Riccardo Chiaberge Il Sole-24 Ore, 12/12/2004, 12 dicembre 2004
In morte del libraio, Il Sole-24 Ore, 12/12/2004 Lo sanno bene gli editori e gli autori di libri: è più facile ottenere una poltrona alla prima della Scala che un posto in vetrina sotto Natale
In morte del libraio, Il Sole-24 Ore, 12/12/2004 Lo sanno bene gli editori e gli autori di libri: è più facile ottenere una poltrona alla prima della Scala che un posto in vetrina sotto Natale. Ma quest’anno, a quanto ci risulta, la lotta è più dura del solito. Corre voce che le catene Feltrinelli, quaranta punti di vendita in tutto il territorio nazionale, una nobile tradizione alle spalle e una cospicua fetta del mercato librario, abbiano adottato un sistema centralizzato di ordinazioni. In pratica, a decidere quante copie acquistare di un certo titolo non saranno più i responsabili delle singole librerie, ma il quartier generale di Milano. Cosa cambia? Per il lettore, apparentemente, nulla. In realtà, è l’intera filiera del libro a subire, in prospettiva, una vera mutazione genetica. Fino a ieri gli editori mandavano in avanscoperta i loro agenti, con le schede delle novità, a raccogliere le prenotazioni dei librai. Adesso, se le indiscrezioni sono fondate, i direttori delle varie filiali, da Udine a Palermo saranno liberati da questa incombenza, e le case editrici, non dovendo più pagare i ”promotori”, potranno fare sconti più generosi. Brillante operazione, se non fosse che alla lunga rischia di svuotare la figura del libraio, spezzando il filo che lega produttori e consumatori di carta stampata. I nuovi dirigenti delle catene Feltrinelli provengono dalla grande distribuzione: ottimi manager dal curriculum ineccepibile. Ma per quanto affiancati da personale competente, le loro scelte finiranno fatalmente per restringere la varietà dell’offerta. Saranno premiati i titoli e gli autori più visibili, più telegenici, di più rapido smercio. Una pila di Ken Follett, una di Vespa, un’altra del Codice da Vinci. Se Faletti ha venduto milioni di copie del suo primo thriller, se ne ordineranno vagonate del secondo, che è assai meno riuscito, mentre di un romanzo di qualità si acquisteranno pochi esemplari, subito spazzati via dai nuovi arrivi. Luciana Littizetto non è Yehoshua, ma se i parametri sono quantitativi, Littizetto e Yehoshua si misureranno in centimetri o in euro: e al libraio-commesso spetterà unicamente il compito di movimentare gli scaffali, come si fa con gli shampoo e i detersivi. I mediastore sono un fenomeno importante, da non demonizzare: il frastuono di questi bazar della cultura, se fa arricciare il naso ai vecchi bibliofili attira torme di sedicenni che dopo aver preso l’ultimo cd dei Gemelli Diversi, possono essere tentati di regalarsi (o regalare) un tascabile di Baricco o di Simenon. Tutto ciò che aiuta la diffusione della lettura è una benedizione celeste. Purché non comporti l’estinzione dei librai. Saranno magari una specie arcaica, un residuo di ere geologiche superate. Ma noi continuiamo a pensare che non se ne possa fare a meno tanto facilmente. Riccardo Chiaberge