Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  gennaio 12 Giovedì calendario

Kennedy Anthony

• Sacramento (Stati Uniti) 23 luglio 1936. Giudice. Della Corte Suprema. «I più conservatori lo canzonano dicendo che sembra un pilota della Seconda guerra mondiale. Fu nominato da Reagan alla Corte suprema nel 1987, al posto dell’ostracizzato Robert Bork. I liberal si spaventarono all’idea di un cattolico a decidere sull’aborto. Ma Anthony Kennedy si è rivelato [...] il più prezioso alleato dei democratici. Nel 1992 il suo voto risultò fondamentale nel confermare il cuore della sentenza Roe, quando la Corte stabilì l’incostituzionalità di una legge della Pennsylvania che prevedeva che il medico non poteva praticare l’aborto su una donna sposata se questa non avesse prima sottoscritto un documento con il quale dichiarava di aver comunicato al marito l’intenzione di abortire. Allora fu il giudice della Corte d’appello Samuel Alito a scontrarsi con Kennedy. [...] Con i liberal Breyer, Souter, Stevens e Bader Ginsburg da una parte, e i federalisti cattolici Scalia, Roberts, Alito e Thomas dall’altra, Kennedy sarà il quinto voto cruciale. E non solo nelle sentenze sull’aborto. Amico di Laurence Tribe, storico avvocato dei democratici, Kennedy ha mosso i primi passi sul pavimento di casa di Earl Warren, il più progressista dei chief justice della Corte suprema. Alcuni dicono che si sia spostato a sinistra per farsi adulare da Linda Greenhouse, storica corrispondente del ”New York Times” dalla Corte. Scalia lo detesta e lo ha accusato di ”scambiare una guerra culturale con un accesso di malvagità”. Il papa evangelico James Dobson lo ha definito ”l’uomo più pericoloso d’America”. Secondo ”Weekly” Standard, Kennedy pensa che la Costituzione cambi insieme al suo umore. Il suo voto è risultato decisivo nell’abolizione della pena di morte per i minorenni e in un caso di incostituzionalità della preghiera collettiva nelle scuole pubbliche. Scalia bollò la decisione di Kennedy come ”psicologia praticata da amateurs”. Kennedy ha sostenuto l’abrogazione di una vecchia legge federale che vietava di portare armi in prossimità degli edifici pubblici e si espresse contro un’altra che nel 1990 aveva creato distretti elettorali per dare la maggioranza ai neri. Ha scritto (insieme a O’Connor) le due principali sentenze pro-gay nella storia della Corte suprema. Fu lui ad annunciare che la Corte non avrebbe accolto l’estrema tragica richiesta della madre di Terri Schiavo. Contro Alito, Kennedy nel 1992 stabilì che ”al cuore della libertà costituzionale c’è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, di significato, di universo e del mistero della vita umana”. Roberts, Scalia, Thomas e Alito non avrebbero mai usato parole simili. Nell’aprile del 2002 la Corte ha rimosso alcuni vincoli che erano stati imposti per legge all’industria porno sull’utilizzo di immagini virtuali di minori impegnati in atti sessuali. La firma sempre di Kennedy. Poi però spiazza i liberal esprimendosi a favore dei Dieci Comandamenti davanti agli edifici pubblici. Tentato dall’imperialismo del diritto ” un conservatore, ma ha una visione imperialista del diritto”, dice [...] Paolo Carozza, giurista della Notre Dame University. ”Per Kennedy la Corte suprema è una sorta di guardiano che annuncia i valori alla nazione. presuntuoso e non ha il senso del limite del diritto. [...] Kennedy impersonifica le tentazioni dell’imperialismo del diritto della sinistra, ma con un temperamento ideologico di destra, meno interessato a rendere il diritto più umano [...] non sarà mai un grande giudice, ma solo uno swing vote, perché non ha coerenza intellettuale. Il fatto che sia cattolico non è mai stato rilevante nel suo caso [...]”» (’Il Foglio” 11/1/2006).