11 gennaio 2006
Logli Duilia, di anni 49. Piemontese, capelli lunghi, occhi grandi, ottimista, due figlie, faceva l’impiegata nell’archivio della Questura di Cuneo da quasi un lustro
Logli Duilia, di anni 49. Piemontese, capelli lunghi, occhi grandi, ottimista, due figlie, faceva l’impiegata nell’archivio della Questura di Cuneo da quasi un lustro. Aveva vinto il concorso per quel posto subito dopo la separazione dal marito, un Tartaglia Antonio, neurologo, col quale era rimasta sempre in buoni rapporti. Una casa a Collegno, tutte le mattine s’alzava di buon grado alle 4.30 per essere in ufficio alle 8. Ai sacrifici era abituata, ma si rammaricava di non poter stare vicino alle sue ragazze e da qualche mese aveva fatto domanda di trasferimento. Lunedì scorso prese il solito treno, fece quattro chiacchiere coi compagni di viaggio, poi sentì i vagoni tremare, sbattere contro una scarpata, scivolare per qualche metro e rovesciarsi e si trovò schiacciata tra le lamiere. Intorno alle 7.20 di lunedì 13 settembre, sul locale Torino-Cuneo, bivio Madonna dell’Olmo, a 1 km da Cuneo. Matarese Anna Maria, di anni 46. Piemontese, capelli corti, curve generose, allegra, cordiale, faceva il capotreno alla stazione di Cuneo da 25 anni. Teneramente sposata a un Vangi Isidoro, maresciallo della guardia di finanza, da lui aveva avuto due figli, Vincenzo, di anni 19, e Thekla, di 17. Legatissima alla famiglia, si dedicava con altrettanta passione al suo impiego, sempre disponibile coi colleghi più giovani e i vecchi andati in pensione. Lunedì scorso, come d’abitudine, lasciò la sua casetta di Caraglio di buon mattino e salì sul treno Torino-Cuneo su cui già viaggiava Logli Duilia, subendone la medesima sorte.