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 2004  dicembre 02 Giovedì calendario

L’Inghilterra sniffa sesso extraconiugale, la Repubblica, 02/12/2004 Gli rimproverano un peccato d’amore, due figli con una donna sposata, e qualche abuso d’ufficio che ci farebbe sorridere anche se fosse vero, perché l’accelerazione del visto di soggiorno alla baby sitter filippina, e un biglietto di treno a spese dello Stato, qualora venissero accertati, e ancora non lo sono, sarebbero comunque il minimo che un uomo possa fare per il proprio figlio e la sua amatissima mamma, il minimo che chiunque di noi farebbe, pagliuzze di ipocrisia spacciate per minacce alla pubblica morale

L’Inghilterra sniffa sesso extraconiugale, la Repubblica, 02/12/2004 Gli rimproverano un peccato d’amore, due figli con una donna sposata, e qualche abuso d’ufficio che ci farebbe sorridere anche se fosse vero, perché l’accelerazione del visto di soggiorno alla baby sitter filippina, e un biglietto di treno a spese dello Stato, qualora venissero accertati, e ancora non lo sono, sarebbero comunque il minimo che un uomo possa fare per il proprio figlio e la sua amatissima mamma, il minimo che chiunque di noi farebbe, pagliuzze di ipocrisia spacciate per minacce alla pubblica morale. Ma l’Inghilterra puritana è anche questo e i giornali popolari, i famosi tabloid, da settimane si accaniscono contro David Blunkett, il ministro degli Interni del governo Blair, un cieco dalla nascita che si muove con l’aiuto di quattro cani ormai famosi a Westminster, Teddy, Offa, Lucy e Sadie, uno dei quali vomitò in Parlamento durante lo speech di un deputato dell’opposizione. Con il suo faccione gaio, crudo e franco, due enormi orecchie a sventola, la barba disordinata e virile, gli occhi perduti, David Blunkett è un politico d’eccellenza e un uomo d’eccellenza, di cui si chiedono le dimissioni non per incompetenza e neppure per disonestà, ma per i suoi momenti di libertà, per i suoi privatissimi istanti di grazia. E noi italiani, che siamo abituati ai politici ladri e mafiosi, alle leggi ad personam e al conflitto d’interessi, noi che sempre guardiamo con invidia e con amore all’Inghilterra, questa volta non possiamo che inarcare il sopracciglio con degnazione e compiangere Blunkett, la sua amante, i loro figli e tutta la nazione che germogliò e fruttificò nella rivolta moralistica contro il papismo acquiescente e la bonomia italica ma ha ridotto l’originaria divisione tra pubblico e privato a una nevrosi giornalistica, a una spazzatura giornalistica, roba da ”Vernacoliere”, ma senza lo spirito dei livornesi e dei pisani. Ancora [mercoledì] il ”Daily Mail”, uno dei più famosi tabloid, si accaniva nella denuncia del dettaglio pruriginoso, con le foto della terrazza panoramica di Villa Caterina, un albergo nell’isola di Corfù, cinquemila sterline a settimana, dove nel maggio scorso la coppia, insieme al piccolo William di tre anni, «trascorse una luna di miele mano nella mano» e dove «probabilmente il ministro non si avvide di ingravidare per la seconda volta la signora Kimberly Quinn» che adesso è tornata dal marito, l’amministratore sessantenne dell’edizione inglese di ”Vogue”, un uomo buono e innamorato che fa sapere di averla perdonata, di voler bene a William come fosse suo... Così il fumetto travolge le tradizionali qualità degli inglesi, la morigeratezza, il senso della misura, l’antispagnolismo. Trionfano la rabbia politica contro il governo Blair, l’offesa irriverente, la ferocia aneddotica. Vengono intervistati autisti, camerieri, baby sitter, guardie del corpo, cuochi e vicini di casa, tutti testimoni minuziosi e candidi di «tre anni di passione», di scenari teatrali, alberghi di fate, languidi desideri consumati sul sedile posteriore dell’auto di Stato, cene «di carne grigliata» con la scorta fuori dalla porta. La calura e il piacere carnale tipici dei popoli latini qui svaporano in tristezza, in malinconia, in scandalo, come se quell’amore provasse che Blunkett ha due morali, una pubblica da esibire e un’altra privata da nascondere, come se la politica obbligasse al sacrificio amoroso, alla rinuncia del desiderio, alla fine della privacy. «Nulla di più falso e di più ipocrita», ha dichiarato Tony Blair che difende non solo il suo ministro ma i diritti intimi di tutti i ministri e di tutti i politici del mondo. I politici hanno certo molti doveri ma non quello di non avere un amante o un hobby o un diario segreto. E non è vero che esistono due morali, due sfere divisibili. Un uomo è un uomo e non è due uomini. Blunkett sta al governo per amministrare le risorse e i bisogni della comunità, a nessuno deve interessare quel che fa a casa. E in un Paese civile un ministro non si mette in discussione perché ha aiutato la baby sitter del figlio a ottenere un visto di soggiorno, comunque dovutole. Chi non la fa? E che cosa c’è di incivile? Un politico si mette in discussione quando usa la legge per i suoi interessi, quando norma anomalie private, quando del suo vizio privato fa pubblica virtù, quando privatizza la televisione pubblica o la scianca per favorire la propria, quando piega la legge ai suoi bisogni o la aggira disamministrando. Blunkett ha restituito allo Stato i soldi del biglietto ferroviario che aveva ceduto alla signora e, da ministro degli Interni, ha ordinato un’inchiesta su se stesso. Vorrebbe riconoscere i bambini, è ancora innamorato di una donna che è tornata ad amare il marito a sua volta innamorato. Insomma un pasticcio. Perché dovrebbe essere amministrato dal pubblico il pasticcio sessuo-affettivo di un ministro? Non è già pesante per il pasticcione stare dentro a un pasticcio? La signora si è rifugiata in ospedale perché, al settimo mese di gravidanza, non sopporta tutto questo soffiare sulle ceneri della sua vita privata, vomita, piange e si nasconde. Non si aspettava d’essere massacrata in questo modo, come una sublime sgualdrina dagli intrighi tortuosi. Ha toccato il fondo della disperazione dinanzi al denudamento sociale, non sa più come sottrarsi al proposito canagliesco dei giornali, l’ospedale è il suo purgatorio, il suo campo profughi. E i giornali internazionali trattano l’Inghilterra come il più pittoresco dei Paesi. Quelli francesi ironizzano su una società di «ignoranti, amanti e briganti». Ogni volta che può l’Inghilterrra sniffa sesso extraconiugale, memore degli intrallazzi talamici di Enrico VIII, di Caterina d’Aragona, di Anna Bolena, di Giovanna di Seyncourt. La promiscuità e l’irregolarità sessuale sono diventate una sorta di sguazzo identitario. Diana e i suoi amanti sono sbranati anche da morti, si evocano in nome delle corna attive e passive quei servizi segreti e quegli omicidi di Stato che almeno in Italia si evocano per mafie e per delitti politici. A ondate periodiche l’Inghilterra diventa il cortile di un angiporto governato da una morale islamico-sessuocentrica a cui nella sostanza gli inglesi non credono ma che bevono ormai come il tè. E come sempre al centro c’è lo Stato. Questa volta il protagonista non è un Tudor ma è un uomo romantico che non ha nulla a che fare con i dandy, i locali esclusivi, le modelle di divina bellezza. David Blunkett è infatti un ex povero che da bambino rimase orfano del padre, un operaio morto in un incidente sul lavoro. Un ministro degli Interni cieco sembra quasi un ossimoro perché le cose e le persone vengono bene amministrate se sono ben viste, e David Blunkett è un uomo che immagina il mondo ma non lo vede e mai l’ha visto perché è nato cieco, 56 anni fa, nell’Inghilterra industriale, a Sheffield, città delle posate d’acciaio. Eppure, ministro dell’Educazione dal 1994 e ministro degli Interni dal 2001 si è mosso con uno sguardo d’aquila nel mondo dei vedenti, ha introdotto la carta d’identità, ha reso trasparente al controllo e ai visti quell’immigrazione clandestina dove si nasconde il malumore dei naufraghi del pianeta e dove dunque alligna il malocchio del terrorismo. Ed è soprannominato Big Blunkett variante di Big Brother, Grande Fratello, che è la metafora orwelliana di colui che vede tutto senza essere visto. E forse Blunkett vede tutto proprio perché nessuno si sottrae al cospetto di chi non vede nulla. Anche il rapporto tra sesso e vista qui è rovesciato. Normalmente è così stretto che ad un certo punto, ad una certa età, è la vista che prende il posto del sesso: soffermarsi con gli occhi su un corpo femminile per molti di noi è già possederlo. Invece Blunkett sconfessa anche questo luogo comune. Raccontano addirittura che la signora Kimberly Quinn lo conquistò durante una cena prestandogli i suoi occhi. E che gli mentì per daltonismo narcisista: «Sono alta e bionda». Invece è piccola e bruna. Nella mitologia, per atterrare un gigante la cosa migliore era accecarlo. Invece in Blunkett la cecità è il prezzo pagato per altri talenti, per altre eccellenze. E infatti fu un amore cieco e disordinato perché anche lui era separato, anzi divorziato e con tre figli. In tutto il mondo, Inghilterra compresa, ci sono trasmissioni tv con seguiti di massa che esaltano e mitizzano questo genere di disordini. Ebbene il successo di questi immondezzai virtuali non si spiegherebbe se non fossero ancorati a disordini reali e vitali. In un’epoca in cui siamo tutti informali come Blunkett, in cui l’amore è un pasticcio e il sesso stravede perché dà la vista ai ciechi e acceca i vedenti, il solo scandalo è che Blunkett faccia scandalo. Se gli inglesi ci vedono l’affare, siamo pronti a cedere Berlusconi, Bossi, Buttiglione e i suoi teocon in cambio di Blunkett, dei suoi cani, e di tutte le sue signore. Francesco Merlo