Mariangela Mianiti Amica, ottobre 2004, 11 gennaio 2006
Vibratori, love ring o film porno? Consigli tecnici per una spesa hard, Amica, ottobre 2004 Il pene è lievemente piegato su un fianco, le vene in rilievo, il glande scoperto, bianco, appena lucido, inanimato sebbene misuri oltre 30 centimetri
Vibratori, love ring o film porno? Consigli tecnici per una spesa hard, Amica, ottobre 2004 Il pene è lievemente piegato su un fianco, le vene in rilievo, il glande scoperto, bianco, appena lucido, inanimato sebbene misuri oltre 30 centimetri. Accanto, tre suoi confratelli di morfologie diverse aspettano: che qualcuno li compri per 100 euro e oltre. Sono di fronte a una delle tante vetrinette di Magic America, sex shop nato 21 anni fa nella periferia milanese e oggi propagatosi in altri 14 punti vendita in Italia, uno in Spagna, sette a Milano. Fra questi, c’è il primo megastore del sesso in Italia, a Paderno Dugnano, hinterland. La pubblicità dice che lo hanno voluto grande duemila metri quadrati, luminoso, organizzato come un supermercato perché le donne possano andarci con amiche, in coppia o sole a scegliere fra settemila vhs, mille dvd, biancheria e oggetti porno-erotici come se fossero davanti a formaggini o detersivi. Ci vado, sola, per vedere se fare la spesa al sex shop è davvero come comprare il latte. I peni sono una questione seria e avere un’ampia offerta non è detto che aiuti a scegliere. Quelli che ho di fronte, per esempio, sono molto fuori misura, molto feticcio. Un’amica ne ha provato uno e lo ha trovato: «Troppo freddo, troppo grosso, poco flessibile». Persino il commesso li sconsiglia dicendo: «Sono un po’ particolari», termine che qui viene usato per indicare qualcosa di uso più spettacolare che casalingo. Piuttosto, se proprio mi piace il genere, lui propone un: «Modello eccezionale», cioè uno di dimensioni umane sia per lunghezza che calibro. « in silicone, quindi come se fosse vero. Se lo tocca quasi non sente la differenza. E poi guardi i particolari, le vene, le cavità, le pieghe attorno al glande: è realistico». Che cosa significa? «Che è la copia esatta di uno vero, in genere di una pornostar. Si fa il calco del suo pene in erezione e poi lo si riproduce di grandezze diverse. Ma lo tocchi, senta». Lo sfila dalla vetrinetta e me lo piazza in mano. In effetti sembra seta, temperatura ambiente, consistente al punto giusto. «Ma senta, senta», insiste il commesso avvicinandomi al naso il glande. «Ma sa di fragola!». E lui: «Eh sì, li fanno anche profumati. Ma se li preferisce inodori, mi arrivano dopodomani. E poi guardi, hanno anche la ventosa». Così dicendo, sbatte la base del pene su una mensola lì accanto, lo stringe nel pugno, lo sbatacchia a destra e a sinistra, lo tira su e giù, lo rotea, lo agita, e quello niente, impavido resiste. Obietto che per attaccarlo serve una superficie dura; sul letto come si fa? Lì il commesso perde il sorriso. Il problema non è di facile soluzione, ma lui non si perde d’animo: «Be’, molte mi hanno detto che è perfetto per le pareti del bagno. Non si toglie neanche con le martellate». Lì accanto, vedo una confezione con il necessario per farsi un calco in casa e la foto di un signore che lo ha infilato in una scatola dove sta colando il gesso. Dentro, mi dice il commesso, c’è anche il silicone per poi realizzare il pene «fai-da-te». E chi lo compra? «Eh, sapesse. C’è chi se lo fa per ricordo». Penso a un’amica che ogni anno si fa fare una foto ricordo in bikini al mare, poi le tiene in un album e ogni tanto le guarda per potersi dire: «Però!». Passo ai «Love ring», anelli da infilare sul pene affinché l’erezione aumenti e duri di più. Il modello base lo avevo visto anni fa al polso di un pornologo: era di pelle nera, con borchie e cinturino. Oggi la varietà è infinita: di metallo, uno grande e uno piccolo da infilare davanti e dietro i testicoli; di gelatina colorata con quattro piccole croci greche sui bordi; di silicone con attaccate linguette piene di protuberanze per stimolare la clitoride; di lattice con inseriti dei magneti che stimolano le terminazioni nervose di tutti e due. Quest’ultimo, mi assicura il commesso, è il modello migliore. «Glielo garantisco. L’ho provato anch’io e funziona davvero». Ma che cosa si sente? «Eh, come posso spiegarle? Come una piccola scossa, un bzzzz, del caldo». Scientifico. Intanto, è arrivata una coppia di trentenni, lei biondina, rotondetta, lui alto e bruno. Mentre il commesso mi intrattiene su stimolazioni e rotondità dei peni, ascoltano per carpire informazioni. Chiedono che cos’è un «Love ring», poi se ne vanno con un pene di gelatina trasparente lungo sui 24 e un accendino a forma di uomo che fa fiamma dal pisello. Sono agli scaffali dei vibratori, i più venduti dopo le videocassette. La varietà è così ampia e la scelta così personale che per decidere bisognerebbe provarli, come si fa con un abito. Le cabine in fondo al negozio non sono salottini prova previsti per questo, ma per chi voglia vedersi in intimità un video porno. Ci entrano solo uomini. Così chiedo aiuto al commesso che comincia a scartare confezioni e montare pile. Anche in questo caso lui è un sostenitore del metodo naturale, cioè peni realistici in silicone con vibratore interno a due velocità. Accende, lo appoggia sul tavolo, il pene comincia a muoversi di lato, lo prendo nel palmo della mano mentre il commesso dice « molto gradevole il tocco, però si muove poco, anche perché senti com’è pesante?». passato al tu. «Se vuoi qualcosa di più vibrante ci sono quelli di plastica, però lisci e più sottili. Li vendo molto». La scelta non è semplice: grande, naturale e poco mobile, o liscio, più piccolo e performante? II commesso propone una terza soluzione: la farfallina, cioè una farfalla in gel che si appoggia sulla clitoride ed è tenuta su da un perizoma a elastici. Facile da indossare anche sotto gli abiti, la si può azionare con un telecomando scegliendo la velocità. Si potrebbe uscire di casa con lei e metterla in azione dalla borsetta mentre si guida, quando ci si annoia in ufficio, a cena fuori. L’unico inconveniente è che la velocità massima produce un suono da calabrone in volo. Sempre nel settore «piccolo e rapido» ci sono gli ovuli in gel lisci, a cactus o ad anelli, i vibratori a forma di rossetto, i minipeni con sette velocità. L’ occhio mi cade su un esemplare unico: in plastica trasparente, il glande che si muove su e giù, il corpo a losanghe in rilievo pieno di palline di plastica colorate che ruotano. Ci sono tre velocità, il reverse e l’audio con una signorina che geme. Lo guardo perplessa. Il commesso dice: «Lo usano soprattutto per gli spettacoli anche perché ha le lucine. Non te lo consiglio». Consiglia invece il Patriot, il Turbo, «ma se sei già abituata ed esperta». Chiedo se oltre alla vibrazione c’è qualche modello che fa altri movimenti. «Ne avevo uno con la testa che va su e giù mentre il corpo vibra. Ma sono delicati. Un signore lo usa da molto tempo e si trova bene. Un altro invece lo ha voluto anche per l’amica, oltre che per la moglie, ma ne ha già rotti tre perché ”Quella”, mi ha detto ”non si controlla”». Prima di andare via mi regala un catalogo: «Così puoi farmi l’ordinazione anche al telefono, basta che mi dici il numero di codice». Uscendo, incrocio sulle scale un ragazzo che mi fissa, mi segue e quasi mi cade addosso. Resta fermo nel cortile, a fissarmi mentre me ne vado. Era sorpreso. In effetti, non ho visto una sola donna sola, qui. Mariangela Mianiti