Guido Ceronetti, La Stampa 3/1/2006, 3 gennaio 2006
"Il sufi Sohrawardi di Aleppo (XII secolo) scrive che l’uomo sul cammino del proprio sé scopre dapprima che il mondo è contenuto in se stesso, essendo un soggetto conoscente, egli si vede come lo specchio in cui tutti gli archetipi eterni appaiono come forme effimere
"Il sufi Sohrawardi di Aleppo (XII secolo) scrive che l’uomo sul cammino del proprio sé scopre dapprima che il mondo è contenuto in se stesso, essendo un soggetto conoscente, egli si vede come lo specchio in cui tutti gli archetipi eterni appaiono come forme effimere. Ma in seguito prende coscienza di non possedere alcuna esistenza propria; il suo Io in quanto soggetto gli sfugge e altro non gli resta che un Dio come soggetto di ogni conoscenza" (Titus Burckhardt, "Considerazioni sulla conoscenza sacra", Ediz. SE 1997)