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 2006  gennaio 05 Giovedì calendario

La crudeltà organizzata delle formiche. Nova Sole 24 Ore 05/01/2006. Sul nostro pianeta esistono oltre 10mila specie di formiche e si potrebbe dire che questi insetti abbiano avuto più successo dell’uomo, in termini di capacità di sopravvivenza, dominazione del territorio e genialità di soluzioni organizzative

La crudeltà organizzata delle formiche. Nova Sole 24 Ore 05/01/2006. Sul nostro pianeta esistono oltre 10mila specie di formiche e si potrebbe dire che questi insetti abbiano avuto più successo dell’uomo, in termini di capacità di sopravvivenza, dominazione del territorio e genialità di soluzioni organizzative. Edward Wilson, il creatore della sociobiologia, e il mirmecologo Bert Höllbloder hanno dedicato alle formiche uno splendido saggio, che si legge come un romanzo d’avventure. Il libro si intitola "Formiche. Storia di un’esplorazione scientifica", ed è stato pubblicato da Adelphi nel 1997 in una bellissima traduzione di Donato Grasso. Il brano che segue è l’inizio del capitolo "Guerra e politica estera" e fa capire meglio il proverbio diffuso, con alcune varianti, in tutta l’Africa, che dice: "Se le formiche si mettono d’accordo possono spostare un elefante". di Edward Wilson e Bert Höllbloder. Lo spettacolo offerto dalle formiche tessitrici, con le loro colonie costrette a continue schermaglie di confine come molte città-stato italiane, esemplifica una condizione che si trova in tutti gli insetti sociali. Ma si può sostenere che le formiche, in particolare, siano gli animali più aggressivi e più bellicosi. Esse superano di gran lunga gli esseri umani, quanto a cattiveria organizzata; al confronto la nostra specie è gentile e mite. Il programma di politica estera delle formiche può essere così riassunto: aggressione ininterrotta, conquista territoriale e genocidio fino all’annientamento delle colonie limitrofe ogni qualvolta possibile. Se le formiche possedessero armi nucleari, probabilmente distruggerebbero il mondo nel giro di una settimana. Spesso, durante l’estate, agli abitanti delle città e dei paesi lungo la costa atlantica degli Stati Uniti da Bangor a Richmond capita di schiacciare inavvertitamente, camminando, formiche impegnate in una guerra. In una chiazza di prato spoglia di erba, al margine di un marciapiede o in un canale di scolo, se si è soliti scrutare il terreno è possibile scorgere masse di formiche delle zolle o dei pavimenti (Tetramorium caespitum), grandi quanto un palmo di mano. Esaminate più da vicino, preferibilmente con una lente di ingrandimento, queste macchie scure appaiono composte da centinaia o migliaia di formiche operaie che si afferrano in una lotta mandibola contro mandibola: tirano, strozzano, tagliano le appendici delle nemiche. I belligeranti in questione sono membri di colonie rivali impegnati in una contesa territoriale. Schiere di operaie corrono avanti e indietro dal nido al teatro della battaglia. Di regola la colonia più grande, quella capace di mettere in campo l’esercito più numeroso, o costringerà la colonia più piccola in uno spazio più esiguo o la distruggerà completamente (...). Ogni tanto accade che una specie di formiche domini l’ambiente tanto da minacciare le aree abitate dall’uomo. Agli inizi del Cinquecento, fece la sua comparsa in Giamaica e a Hispaniola una formica aculeata, in numero così grande da causare quasi l’abbandono dei primi insediamenti spagnoli. I coloni di Hispaniola implorarono il loro santo patrono, San Saturnino, affinché li proteggesse da quelle formiche, e fecero processioni religiose per le strade allo scopo di esorcizzare la minaccia. Quella che sembrerebbe essere stata la stesse specie (a cui fu in seguito attribuito il nome scientifico di formica omnivora) tra gli anni Sessanta e Settanta del Settecento si moltiplicò tanto da diventare un flagello nelle isole Barbados, Grenada e Martinica. L’amministrazione di Grenada offrì una ricompensa di 20mila sterline a chiunque fosse riuscito a escogitare un metodo per sterminare queste formiche; ma senza successo. Lasciata in larga misura indisturbata, questa specie si placò da sola nel giro di alcuni anni. Adesso è chiaro che la formica omnivora non era altro che la formica di fuoco nativa solenopsis geminata; oggi la si può trovare quale pacifico membro delle comunità di insetti nella maggior parte delle Indie Occidentali. Giulia Crivelli