varie, 13 gennaio 2006
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Alphand Luc
• Briançon (Francia) 6 agosto 1965. Sciatore. Poi pilota di rally. «Come si fa a essere stati il numero uno della discesa libera e subito dopo diventare il numero uno dei rally nella mitica e durissima Dakar? Basta chiederlo al savoiardo Luc Alphand di Serre Chevalier, vincitore di una Coppa del Mondo di sci alpino, uomo di grande humour, pizzo da alpinista e fisico da marcantonio, che è diventato forte al volante come lo era sugli sci:’Buttarsi giù da uno schuss e raggiungere i 140 km all’ora è assai più pericoloso e rischioso che stare alla guida di un bolide in pista”, sostiene spavaldo Luc. Mica parla a vanvera: lui ha provato a pilotare una Porsche Carrera GT alla 24 Ore di Le Mans, sa che cosa succede quando si corre a 300 all’ora al limite della resistenza. Per un montanaro, poi, correre i rally è una conseguenza, non un caso: la cultura del fuoristrada è familiare, si impara doverosamente a guidare su strade e sentieri insidiosi, il ghiaccio e la neve sono peggio della sabbia e dei sassi. Perciò [...] ha raccontato una volta Luc, ”non ho fatto molta fatica a padroneggiare macchine potenti e complesse da condurre come quelle preparate espressamente per la Paris-Dakar”. [...] Ha grande talento al volante, così come lo aveva sugli sci. Il suo segreto [...] è molto semplice, ma non banale: ”Innanzitutto, tra i due sport c’è un filo conduttore: lo spirito della competizione estrema. Sia nella discesa libera, sia nelle corse in automobile, c’è una partenza e c’è un traguardo. Tra il via e l’arrivo bisogna andare più veloci che si può, e avere il coraggio di pigliare rischi senza mai un attimo di tregua. Sia nello sci che nelle corse in auto si deve tener conto della traiettoria, del terreno, della possibilità di sbandare ma più di ogni altra cosa, conta sapersi gestire mentalmente. La gestione mentale, dopo 15 stagioni di Coppa del Mondo di sci alpino, si forgia naturalmente”. L’altra dote di Luc è quella della pazienza, dell’attesa. A 18 anni aveva vinto il mondiale juniores di libera (1983). L’anno dopo era già in Coppa del Mondo. Tutti ne dicevano un gran bene ma le sue prestazioni non si concretizzavano in podi e successi. Ha dovuto aspettare 11: la prima vittoria arrivò infatti solo il 14 gennaio del 1995. Da quel momento dominerà la discesa libera, respingendo gli attacchi dello squadrone austriaco e del nostro Ghedina. Farà sue tre coppe di specialità consecutive. Dopo aver conquistato la Coppa del Mondo del 1997, davanti al norvegese Aamodt, decide di lasciare lo sci e di passare all’automobilismo, la sua vera passione (come vorrebbe fare l’amico Ghedina). Anche qui, l’apprendistato è laborioso, il rodaggio è lungo, la scalata ai vertici, costante: tuttavia la tenacia, la precisione, la resistenza di Luc e i suoi sorprendenti riflessi lo valorizzano agli occhi degli esperti e lo caratterizzano come pilota di grande affidabilità. A tutto ciò si aggiunge una competenza meccanica che seduce i diffidenti giapponesi della Mitsubishi e li convince a promuoverlo nel team ufficiale: l’operazione Luc Alphand-Dakar, nata come idea marketing, si è trasformata ed evoluta seguendo in fondo la trama di un fumetto alla Michel Vaillant: c’era una volta uno sciatore che voleva andare sempre più forte... e per farlo decise di diventare corridore automobilista» (Leonardo Coen, ”la Repubblica” 13/1/2006).