Varie, 18 gennaio 2006
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Wilkinson Frank
• Charlevoix (Stati Uniti) 6 agosto 1914, Los Angeles (Stati Uniti) 9 gennaio 2006. Architetto • «[...] fu il protagonista di una vicenda fondamentale, pur se meno nota, della stagione delle epurazioni maccartiste in California e la persona che forse più di ogni altra contribuì al successivo scioglimento dei tribunali di inquisizione sulle attività ”antiamericane”. Wilkinson era nato e cresciuto a Beverly Hills, in una famiglia agiata al punto di permettergli in gioventù, come disse, di ignorare la stessa esistenza della depressione economica che attanagliava il paese. Alla fine degli studi in scuole private il giovane Wilkinson, profondamente religioso, si reca in Terrasanta per perseguire la vocazione che avrebbe dovuto portarlo all’ordinazione come pastore metodista. Ma la rivelazione che lo colpisce durante il soggiorno in Palestina e in Nord Africa è invece quella della povertà profonda in cui versa tanta umanità all’ombra dei luoghi sacri a cristianesimo, islam e giudaismo. una crisi di fede che lo vede rientrare in patria agnostico convinto, lo spinge al volontariato nei ghetti urbani della Los Angeles nera e chicana e ad interessarsi di conseguenza della riforma urbanistica - che in quegli anni di urbanizzazione accelerata si andava sviluppando come terreno di intenso scontro ideologico. [...] all’età di 28 anni, diventa responsabile della Housing Authority preposta alla ”riabilitazione urbana”. La sua concezione è di bonificare i ghetti neri e ispanici sempre più segregati della inner city e il suo primo intervento è ambizioso: la costruzione di un quartiere popolare per 7.000 abitanti composto di edifici organizzati attorno a servizi, trasporti e parchi pubblici su una collina nei pressi del centro, la cui progettazione affida al maestro modernista Richard Neutra, per un modello esemplare di urbanistica illuminata. Il progetto ”Chavez Ravine” è controverso per la presenza sul sito prescelto di una comunità messicana, un quartiere abusivo autogestito da diverse generazioni all’ombra dei grattacieli del centro. La comunità dovrà essere sacrificata, ma nell’opinione di Wilkinson ciò è per il maggior bene; tutte le famiglie rimosse saranno risistemate nel nuovo moderno quartiere che, in una città profondamente segregata, sarà socialmente ed etnicamente integrato. Coalizione di costruttori. L’opposizione al progetto viene subito coordinata dal Committee Against Socialist Housing, una coalizione di costruttori, padroni affittuari e grandi interessi edili che gode del notevole supporto dei corsivisti del Los Angeles Times. L’’anticomunismo edile” non è una novità: già nel 1948 le housing hearings, i dibattimenti parlamentari sulla casa indetti a Washington furono dominate nientemeno che dal senatore Joseph McCarthy che le affrontò con lo stile che avrebbe di lì a poco applicato alla caccia ai comunisti del Dipartimento di stato e di Hollywood. Alleato con Herbert U. Nelson, presidente della Nareb, McCarthy riuscì ad affossare la proposta di legge (decreto Taft-Ellender-Wagner) che avrebbe dovuto stanziare fondi pubblici per incentivare la progettazione urbanistica. così che nel dibattito in corso a Los Angeles sul progetto ”Chavez Ravine” l’attenzione si sposta d’improvviso sui ”moventi” di Wilkinson, che in una seduta pubblica del consiglio municipale per l’edilizia viene invitato ad elencare le organizzazioni politiche cui appartiene. Il rifiuto sdegnato di rispondere porta al suo licenziamento dall’authority e poi a una serie di convocazioni da parte della Huac (House Unamerican Activities Commission) di Mc Carthy fino a quella nel 1958 che lo condannò a nove mesi di reclusione per essersi rifiutato di collaborare, pena confermata in appello dalla Corte suprema per 5 voti contro 4. Malgrado il movimento in suo sostegno, Wilkinson sconta in un penitenziario federale una delle pene più lunghe inflitte durante la caccia alle streghe. Al rilascio, la carriera di Wilkinson è finita. Lavora per un periodo come guardiano notturno per un’azienda di Pasadena che lo assume segretamente per evitare ripercussioni. Il progetto di ”Chavez Ravine” viene archiviato, anche se il quartiere popolare viene effettivamente demolito dalle ruspe, i baraccati trasferiti di forza e il terreno adibito alla costruzione dello stadio di baseball preteso da Walter O’Malley, padrone dei Brooklyn Dodgers, per trasferire la squadra da Brooklyn a Los Angeles. McCarthy, all’apice dell’influenza, passa all’attacco dell’industria culturale di Hollywood ma non solo: nel mirino della Huac ci sono intellettuali, progressisti, sindacalisti, insegnanti; fra questi ultimi, epurati con particolare dovizia, anche Jean Wilkinson, la moglie di Frank. Wilkinson non si occuperà mai più di architettura e politica urbana ma si consacrerà invece alla battaglia per i diritti civili imbastendo una serie di cause per la propria riabilitazione, organizzando, con la Aclu (American Civil Liberties Union) un comitato di difesa dei testimoni convocati dai tribunali di McCarthy ed in seguito costituendo il comitato per l’abolizione del Huac. Nel corso del suo contenzioso trentennale col governo scoprirà l’esistenza sul suo conto di un dossier del Fbi di 132.000 pagine frutto della sorveglianza Cointelpro (il programma di diffamazione con cui il bureau mirava a destabilizzare ”sovversivi” come Martin Luther King e le Pantere nere) che rivela che la trasmissione al capo della polizia di Los Angeles degli atti serviti a ”neutralizzarlo” era stata ordinata dallo stesso J. Edgar Hoover. [...]» (Luca Celada, ”il manifesto” 17/1/2006).