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 2006  gennaio 11 Mercoledì calendario

Kamel Hassani l’intrangero fa ridere i miscredenti con ciò che più temono: l’islam. Analisi. Allah Superstar, spettacolo autobiografico tenuto l’11 settembre 2003 all’Olympia di Parigi da Kamel Hassani

Kamel Hassani l’intrangero fa ridere i miscredenti con ciò che più temono: l’islam. Analisi. Allah Superstar, spettacolo autobiografico tenuto l’11 settembre 2003 all’Olympia di Parigi da Kamel Hassani. Nato in Algeria da padre algerino (di nome Mohamed, «come tutti quanti»), e madre francese (morta scivolando quando lui aveva 4 anni), ma naturalizzato in Francia, dove vive da quando aveva un anno. Visitato a dieci da una psicologa, si sente dire che siccome gli è morta la madre, per compensare deve uccidere il padre. Da allora ha capito che se due omosessuali adottano un figlio, niente in contrario, ma ci vorranno due psicologi per uccidere i due padri. I suoi problemi si sono risolti da soli, da quando il padre ha smesso di farsi le seghe, di ubriacarsi ed è diventato un bravo musulmano. Intrangero. « una parola che ho inventato io, vuol dire che sei uno straniero nel tuo stesso Paese, ma non chiedermi se il Paese in questione è l’Algeria o la Francia». Camaleonti. La madre gli diede un secondo nome perché si integrasse in Francia, Léon: «Che insieme fa Kamel Léon, che quanto a integrazione come animale devi ammettere che non c’è niente di meglio». Patriottismo. «L’Algeria è il genere di paese che hai più voglia di morire per lui che viverci dentro». Sogni. Il sogno ricorrente di Kamel: un giardino segreto dove non ci sono radici, ma solo rami, eppure cresce senza problemi. Paure. Da quando gli è venuto il pallino di fare il comico, si è messo a scrivere monologhi ispirandosi al consiglio dell’imam: «I miscredenti ridono di quello che hanno paura, e di islam hanno molta paura, fagli paura con islam e rideranno moltissimo». Terroristi. Esordendo al Trèvise in una serata per dilettanti, Kamel è notato da Claude Martel, che vuole diventare il suo produttore. un ubriacone, ma accetta «visto che il mercato del comico è saturo come quello degli alcolici, dei calmanti e della droga». Alla fine Martel riesce davvero a organizzargli la sua prima, finanziato dalla sorella Eugénie, che «ha fatto un buon matrimonio, seguito da un’eccellente vedovanza, perché quel capitalista banchiere di suo marito è morto in seguito a suicidio premeditato». Li aiuta anche la nipote Cécile, responsabile di marketing all’azienda dei trasporti parigina: siccome l’idea è di far vestire Kamel da terrorista durante lo spettacolo, per promuoverlo appenderanno nei mezzi di trasporto pubblici la sua foto con e senza barba, con scritto: «Quest’uomo è un terrorista», e «Questo terrorista è un uomo». Parcheggi. «Bisogna anche capire quei giovani musulmani che si esprimono facendo dei rodei con gli aerei rubati, anche se dopo potrebbero evitare di parcheggiarli all’ultimo piano, ma è anche vero che vallo a trovare un posto libero per un Boeing a Manhattan in pieno settembre». Preti. «La Bibbia è andata abbastanza bene per un certo periodo ma devi riconoscere che adesso è meno di moda, oddío, se poi vieni a sapere che un commando di preti ha deviato un aereo saudita per schiantarlo sulla Mecca mi fai un colpo di telefono, ma generalmente i preti deviano solo i minorenni». Fondamentali. «L’islam è Dio che si serve degli uomini, l’islamismo è il contrario». Promesse. Kamel è vergine e quando esce con l’amico Bala non si mette a dar fastidio alle ragazze: «Allah ci promette settanta vergini in Paradiso, e questo aiuta di brutto a resistere alle donne infernali». Bombe. La sua ragazza è la vicina di pianerottolo («e questo unisce»). Si chiama Nawel, una bomba, si mette jeans così attillati che puoi vedere la sua bellezza interiore. Tradimenti. Kamel dapprima rimane senza parole quando sorprende Nawel nuda a casa dell’amico, ricco, Abdel: «Certe volte bisogna saper ascoltare, specie quando non hai niente da dire, hai confidenza con la tecnica di strangolamento e un buon avvocato che sosterrà con lirismo il delitto passionale prima di rivendere la storia a ”Paris-Match” per centomila euro». Lei gli dice di girarsi mentre si veste, e lui, ritrovata la calma: «Se ho capito bene, tra me e te è finita?», e si sta per commuovere perché gli sembra che lei sia scoppiata in lacrime, quando si rende conto che sta singhiozzando dal ridere. Il tempo che lei si spazzoli i capelli e metta «a posto le ovaie», se ne escono tutti e due di casa, ognuno per la sua strada, Kamel diretto a un centro commerciale: «Almeno guardando le vetrine ti rendi conto che la vita ha un prezzo». Masochismi. Riassumendo la trama di Otello: «Quando Otello strangola Desdemona per farla finita manca poco che lei gli dice grazie da quanto lo ama. Più masochista di così si muore, no? Donne così non ce ne sono più al giorno d’oggi a parte nelle Repubbliche islamiche, ma là oggi non si vive più e quindi non conta, è come la luce delle stelle morte». Fatwa. «Ecco cosa ci vuole per diventare di moda. più veloce del ”Grande fratello”, dura di più, viaggi per il mondo intero, tieni conferenze, sbarchi nei Palazzi, sali sul palco con gli U2, ti fai un tè col Papa, un paio di birre o anche tre con Chirac, una vodka ghiacciata con Putin, un sigaro umido con Clinton, una grossa striscia con Bush junior, una maschera antigas con Saddam Hussein...». Finale. «Quattro tre due uno zero», le ultime parole di Kamel prima di chiudere lo spettacolo facendosi saltare in aria con una cintura esplosiva sul palco. (Y. B., Allah Superstar, Einaudi 2004)