Michele Santoro Il Riformista, 09/12/2004, 9 dicembre 2004
Attenti al gorilla: prove confutabili dell’esistenza di Romano Prodi, Il Riformista, 09/12/2004 La barzelletta dello scimmione africano la conoscono tutti: un turista va nella foresta e incontra un gorilla che lo violenta
Attenti al gorilla: prove confutabili dell’esistenza di Romano Prodi, Il Riformista, 09/12/2004 La barzelletta dello scimmione africano la conoscono tutti: un turista va nella foresta e incontra un gorilla che lo violenta. Beh, a me è capitata una roba così. E non è stato come quella volta che il telefono squillò alle sette del mattino. Era Cossiga. «La accetta una telefonata del presidente?», chiese il centralinista del Quirinale. La accetti per forza. Ma poi te ne scordi perché episodi così sono esperienze intense ma non ti cambiano la vita. Con Prodi è stato diverso. Infatti son qui che piango, mi dispero e non riesco a dimenticare. accaduto quando non riuscivo a decidermi sulla candidatura. Titubo, titubo; e lui mi telefona. Di persona, non so se mi spiego. Ma è così dolce, così leggero, così suadente che quasi mi sembra di volare. Non so quanto è durato il rapporto. Mi ha parlato per tutto il tempo. Delle mie radici. Del collegio da scegliere. Della politica che è malata e che deve cambiare. Sentivo crollare lentamente qualsiasi difesa ma quando mi ha detto: «I partiti hanno bisogno di aprirsi alla società», mi sono abbandonato nelle sue braccia. Senza pensare a cosa sarebbe potuto accadere. Senza ricordare quello che tante volte mi era già capitato. Noi volontari siamo fatti così. Ci lasciamo travolgere dalla passione. Diciamo di no per tutta la vita e poi ci perdiamo in un attimo solo. Come la Lecciso. Restai nudo di fronte a Prodi. Spudorato. Pronto a ballare alla luna. A mettere in gioco la mia reputazione di giornalista. Deve essere anche per questo che Fabio Fazio ha rischiato la testa per fare una domanda delle cento pistole al direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo: «Mi vuole spiegare quali sono le ragioni che le consigliano di non mettere in onda Santoro e la Lecciso?». E non ha ritenuto di dover precisare se soli, in doppia conduzione, oppure insieme a Biagi, a Daniele Luttazzi o alle gemelle Kessler. Purtroppo non sapremo mai la risposta dal momento che queste sono domande retoriche e risparmiano al conduttore la fatica di incalzare l’intervistato. In fin dei conti, chi se ne frega? Quel portone chiuso. Io sono un politico ormai. Anche se non è vero. Perché è solo per amore che mi trovo a Bruxelles. solo per amore che ho girato l’Italia per spiegare la grande novità della ”lista unitaria dell’Ulivo”. Quell’altra sedotta della Gruber con me ha messo insieme due milioni di preferenze. Se solo un quarto fossero gente come noi farebbero cinquecentomila abbandoni. Nemmeno il comitato della lista aperto agli esponenti della società si è più riunito in quel portone di piazza Santi Apostoli. E lui, come lo scimmione africano, non scrive, non telefona e nemmeno mi manda una cartolina. Invidio i mercenari di Forza Italia che almeno una paghetta ci guadagnano. Io l’ho fatto gratis. Michele Santoro