La Stampa 19/01/2006, pag.7 Stefania Miretti, 19 gennaio 2006
Calderoli, un fido e due padane. La Stampa 19/01/2006. Narzole (Cuneo). Il mezzo pacs del ministro Calderoli ha per scenario la bassa Langa
Calderoli, un fido e due padane. La Stampa 19/01/2006. Narzole (Cuneo). Il mezzo pacs del ministro Calderoli ha per scenario la bassa Langa. L’incantevole Cherasco, la Dogliani degli Einaudi e del Dolcetto e poi Narzole, paese con pochi vigneti balzato all’onore delle cronache tanto tempo fa per lo scandalo del vino al metanolo. Qui sono in molti a non perdersi una puntata di «Markette», il programma di Piero Chiambretti in onda su LaSette dal martedì al giovedì, e a seguire con gusto quella che gli amanti del genere baruffe coniugali cominciano a chiamare «La guerra dei Calderoli»: lui ministro alle riforme istituzionali, lei bionda opinionista in televisione, non ancora un caso alla Lecciso-Albano, certo, ma comunque in vertiginosa ascesa sui giornali gossipari. Qui sono tutte persone riservate che si fanno gli affari loro, però alla sera accendono la tv, ridono delle gags di Sabina («simpatica neh?...») e sono gli unici a sapere perché la signora Calderoli si definisca «casalinga disperata». A Narzole infatti, da un paio d’anni a questa parte, il ministro lo vedono spesso. Viene a fare visita a quella che tutti chiamano «la sua morosa»: Gianna Gancia, 33 anni, militante della Lega, bruna, carina, mamma single di un bambino che frequenta la locale scuola materna, titolare di un’azienda di produzione e imbottigliamento vini ereditata dal padre nel 93, trasferita a Bologna nell’aprile 2004, riportata a Narzole nello stesso anno e ora in liquidazione volontaria. La Gianna abita in un bel palazzotto giallo alle spalle della chiesa, con affaccio sulla piazza del paese e vista mozzafiato sulle colline, proprio accanto alla sede della Banca di Cuneo. In quella piazza, nel cuore della piccola Narzole, il ministro arriva con la scorta e logicamente dà nell’occhio; ma nessuno ha mai avuto la sensazione che i due si nascondessero: al funerale della mamma di lei, un mese e mezzo fa, Calderoli era accanto a Gianna e al suo bambino Gianpiero; e i riti del week-end sono quelli di ogni coppia, una passeggiata fino all’edicola di Cherasco per i giornali della domenica mattina, ogni tanto una cena a lume di candela in una saletta riservata del ristorante «La Villa», i baci della rinomata confetteria Barbero, una grattata di tartufo quand’è stagione, cose normali. E la stessa Gianna, colta di sorpresa dalla richiesta di commentare il servizio riportato su «Chi» di questa settimana (con l’intervista «a cuore aperto» a Sabina che dice: «Mio marito ha un’altra, ma io gli voglio ancora bene») non nega i rapporti col ministro, solo dice: «Non sono abituata a questo genere di attenzione, ho bisogno di ritrovare un po’ di calma». Difficile, però. Fino a qualche mese fa, della vita privata del ministro leghista severo custode dei valori del matrimonio non si sapeva quasi nulla, com’è giusto che sia. Poi, tutto e tutto insieme. E’ in autunno, quando entra nel cast di «Markette», che si comincia a parlare della moglie: Sabina Negri, bionda dalla battuta tagliente, autrice teatrale (una sua pièce aprirà la festa della Lega) e dal 2002 consulente ministeriale per la prosa, impalmata nel 98 con cerimonia celtica (lei in Gattinoni, l’officiante vestito da Druido). Gli italiani s’affezionano subito a questa lady Calderoli così anomala, Sabina viene intervistata dai giornali anche su temi seri, per esempio il progetto per le quote rosa al quale il marito sta lavorando, e il ministro non sembra dispiaciuto, dal momento che nulla fa per ostacolare l’ascesa mediatica della moglie. Intanto, però, è esplosa Bancopoli, e nei verbali delle intercettazioni si parla di una serie di presunti favori chiesti alla Bpi di Fiorani da Calderoli: in particolare, della richiesta di un appartamento in affitto, «una vecchia storia» commenterà il ministro, e di «un affidamento di 800 mila euro garantito da ipoteca a favore dell’azienda della sua compagna». Tutti pensano a una ex fiamma per l’appartamento - dopotutto Calderoli sì è sposato tardi - e all’attuale moglie Sabina per il fido, qualcuno lo scrive sui giornali e incassa la smentita di lei. «L’appartamento era per me, per noi due, a un certo punto Roberto s’era fissato d’andare a vivere a Lodi ma poi io m’ero rifiutata di seppellermi viva», afferma la moglie del ministro, «ma il fido no, io non ho nessun conto, nessun mutuo, nessun fido, nessuna azienda». Scopre così, dice lei, che suo marito già la considera «un’ex». Inizia allora «La Guerra dei Calderoli». Lui, a un settimanale: «Il nostro matrimonio è finito, la cosa è da un anno in mano agli avvocati, lei usa il mio cognome». Lei: «Lui ha un’amante ma siamo ancora sposati, neppure separati legalmente». Ma chi è quell’altra? «Io non lo so», risponde Sabina. Non lo sa nessuno. Tranne che in Langa, naturalmente. Dove lo sanno tutti. Stefania Miretti