12 gennaio 2006
Primiani Nicola, di anni 42. Origini albanesi, faceva il falegname in una fabbrica di Termoli a pochi chilometri dalla sua abitazione di Ururi (Campobassso), paese di minoranza linguistica arberesh dove s’era trasferito dieci anni fa da Durazzo con la moglie Evianda, di anni 26
Primiani Nicola, di anni 42. Origini albanesi, faceva il falegname in una fabbrica di Termoli a pochi chilometri dalla sua abitazione di Ururi (Campobassso), paese di minoranza linguistica arberesh dove s’era trasferito dieci anni fa da Durazzo con la moglie Evianda, di anni 26. Un amore tormentato dalla differenza d’età, s’erano lasciati da diciotto mesi covando rancori. Continuavano a litigare per l’affidamento della figlioletta di anni 5, che il tribunale aveva destinato alla madre e il padre non si rassegnava a vedere saltuariamente. Domenica scorsa, tutto contento del suo turno, il Primiani passò un giorno intero con la ragazzina. La portò a pranzo dalla nonna, poi uscirono a godersi la festa della Madonna del Rosario. In serata la Evianda arrivò per riprendersela assieme ad alcuni amici e al fratello diciottenne (un pezzo di ragazzo alto e grosso) senza aspettare che fosse l’ex consorte a riportargliela il mattino seguente. Il Primiani non gradì e cominciarono subito a discutere. Lei se ne andò mostrando di non ascoltare, lui la seguì in strada dove, aiutata dai suoi acompagnatori, lo respinse a spintoni, calci e pugni fino a lasciarlo stramazzato sul marciapiede. La milza spappolata e un’emorragia interna, non ebbe neanche il tempo di arrivare in ospedale. La sera di domenica 10 ottobre, a Ururi, provincia di Campobasso.