Varie, 11 gennaio 2006
SOLARINO
SOLARINO Valeria Barcelona (Venezuela) 4 novembre 1979. Attrice • «Dice che è tutta colpa dei lineamenti duri. ”Mi propongono sempre personaggi forti”. Il press agent Enrico Lucherini, che ha lanciato tante stelle, la indica come la vera nuova promessa del cinema italiano. La prima volta che Valeria Solarino bucò lo schermo fu in Che ne sarà di noi?, è la ragazza determinata che non ha peli sulla lingua e, sotto il sole della Grecia, tratta Muccino junior & friends come ragazzi-oggetto. [...] Il suo compagno è Giovanni Veronesi che l’aveva diretta in Che ne sarà di noi? [...] Nell’ambiente è amica di Jasmine Trinca e stravede per Margherita Buy. Ha il rimpianto di non essere stata presa da Salvatores in Quo Vadis, Baby?: ”Voleva una figura più angelica e sono rimasta col desiderio”. [...] I primi 6 mesi dei suoi 26 anni li ha passati in Venezuela, dove i nonni paterni s’erano trasferiti durante la guerra in cerca di fortuna. cresciuta a Torino, ”città che amo molto, grande e a misura d’uomo, allo Stabile ho frequentato la scuola di recitazione. Questo mestiere volevo farlo da sempre. All’inizio non capivo come funziona il cinema. Ricordo Fame chimica, girato a basso costo, sembrava una gita con gli amici. Con Silvio Muccino ho visto il cinema vero, mi piaceva tutto, dai cavi per terra al pessimo cestino del pranzo [...] Ero sul set anche quando non giravo. Ne approfittavo per capire tutto, adoravo il montaggio che è noiosissimo, guardavo i camion con l’attrezzeria tecnica... [...] Io mi vedo ancora agli inizi, anche se c’è gente che mi dice: Ora che sei conosciuta...Non è vero. T [...] Ho studiato inglese. Senza pensare a Hollywood, che è un sogno che non porta a nulla se prima non costruisci qualcosa nel tuo Paese. Ho detto anche dei ”no’, è che non amo le fiction sui carabinieri, sui poliziotti, sui pompieri e su tutte le forze dell’ordine in genere. Non mi piacciono i film che suggeriscono un clima di paura, il pubblico avverte il pericolo dell’immigrato che ti entra in casa e ti ruba. Io le vedo come delle manovre politiche. [...]”» (Valerio Cappelli, ”Corriere della Sera” 5/1/2006).