12 gennaio 2006
Fornasa Neria, di anni 32. Nata in Venezuela da genitori italiani, lunghi ricci nerissimi, volto affilato, sorriso da bambina, lavorava come commessa in un negozio di giocattoli a Sant’Anna d’Alfaedo (Verona)
Fornasa Neria, di anni 32. Nata in Venezuela da genitori italiani, lunghi ricci nerissimi, volto affilato, sorriso da bambina, lavorava come commessa in un negozio di giocattoli a Sant’Anna d’Alfaedo (Verona). Giornate trascorse fra il negozio e il poligono di tiro, suo unico hobby, un mese fa aveva lasciato la casa nella vicina Pescantina, dove abitava coi fratelli, per trasferirsi in un altro paese poco distante, Fosse. Voleva stare accanto all’uomo che la faceva spasimare, un Morandini Massimo, di anni 29, contabile, capelli corti, fisico robusto, tifoso dell’Hellas, non propriamente una bellezza ma abituato a piacere alle donne. I due s’erano frequentati per un certo tempo con assiduità, poi avevano diradato gli incontri. Lei, che coltivava la sua passione con ostinazione, mercoledì scorso lo raggiunse verso mezzanotte sotto casa per fare un giro e bere qualcosa in un bar. Lungo la strada forse capì che lo stava perdendo, sentì salire la disperazione, prese la sua calibro 45 dalla borsetta, la puntò verso l’orecchio destro del Morandini e gli fece saltare la testa. La Golf rossa finì in un campo contro un recinto di legno e si ribaltò. La Fornasa, ch’era ancora viva, si puntò la canna della pistola sotto il mento e lasciò partire il grilletto. Intorno all’1.30 di giovedì 30 settembre, sulla provinciale 34 che da Fosse porta nelle campagne veronesi.