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 2004  dicembre 30 Giovedì calendario

Il 22 gennaio arrivano le partite sul digitale terrestre a prezzi stracciati. E Sky soffre, la Repubblica, 30/12/2004 L’anno nuovo porta la rivoluzione (un’altra) del calcio in tv

Il 22 gennaio arrivano le partite sul digitale terrestre a prezzi stracciati. E Sky soffre, la Repubblica, 30/12/2004 L’anno nuovo porta la rivoluzione (un’altra) del calcio in tv. Sabato 22 gennaio Livorno-Milan, prima giornata del girone di ritorno, non sarà trasmessa in diretta solo da Sky come avvenuto finora, ma anche da Mediaset sul digitale terrestre, ricevibile attraverso uno dei settecentomila (forse qualcuno in più, forse meno) decoder presenti sul territorio nazionale. A rimorchio arriva anche La7, sempre sul digitale terrestre, con altre gare, in quanto detentrice dei diritti di un buon numero di squadre di seconda fascia, squadre che però incontreranno in casa propria anche le grandi. Mediaset vende al telespettatore ogni singola partita a 3 euro, La7 va addirittura in offerta-lancio proponendo una scheda da cinque partite a 10 euro, 2 euro ciascuna. Prezzi stracciati, rischio-caos per l’utente che vuole affacciarsi a questo nuovo mercato, il calcio alla carta, anzi alla card, non si era mai visto. Adesso si vedrà. I presidenti riuniti nella Lega in teoria gongolano pregustando il colpo gobbo: Inter, Milan e Juve nonché la Roma hanno già contratti con Sky fino al 2007, i soldi di Mediaset e La7 sono altra manna dal cielo. I contratti di Sky sono sontuosi, a cifre sbalorditive (cinquecento milioni di euro l’esborso annuo per la serie A e B), altri soldi si aggiungono. Ma qui il meccanismo rischia di ingripparsi, e per sempre, aprendo scenari da battaglia. Sky non ci sta. In teoria sono giorni di feste e riposo, nella realtà alla pay-tv italiana stanno predisponendo in queste ore un piano d’azione che troverà compimento a fine gennaio. Finora il digitale terrestre era stato solo annunciato, adesso diventa realtà. Appena la prima scheda verrà venduta da Mediaset o La7, Sky potrà presentarsi alle autorità antitrust italiana (quella con garante Enzo Cheli) ma soprattutto a Bruxelles in sede europea. E far presente che gli accordi sottoscritti finora, quelli che prevedevano limitazioni all’acquisizione in esclusiva dei diritti sportivi adesso vanno rivisti. In breve: Sky, su richiesta di Bruxelles, ha firmato a suo tempo clausole sulla non esclusività dei diritti del calcio. Un pro-forma, quasi, visto che in Italia non ci sono altre pay-tv, ma in ogni caso una richiesta cautelativa dell’antitrust. Non essendoci poi concorrenza reale (fino ad oggi) Sky ha comunque pagato il calcio in diretta a cifre «da esclusiva». Adesso la concorrenza c’è, su altre piattaforme (digitale terrestre, cavo, adsl): Sky andrà a chiedere a Bruxelles di cancellare quella clausola, e di poter trattare con le squadre in futuro anche diritti esclusivi. In caso contrario, le cifre garantite finora non hanno ragione di esistere. Con i numeri si capisce meglio. Una valutazione esatta è impossibile, ma Sky calcola che a ogni suo abbonato, la singola partita costi 5-6 euro, o che almeno sia questo il valore forfettario da assegnare. Se quelli del digitale terrestre vendono alla metà, qualcosa non torna. O Mediaset e La7 - dicono a Sky - stanno depauperando a livelli infimi un prodotto di valore, oppure quel prodotto Sky lo ha strapagato negli anni. Ovviamente quelli della pay-tv propendono per la prima ipotesi: e in un mercato aperto una manovra ribassista di questo genere non potrà restare senza conseguenze. Intanto soprattutto dalle parti di Mediaset il terreno viene arato a fondo e ormai a ritmi frenetici. Sui decoder del digitale terrestre sono comparsi da qualche giorno quattro nuovi canali con la scritta «Sta arrivando il grande calcio di serie A». Ai primi del 2005 parte una massiccia campagna pubblicitaria con il telecronista Sandro Piccinini come testimonial, impegnato a spiegare la nuova realtà ma anche, dicono in azienda, a chiarire esattamente i termini della questione (spiegando per esempio che prima di qualsiasi acquisto bisogna verificare se la propria zona è coperta dal segnale del Dt, in tutta Italia siamo attualmente al settanta per cento) e così via. Per il telespettatore-appassionato, gennaio 2005 arriva comunque con grandi novità. I timori riguardano altre cosucce di poco conto, tipo un calcio quasi degradato ormai di fronte agli appetiti delle tv (ovvero a quelli dei padroni del pallone, dispostissimi a svenderlo), destinato prima o poi a essere offerto da qualcuno praticamente gratis, e con gli stadi, si dice, sempre più vuoti. Come se ai presidenti del calcio importasse qualcosa del pubblico negli stadi. Antonio Dipollina