12 gennaio 2006
Parenzo Rosanna, di anni 36. Originaria di Cerignola (Foggia), separata, faceva l’impiegata in un centro commerciale di Monfalcone (Gorizia), dove abitava coi due figli di anni 16 e 9
Parenzo Rosanna, di anni 36. Originaria di Cerignola (Foggia), separata, faceva l’impiegata in un centro commerciale di Monfalcone (Gorizia), dove abitava coi due figli di anni 16 e 9. All’inizio dell’anno s’era separata dal marito Voltarella Luigi, di anni 38, compaesano, litigioso, solito riempirla di botte e minacce. La situazione era precipitata in giugno, quando lui s’era divertito a spaccarle casa con una mazza da baseball, lei l’aveva fatto arrestare e il giudice l’aveva allontanato dai comuni del Friuli Venezia Giulia. Il Voltarella se n’era tornato a Cerignola, ma pensava solo a riprendere il suo posto in famiglia. Due sabati fa d’impulso salì in auto e si mise in viaggio. La moglie se lo vide piombare in camera al mattino, che già aveva affondato il calcio della pistola in testa al suo primogenito sulla porta perché tentava di respingerlo. Ebbe appena il tempo di sentire uno sparo in aria, quando i due proiettili successivi la lasciarono sul letto a grondar sangue. Il Voltarella riservò per sé l’ultimo colpo mentre i ragazzi fuggivano urlando «papà ha ucciso la mamma». Dopo le 9 di domenica 17 ottobre, in una modesta villetta di periferia a Monfalcone, Gorizia. Poloka Shend, di anni 25. Albanese, fisico massiccio, sguardo altero, una coda di capelli scuri, baffi e pizzetto, era arrivato in Italia dieci anni fa iniziando una brillante carriera di furti e rapine, per dedicarsi poi con successo al traffico internazionale di stupefacenti. Solito fornire i suoi servizi tra la capitale e la Sicilia orientale (Catania e dintorni), da qualche tempo abitava assieme a un connazionale agli arresti domiciliari in una villa dei Castelli romani. Giovedì uscì di casa a notte inoltrata con un’innamorata ventriquattrenne di origine ceca, sentì qualcuno alle spalle che gli gridò di fermarsi, s’accorse d’essere in una trappola e comminciò a correre. Nel frattempo un agente siciliano, che credette di vederlo con la mano in tasca pronto ad afferrar la pistola, lasciò andare il dito sul grilletto e gli spappolò il fianco lasciandolo dissanguato. Qualche ora dopo la polizia ritrovò, in un suo nascondiglio, un Ford Transit con tre quintali di hashish in panetti da un chilo (valore: 600 mila euro). Intorno alle 2.30 di venerdì 22 ottobre, in via Thulye, a Rocca Priora, Roma.