Varie, 11 gennaio 2006
CORRITORE
Davide Milano 12 marzo 1958. Ex banchiere. Politico. Del Pd • «[...] ha messo al tappeto, o per lo meno alle corde, quattro fra le più importanti banche del mondo: l’americana J.P. Morgan, la svizzera Ubs, l’irlandese Depfa e la Deutsche Bank [...] rinviati a giudizio dal Gup milanese Simone Luerti per truffa aggravata per i derivati sottoscritti nel 2005 da Palazzo Marino. [...] laurea alla Bocconi [...] sposato, due figli, Corritore ha iniziato la carriera in Citibank prima di passare alla Deutsche Bank dove è stato, dal 1993 al 1998, amministratore delegato della società di gestione dei fondi. Cofondatore del sito Soldionline, ha deciso di lasciare la finanza e di passare alla politica: nel ’96 ha appoggiato la candidatura di Romano Prodi e nel ’98 è stato, per un breve periodo, consigliere del presidente del Consiglio Massimo D’Alema per l’Economia e l’innovazione. Poi ancora nel business (azionista e amministratore delegato della società di sondaggi Swg), e nel 2006 di nuovo in politica: eletto consigliere comunale a Milano in una lista civica con la sinistra, ha aderito al Pd quando è nato. È stato lui, con tre esposti alla procura della Repubblica, a far esplodere il caso dei derivati. “La scintilla è stata un viaggio a Londra nel settembre del 2007 [...] ho incontrato un amico italiano che lavorava nella City, del quale non farò mai il nome, e lui mi ha parlato di una gigantesca operazione finanziaria da 1,7 miliardi di euro che il comune di Milano stava rinegoziando con alcune banche e della quale nessuno sapeva nulla”. Quell’operazione, secondo l’amico della City, stava causando perdite milionarie al comune e in più lo esponeva al rischio di ulteriori perdite per 25 anni, dato che trasformava un indebitamento a tasso fisso in uno a tasso variabile. “All’inizio non gli ho creduto [...] ma appena tornato a Milano mi sono informato e ho scoperto che era tutto vero. Ho chiamato esperti di finanza e di diritto e ho formato una sorta di team di 17 persone per studiare la vicenda. Abbiamo lavorato gratuitamente, con videoconferenze, incontri, viaggi a Londra”. Dopo sei mesi di lavoro il gruppo ha concluso che c’erano stati 15 illeciti nelle operazioni di finanziamento con i derivati, e ha presentato un esposto alla procura per truffa aggravata. Un secondo esposto è stato presentato poco dopo per chiedere il sequestro cautelativo dei beni delle banche: istanza accolta, anche sulle sedi stesse degli istituti. Dopo un terzo esposto, il comune (la giunta Moratti succeduta a quella Albertini cui si riferiscono i fatti) ha fatto causa civile chiedendo i danni [...] “La nostra azione non ha mai avuto fini giustizialisti o di parte politica [...] Mi sono mosso, con gli altri del team, non per una crociata polemica dell’opposizione contro la maggioranza, ma per ottenere dei risultati. E sono certo che ci saranno: quei 100 milioni torneranno nelle casse di Palazzo Marino”. [...]» (“Il Foglio” 19/3/2010) • «[...] ex Deutsche Bank e bocconiano di formazione. Ex liceale del Berchet e giovane comunista Fgci. [...] è stato anche consigliere economico del governo di Massimo D’Alema. [...] Arrivò a novembre ’98 e ad aprile ’99 aveva già lasciato... “Per formazione, esperienza e cultura pensavo che un’istituzione dovesse stare fuori dal gioco, non condividevo che si prendesse posizione. Questo fu uno dei motivi. Messori se ne andò un po’ prima, ma non fu una cosa concordata. E poi tutta la vicenda è stata sintomatica di altri problemi che affliggono la sinistra...[...] A Palazzo Chigi si diceva: Cuccia ha chiamato D’Alema, Cuccia vuole vedere D’Alema. Insomma, eravamo la presidenza del Consiglio ma non c’era la percezione di una relazione quantomeno di perfetta parità. C’era un po’ di stupore, un rapporto contraddittorio, anche se ovviamente con grande cortesia personale [...]”» (Stefano Agnoli, “Corriere della Sera” 11/1/2006).