Corriere della Sera 10/01/2006, pag.27 Armando Torno, 10 gennaio 2006
Rinasce il teremin che suonò per Lenin. Corriere della Sera 10/01/2006. Mosca. Nel quartiere dei giardini botanici, a Nord di Mosca, incontriamo Lydia Kavina, la musicista che meglio di ogni altro suona il teremin
Rinasce il teremin che suonò per Lenin. Corriere della Sera 10/01/2006. Mosca. Nel quartiere dei giardini botanici, a Nord di Mosca, incontriamo Lydia Kavina, la musicista che meglio di ogni altro suona il teremin. Di cosa si tratta? Questo strumento musicale, indubbiamente uno dei primi completamente elettronici, si suona senza toccarlo e fu inventato nel 1919-20 da Lev Thérémin, uno scienziato pietroburghese (1896-1993) che stava compiendo esperimenti per l’esercito con amplificatori e oscillatori che utilizzavano valvole termoioniche (appena inventate). Come funziona? Thérémin collegò il circuito delle valvole a una corta antenna verticale. I suoni variavano, avvicinando o allontanando la mano destra dall’antenna: in pratica essa funzionava come un condensatore con circuito «a terra». Per poter regolare l’intensità dei suoni, la mano sinistra operava allo stesso modo su un’antenna orizzontale ricurva. E’ uno strumento completo: le sue possibilità sonore variano dalla voce umana al sassofono, dal violino all’organo, al flauto. Oggi ha ripreso a far parlare di sé e si utilizza sempre più nella musica rock e in quella d’avanguardia. anche possibile ordinarne su Internet il Kit per costruirselo in proprio (nel sito: thereminkits.com/europe.htm/ e costa euro 85). Negli Usa circolano cd con musiche eseguite al teremin e alcuni ricercatori – ricorda Lydia Kavina – «stanno studiando le applicazioni che si possono estendere al computer casalingo», in modo che quasi ogni persona potrà eseguire in proprio della musica senza ricorrere a uno strumento professionale. Del resto, le note emesse dal teremin sono stupefacenti e chi scrive è rimasto estasiato da un’Ave Maria di Schubert che la Kavina ci ha offerto quale omaggio di benvenuto. Di più: il suo inventore trasformò tra l’altro il teremin in terpsitone, con il quale un ballerino era in grado di produrre musica muovendo il proprio corpo. Ma non si creda che il geniale Lev si limitò a questo. Nel 1922 fece conoscere la sua invenzione a Lenin, che ne fu entusiasta e lo invitò a presentarla al mondo, non prima di aver fatto eseguire dalla nuova macchina acustica le musiche della rivoluzione. Sbarcato a New York nel 1927, Thérémin presentò, tra gli altri, la sua creatura a Toscanini, all’industriale Ford, al musicista Varese, la suonò in compagnia di Einstein (che ne fu entusiasta). Diventò ricco in breve tempo, progettando anche sistemi d’allarme, macchine acustiche e chissà che altro. Nel 1938, dopo aver lasciato la prima moglie e sposato una ballerina di colore, scomparve. Negli Usa si disse che fosse stato rapito dal Nkvd (il Kgb dell’epoca) o forse che ritornò in Urss volontariamente; di certo in patria lo si poteva ritrovare in un gulag, dove rimarrà sino al ’56. Nemmeno lì rimase con le mani in mano. Nel 1947, ricorda la Kavina, «mentre si trovava nel campo di lavoro inventò uno strumento per intercettare le voci a distanza. Era senza cimici, funzionava grazie ai raggi infrarossi. Si utilizzava sino al chilometro». Ebbe subito un’applicazione nel campo spionistico. Si potevano captare le voci degli ambasciatori e di personaggi che discorrevano tranquilli in casa loro. «Fu pure utilizzato per sapere cosa dicesse Stalin» sottolinea la Kavina. In ogni caso, anche se era ospite del Gulag, questa invenzione gli fruttò nel 1947 il Premio Stalin. Rimesso in libertà, dopo il XX Congresso del 1956, Lev Thérémin – ricorda la nipote – «lavorò al Conservatorio di Mosca inventando accorgimenti, altri strumenti elettrofoni, concentrandosi anche sul materiale didattico». Poi – e qui c’è un sorriso d’obbligo di Lydia – «si iscrisse al partito comunista. Lo fece pochi giorni prima del crollo, per un’antica stima nei confronti di Lenin». Se ne andò quasi centenario, dopo una vita che fu un’avventura meravigliosa, in cui aveva visto lo zar, il massimo rivoluzionario del Novecento, un uomo come Stalin, ma anche dopo aver avuto la Cia alle calcagna che lo additava come esempio per le sue invenzioni in campo spionistico. Di certo non fu fortunato con la Chiesa. Da parte ortodossa non abbiamo trovato particolari ammonizioni, ma il suo teremin fece meditare il Vaticano, e in particolare papa Pio XI. Pare che una commissione pontificia se ne occupasse a fondo, sino a considerarlo uno strumento demoniaco, degno di scomunica. Sicuramente i venerandi padri preposti all’esame sapevano che con quella diavoleria erano state eseguite tutte le canzoni possibili tinte di rosso e mai avevano avuto occasione di ascoltare quell’Ave Maria di cui vi abbiamo riferito. Armando Torno