Maria Laura Rodotà Amica, ottobre 2004, 10 gennaio 2006
La Venturi si credeva George Sand, ora fantastica con orari da bancario, Amica, ottobre 2004 Maria Venturi è un’italiana normale con delle stranezze; più o meno le stesse stranezze che farebbero (o fanno) molte italiane normali; anche per questo è diventata un personaggio fondamentale della cultura italiana femminil-pop; il che, a conoscerla, pare normalissimo
La Venturi si credeva George Sand, ora fantastica con orari da bancario, Amica, ottobre 2004 Maria Venturi è un’italiana normale con delle stranezze; più o meno le stesse stranezze che farebbero (o fanno) molte italiane normali; anche per questo è diventata un personaggio fondamentale della cultura italiana femminil-pop; il che, a conoscerla, pare normalissimo. In breve: Venturi ha diretto ”Novella 2000” in anni gloriosi, ha scritto una decina di bestseller d’amore, firmandosi Meri-Meri ha tenuto una famosa rubrica di posta; e poi, cruciale, è l’autrice di ”Incantesimo”, soap opera nazionale di gran successo e di culto. E poi: Venturi ha due figlie e un marito da decenni, «è il secondo, il primo l’ho lasciato con le gemelle in pancia», col marito attuale la storia d’amore sembra copiata dai suoi romanzi (in realtà è il contrario), «io per conquistarlo l’ho inseguito per anni, in mezzo mondo»; ha una nipotina tredicenne amatissima che si è messa a leggere i suoi libri e allora lei taglia le pagine con le scene di sesso; attualmente risiede in una villetta a schiera rosso-telefilm a Gussago, vicino a Brescia, «a Brescia ho proprio una bella casina, ma ora ci sono i muratori». E allora, «scusate il disordine, è appena andata via la mia mamma con la badante», accoglie in una casa da romanzo della Venturi, o da lettrice coetanea di romanzi della Venturi, che è quasi la stessa cosa, il che è uno dei motivi per cui lei vende tanto: divani in chintz, soprammobili in quantità, stampi di rame a forma di gallo e altro appesi in cucina. Fuori c’è una piscina, come nelle soap, solo questa è fuori terra. Vita e amori «Ho sempre scritto, prima poesie, a 17 anni ho vinto un premio per giovani lirici. Poi mi sono laureata in lettere con una tesi su George Sand; ero convinta di essere la sua reincarnazione, è stata una grande, la prima femminista. A 22 anni ho cominciato a scrivere un romanzo. Le prime 80 cartelle le ho mandate a Calvino. Dopo due mesi mi arrivò una lettera meravigliosa: era colpito, mi incoraggiava, mi diceva di mandargli dell’altro. Io però mi stavo sposando, con un mio professore, gli avevo detto che ero incinta. Non era vero però un attimo dopo lo ero veramente. Poco dopo mi sono separata con le gemelle nel pancione, mi sono messa a insegnare. Intanto ho cominciato a mandare racconti a ”Novella”, di dieci che ne mandavo me ne pubblicavano due. A un certo punto mi chiamarono per una sostituzione di maternità. Da allora, per anni, ho fatto avanti e indietro tutti i giorni tra Brescia e Milano; i miei mi guardavano le bambine». «A ”Novella” sono diventata inviata, vicedirettore e direttore; con le figlie ho fatto i salti mortali. Da adolescenti mi accusavano: tu ci compri col denaro, perché le portavo a comprare i vestiti nella boutique Penelope. stata una fatica tremenda, ma se tornassi indietro rifarei tutto e continuerei a rammaricarmi». «Nella vita privata sono stata una pazza, dopo che mi sono separata ho avuto i miei bei colpi di testa, con un oculista pazzo per esempio... Poi ho conosciuto Andrea, il mio secondo marito, io avevo 29 anni lui cinque di meno, lui era di famiglia timorata e io non avevo l’annullamento. Mi diceva ”non me la sento”. Ma io ero talmente sicura che gli ho detto: ti aspetto. Lui girava il mondo per lavoro e io lo raggiungevo inventandomi servizi, andavo in Algeria, a Marsiglia, in Libano, notti d’amore e pianti e lacrime. Sono orgogliosa ma mettevo l’orgoglio sotto i piedi. A un certo punto non ce l’ho fatta più. Lui partiva per l’Alto Volta, mi scrisse, vieni, mi suggeriva di fare un’inchiesta su certe risse tribali; ma io dissi basta mi arrendo. Le grandi passioni devono incanalarsi e diventare qualche cosa. A quel punto lui tornò e mi disse ”non posso fare a meno di te, sei la mia droga”, e stiamo insieme da quarant’anni». Direttore «La nuova ”Novella”, ”Novella 2000”, fu inventata da Enzo Biagi in una notte nel 1967. Per anni ci siamo divertiti come dei matti, lavoravamo con le porte aperte, ridendo. Anche lì si faceva fiction. Le sequenze fotografiche le montavamo come fumetti, facevamo le sceneggiature. Erano belle storie, ti buttavi e ti identificavi. C’erano grandi amori di cui scrivere, oggi sono caduti i tabù e le remore e non stupisce più niente. Il gossip si è deteriorato perché si sono deteriorati i personaggi. Vuoi mettere Caroline e Romina e Lady D. Con queste veline e velinette, che ci fai? Io faccio fatica a riconoscerne la metà». «Quando ho diretto ”Anna” è stata un’altra cosa; le sfilate le vivevo come un incubo ed ero disperata di non poter scrivere». Scrittrice «A un certo punto ho chiesto a Oreste Del Buono di farmi scrivere. Lui mi ha detto ”scrivi dei bei libri d’amore che i romanzi seri sono stati scritti tutti. Studia, impara dagli americani”. Io ho letto Sydney Sheldon, Judith Krantz, Danielle Steele e ho capito il meccanismo. Ho scritto Storia d’amore, una ragazza grassa e brutta che si innamora di un ginecologo. Io devo scrivere di cose che conosco; però ci ho messo un po’ di più, una bambina rapita dalla mafia. La Rai ne ha fatto una miniserie, ne hanno fatte tre dai miei libri». Incantesimo «Quando Canale 5 prese ”Beautiful” a Raidue il direttore Giampaolo Sodano mi chiese un Beautiful all’italiana. Pensa che ti ripensa mi viene di ambientarlo in una clinica di chirurgia estetica. Girano dieci puntate ma poi mandano via Sodano e restano due-tre anni nelle teche Rai. Ma nel ’98 durante i mondiali di calcio Stefano Munafò e il direttore Carlo Freccero le tirano fuori come riempitivo. ”Incantesimo” fa quasi cinque milioni di spettatori contro le partite. Per fartela breve la Rai viene assalita di lettere e telefonate per la ”serie sospesa”. Freccero fa girare le nuove puntate e sono guai: Agnese Nano era dimagrita e coi capelli tagliati, è stata dura ricostruire il cast». «Ormai siamo a ”Incantesimo 7”. La storia d’amore principale si risolve in ogni serie, nell’arco di 26 puntate. Preferisco così. Quando ho ricostruito per l’’Ansa” la trama di ”Beautiful” ho calcolato che Brooke ha 58 anni, Eric 86 e Ridge 62-63. Loro non seguono la logica, non devono spiegare perché una sposa uno poi il padre poi il fratello poi il genero». «Gli attori li fermano per strada; a Tilli-Delia Boccardo chiedono consigli, come a una donna dei miracoli. Quando un attore chiede più soldi o vuole lasciare mi dicono ”fallo morire” e quelli magari mi chiamano e mi dicono ”non farmi morire dai, mandami in coma”». «Nella nuova serie ho fatto mettere Walter Nudo. Nell’’Isola dei famosi” era talmente bravo nel ruolo di vittima... Io seguo l’istinto, mi piacciono i vinti, la gente non sopporta le ingiustizie». Ispirazione «Io fantastico con orari da bancario. Mi alzo prestissimo e mi incateno, mi vengono idee, ogni tanto ho cinque-sei giorni di vuoto. Sono emotiva e romantica; quando hai amato quello che hai vissuto ti resta dentro; e poi io ho il buonsenso dei pazzi. Faccio schemini per libri e fiction, scrivo a mano e a macchina. Scrivo la storia portante, mi occupo dei dieci personaggi fondamentali. Un anno ho ritirato la firma perché hanno fatto stuprare Vanessa Gravina incinta». «Ho imparato tanto da I Miserabili di Victor Hugo, da Pamela di Richardson, da Anna Karenina che ti angoscia con quella smania di amore assoluto; ho pietà per Vronskij travolto da quella rompicoglioni, lui era un bravo ragazzo un po’ leggero. Sono i grandi classici che mi hanno tolto il pudore. Ma al mio primo libro mia mamma preside mi ha detto ”vergognati”. Ora mia nipote Caterina sta leggendo Il cielo non cade mai e io le ho strappato certe pagine. Del sesso nei miei libri avrei potuto fare a meno, anche se non me lo sono mai rimproverato. Ma a chi vede ”Incantesimo” o mi legge piacciono altre cose. La mia segretaria dopo aver ribattuto sul computer Butta la luna mi ha detto ”era tanto tempo che non piangevo così” e io ero proprio contenta». Maria Laura Rodotà