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 2006  gennaio 07 Sabato calendario

Alla Sec fa scandalo anche una cravatta. Il Sole 24 Ore 07/01/2006. Sui regali natalizi inviati da Gianpiero Fiorani ad Antonio Fazio e famiglia è già stato scritto

Alla Sec fa scandalo anche una cravatta. Il Sole 24 Ore 07/01/2006. Sui regali natalizi inviati da Gianpiero Fiorani ad Antonio Fazio e famiglia è già stato scritto. E impresso un pubblico marchio di vergogna. Nel suo rapporto con il banchiere di Lodi, l’ex governatore della Banca d’Italia aveva effettivamente perso il senso del pudore istituzionale, trasformando un soggetto vigilato in compagno di merenda. Il quale ricambiava quell’amicizia a colpi di bracciali d’oro di Pomellato, orologi d’oro Beaume Mercier, e borse di Cartier o Prada. Ma sulla vicenda dei regali natalizi occorre dare pane al pane e vino al vino: in Italia l’eccesso nei regali "di lavoro" è praticamente la norma. Non solo nei confronti di clienti, fornitori, politici o giornalisti, ma anche, come nel caso di Fiorani e Fazio, quando il rapporto è tra vigilato e vigilante. Due esempi concreti: nel 2002 un importante gruppo bancario nazionale ha inviato a Fazio un brocca d’argento di Buccellati. E quest’anno il commissario di un’importante autorità di vigilanza ha ricevuto una cassa di champagne Dom Perignon Millesime il cui valore supera i 2mila euro. "Ogni anno arrivano gli elenchi con le varie fasce di regali. Ci sono quelli di Serie B, quelli di Serie A e poi quelli da Premiere League. Le liste dei beneficiari, con tanto di retrocessioni e promozioni, sono composte da amministori delegati, presidenti e direttori centrali", commenta una persona che di regali natalizi ne ha mandati molti. "E di solito nessuno restituisce niente". "Non ho mai sentito di gente che rimandi indietro alcunché. O che dia i propri regali in beneficenza", conferma un ex dirigente della Banca d’Italia. "Tutt’al più ricordo chi non amava i libri d’arte e quando li riceveva li sistemava su un tavolo a disposizione di chiunque li volesse". In una società poco puritana e molto indulgente come quella italiana potrebbe non sembrare importante di mettere limiti di valore ai regali natalizi. Anche perché molti sono portati a pensare che, in fondo, si tratti di un rito innocente. Ma questo atteggiamento crea un grosso problema di asimmetria con il resto dell’Europa che solo chi si confronta quotidianamente con la realtà continentale riesce ad apprezzare fino in fondo. "Se Fazio ha potuto ricevere regali di quelle proporzioni è anche perché la Banca d’Italia non ha un codice etico che lo vieta. La Banca centrale europea invece lo ha, e non è un caso che è proprio sulla questione dei regali natalizi che il presidente Trichet abbia espresso nel modo più netto il suo disappunto nei confronti del collega italiano", dice un alto funzionario della Banca centrale europea. Non è solo questione di percezione o di etichetta. La vicenda della banca di Lodi ha dimostrato che un rapporto troppo stretto tra i vertici di una authority e un’entità – o una persona – regolamentata può portare l’intera macchina vigilante ad allentare la guardia. O addirittura a ignorare problemi e violazioni. E la distorsione della sorveglianza a causa della collusione tra soggetto sorvegliato e sorvegliante non ha solo un costo di immagine ma anche e soprattutto un costo economico. Che spesso ricade sulla comunità dei consumatori o dei risparmiatori. In Italia né la Banca d’Italia né la Consob hanno ad oggi norme precise in materia di condotta sui regali ricevuti. Esistono solo regole generali che si limitano a chiedere che il personale abbia un comportamento "conforme alla dignità delle proprie funzioni". Tutte le authority consultate da "Il Sole-24 Ore" in altri Paesi occidentali hanno invece norme molto chiare. Negli Stati Uniti, la Security Exchange Commission stabilisce che gli unici regali che si possono accettare sono quelli di valore inferiore ai 20 dollari "se provengono da enti o persone non regolamentate". Da chi è regolamentato dalla Sec non si può invece ricevere nulla. "Chi riceve una cravatta per Natale da un ente regolamentato, può decidere se restituirla o comprarla al valore di mercato", spiega il portavoce John Nester. In Gran Bretagna, il codice etico della Financial Service Authority vieta di accettare qualsiasi regalo che valga più di 25 sterline. "Se dovesse, inaspettatamente, arrivare un regalo di valore superiore, e potrebbe sembrare offensivo o è poco pratico rimandarlo indietro, il beneficario deve dichiararlo per iscritto e poi consegnarlo all’ufficio etico che provvederà a fare in modo che l’oggetto in questione sia destinato a un qualche uso interno oppure dato in beneficienza", spiega la portavoce Vanessa Wood. Il codice etico della Commissione federale delle banche, in Svizzera, proibisce a chiunque di "sollecitare, accettare o farsi promettere omaggi o altri vantaggi per sé o per terzi, se ciò avviene nell’ambito del lavoro". E tutti i regali che arrivano comunque vengono restituiti, a meno che il loro valore sia inferiore a quello del francobollo. Le regole deontologiche della Authorité des marchés financiers, l’equivalente della Consob in Francia, prevedono che ogni regalo ricevuto per motivi di lavoro sia segnalato ai superiori gerarchici e che quelli di un valore superiore agli 80 euro siano dichiarati all’ufficio etico. La authority di supervisione finanziaria tedesca, BaFin, considera accettabili regali di valore inferiore ai 25 euro, purché siano dichiarati all’ufficio dell’auditing interno. Infine in Spagna, la Cnmv proibisce al proprio personale di accettare qualsiasi regalo. "Se arrivano vengono restituiti. Anche se si tratta una singola bottiglia di champagne" dice il portavoce. Claudio Gatti