Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  gennaio 10 Martedì calendario

"Quei 25 anni di lavoro passati nella compagnia". Il Sole 24 Ore 10/01/2006. Egregio Consigliere, il primo dicembre 2005 ho festeggiato, malgrado il momento di grande difficoltà, il mio 25º anno di lavoro in Unipol

"Quei 25 anni di lavoro passati nella compagnia". Il Sole 24 Ore 10/01/2006. Egregio Consigliere, il primo dicembre 2005 ho festeggiato, malgrado il momento di grande difficoltà, il mio 25º anno di lavoro in Unipol.  stata una lunga e importante fase della mia vita lavorativa, estremamente impegnativa ma anche ricca di risultati e soddisfazioni personali. Nel 1980 Unipol era una piccola compagnia di matrice cooperativa, comunemente definita rossa, che si trovò ad affrontare innumerevoli difficoltà gestionali e ambientali. Il decennio che va dal 1980 al 1990 fu però talmente caratterizzato da un elevato spirito di adesione e di condivisione degli obbiettivi aziendali da parte degli agenti, dei dipendenti e dei dirigenti che riuscimmo a compiere un salto dimensionale e gestionale di assoluto rilevo nel panorama assicurativo italiano di quell’epoca. Purtroppo nel 1991 si manifestò la crisi della nostra controllante Unipol Finanziaria caratterizzata da elevate perdite ed un elevatissimo indebitamento. Fui chiamato allora ad affrontare quella difficile situazione. Con la collaborazione di molti giovani dirigenti entusiasti di partecipare ad un’operazione di risanamento riuscii, in oltre 5 anni di durissimo lavoro, a risolvere la situazione e a scongiurare il pericolo di una cessione di Unipol Assicurazioni. L’impegno oltre che verso i dipendenti, gli agenti e le cooperative era dovuto anche nei confronti di quei soci dell’Economia Sociale Europea che aiutarono in quel periodo Unipol e delle migliaia di soci piccoli e grandi che rappresentavano e rappresentano tutt’ora circa il 70% del capitale di Unipol. In quegli anni l’affermarsi di una logica di Gruppo, nell’ambito di Unipol, e di Sistema Cooperativo, unitamente alla comprensione e alla tolleranza richiesta da tutto il Mondo Cooperativo nei confronti degli eventi negativi che si erano generati alla fine degli anni ’80, furono alla base della risoluzione dei problemi. Gli ultimi dieci anni, infine, sono stati per il Gruppo Unipol, dal punto di vista strategico e dei risultati, entusiasmanti. Siamo diventati il terzo Gruppo assicurativo italiano, abbiamo contribuito a creare oltre 5.000 posti di lavoro; un Gruppo con elevata redditività e l’unico che ha veramente diversificato la propria attività dotandosi di una banca in meno di cinque anni di lavoro effettivo, recuperando un’esperienza negativa che era stata avviata negli anni precedenti dal Movimento Cooperativo. Non posso che ulteriormente ringraziare tutti coloro che con grande intelligenza e spirito di abnegazione hanno contribuito a realizzare questo grande disegno, compresi quei soci che, oltre alle Cooperative, hanno investito diverse centinaia di milioni di euro allo sviluppo del Gruppo e dei suoi progetti. A coloro che mi sostituiranno alla guida di questo prestigioso Gruppo, al di fuori di ogni ipocrisia, auguro di ottenere migliori e più esaltanti risultati di quelli raggiunti negli ultimi dieci anni. Auspico soprattutto che venga realizzato un grande progetto industriale, quello di far crescere a Bologna uno dei più grandi gruppi assicurativi, bancari e finanziari del Paese. Il popolo Unipol ha le capacità di realizzarlo e lo merita. Da parte mia era semplicemente doveroso fare quello che ho fatto in questi venticinque anni per il Gruppo Unipol. Ritengo giusto ricordare che un impegno lavorativo non inferiore a quello che ho profuso per il Gruppo Unipol è stato da parte mia rivolto in questo quarto di secolo anche nei confronti delle cooperative in difficoltà e delle organizzazioni socie e più in generale delle organizzazioni economiche del mondo della sinistra. Questa mia attività, anche se meno conosciuta, per quanto mi riguarda è stata svolta con grande motivazione e dedizione e non è stata di secondaria importanza rispetto a quella sviluppata per Unipol. Un impegno che non considero imposto ma di sostanziale importanza per decine di cooperative e per la conseguente difesa di migliaia di posti di lavoro; per quanto riguarda invece l’impegno profuso nei confronti delle organizzazioni socie la convinzione profonda di aver contribuito a salvaguardare una rappresentanza politica insostituibile. E siamo all’anno 2000. Quando, come Unipol, piccolo socio, entrammo nell’avventura Telecom, considerai doveroso innanzitutto curare gli interessi della Società da me rappresentata, ma valutai anche che il contributo professionale che fornivo con grande impegno a tutta quella operazione non poteva essere prestato in forma analoga a quello svolto per il mondo delle Cooperative. Su questi ultimi fatti si è aperta oggi una campagna mediatica e soprattutto un’approfondita indagine della magistratura. mio dovere astenermi da ogni commento. Sono altresì convinto che nei prossimi mesi ogni cosa verrà chiarita. Tutto ciò comunque risale al 2001-2002 e nulla ha a che vedere con l’operazione Bnl condivisa dalla quasi totalità del mondo cooperativo e dall’Assemblea dei Soci di Unipol, che si colloca come ben noto nel secondo semestre 2005. Il progetto sviluppato da Unipol su Bnl, con alleati di primario standing nazionali e internazionali, mantiene, malgrado tutto, intatta la sua validità innovativa ed industriale a favore, in particolare, della piccola e media impresa e delle cooperative. Sette mesi di pesanti attacchi dal mondo politico, da quello finanziario e non ultimo da quello dei media, come non mi risulta siano stati concentrati mai su una vicenda finanziaria, possono indubbiamente alterare nell’opinione pubblica la percezione dei fatti. Nei prossimi mesi spero di arrivare a comprendere le vere motivazioni di tanto e spropositato accanimento nei miei confronti e soprattutto nei confronti di Unipol. Non mi dilungo oltre, vi saranno altre sedi nelle quali approfondire la storia dei rapporti fra Unipol e le Cooperative degli ultimi 15 anni. In questa sede rassegno anche formalmente le mie dimissioni dalle cariche sociali di Unipol Assicurazioni e nelle prossime settimane dalle altre società del Gruppo, sperando che ciò aiuti a rasserenare gli animi, a rendere più oggettive le situazioni e soprattutto a spianare la strada a Unipol verso l’operazione Bnl. Non riuscirò mai a cancellare i venticinque anni di vita lavorativa per il Gruppo Unipol ed il mondo Cooperativo. A testimonianza di ciò, per tutto quello che ho contribuito a costruire e nel quale ancora credo, chiudo oggi questa mia carriera di amministratore per aprire quella di socio. Con coraggio, Giovanni Consorte Bologna, 9 gennaio 2006