Leopold; a Bruxelles, governata da Carlo di Lorena, stessa delusione: «non ha un soldo». A fine dicembre, i Mozart sono a Versailles. La Delfina e le figlie di Francia baciano e ribaciano i bambini; non la Pompadour – per non sciuparsi il trucco, si disse. «Madame Pompadour è alta, bionda, vistosa; è ancora lei a dirigere tutto. Si dà molte arie ma è di straordinaria intelligenza. Il suo appartamento a Versailles è il paradiso». A Capodanno, i Mozart sono ammessi al "Grand Couvert", la cena pubblica del re, cui principi e cortigiani assistono pigiati in piedi. «Wolfgang sedette accanto alla regina» Maria Leszczynska, è la stupefacente notizia; «la ha divertita tutto il tempo, e mangiava i cibi che lei gli porgeva. La regina parla tedesco come noi, e traduceva tutto al re», racconta Leopold, seduto accanto a Luigi XV. Ma «anche senza l´occhialino» si vede come sia formale la Francia rispetto a Londra – dove i Mozart arrivano il 23 aprile 1764. In quattro giorni, sono a Saint James dal re Giorgio III e la regina Charlotte, e il 19 maggio a Buckingham, dove Wolfgang suona "a prima vista", e accompagna il canto della sovrana. Ma dai grandi non vengono sempre solo doni e lodi. Nel 1771, quando l´arciduca Ferdinando, governatore della Lombardia, espresse l´intenzione di assumere Wolfgang, Maria Teresa gli scrisse «che giravano il mondo come mendicanti, e portavano discredito». Daria Galateria