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 2004  settembre 07 Martedì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 13 SETTEMBRE 2004

E la realtà irruppe nel dibattito. Il caso delle staminali. La talassemia è una malattia ereditaria del sangue. Alberto Oliverio: «Si manifesta quando entrambi i genitori passano al figlio un gene difettoso che determina una deficienza nella struttura dell’emoglobina, la molecola contenuta nei globuli rossi che ha la funzione di trasportare ossigeno dai polmoni al resto del corpo. Poiché il midollo osseo del talassemico produce globuli rossi alterati, bisogna ricorrere a continue trasfusioni di sangue durante tutta la vita: le trasfusioni, però, comportano inevitabilmente un’eccessiva concentrazione di ferro (contenuto nella molecola dell’emoglobina) che si accumula in organi importanti come cuore e fegato, compromettendone le funzioni. Per evitare questi danni è necessario usare farmaci che eliminano il ferro, iniettandoli tramite un apparecchio elettronico impiantato sotto la cute. In Italia i talassemici sono circa 7.000, i portatori sani circa 3 milioni». [1]

Avete mai visto un bambino affetto da talassemia? Verso i due anni gli si comincia a gonfiare la testa... [2] Fino a poche settimane fa questa era la situazione di Luca (lo chiameremo così), 5 anni, figlio di turchi residenti in Italia colpito da una variante detta ”morbo di Cooley”. Adesso è guarito: lo hanno salvato, è notizia della settimana scorsa, due sorelline nate ad aprile. I medici del San Matteo di Pavia gli hanno trapiantato cellule staminali prese dal loro cordone ombellicale e poi moltiplicate nella Cell factory del Policlinico di Milano. Le staminali, per capirsi, sono quelle cellule il cui destino non è ancora deciso: attraverso un processo chiamato ”differenziamento” possono dare origine a svariati tipi. [3]

Una grande vittoria dell’umanità. L’hanno detto in tanti. Angelo Vescovi, responsabile del centro di ricerca sulle staminali del San Raffaele di Milano: «Dopo anni in cui non si è fatto altro che dire ”salveremo il mondo” con le terapie staminali, creando speranze e attese nei malati, adesso possiamo parlare di una terapia vera, che si può utilizzare» [4]

Tra gli entusiasti della prima ora spiccava Sirchia. Il ministro della Sanità ignorava però che con la sua legge Luca non avrebbe potuto essere salvato (almeno non in questo modo). Essendo entrambi i genitori portatori sani di talassemia, ogni figlio ha 1 probabilità su 2 di nascere come loro, 1 su 4 di nascere malato, altrettante di essere sano, unico caso in cui può essere donatore. [5] Le gemelline sono nate al Memorial Hospital di Istanbul dopo una fecondazione artificiale e test che avevano assicurato la compatibilità col primogenito. [6]

La nostra legge prevede la diagnosi pre-impianto solo a scopo osservazionale. I controlli possono essere fatti solo se la coppia è sterile. Se ci sono anomalie i genitori vengono informati, ma la selezione non può essere fatta al momento del trasferimento, che diventa a rischio. Se la madre non si presenta all’intervento, l’embrione viene congelato. In genere non succede: c’è sempre la possibilità di fare i test dopo la gravidanza e, nel caso, abortire. [5]

Passi per la Francia, la Spagna, l’Inghilterra. Ma che la Turchia si riveli più laica e liberale dell’Italia, diciamo la verità, è difficile da accettare. Miriam Mafai: «Altre coppie, nelle condizioni dei genitori di Luca, stanno prendendo la via del Belgio o dell’Inghilterra o della Spagna per essere sicuri di mettere al mondo un figlio sano. forse un peccato volere un figlio sano?». [2]

I Radicali stanno raccogliendo firme per un referendum che abroghi la legge. Ne servono mezzo milione entro lunedì. [7] Carlo Flamigni, del Comitato nazionale di Bioetica: «Chi vuole utilizzare quella cura o è ricco, e quindi può permettersi di andare all’estero, oppure si sbrighi a firmare per il referendum abrogativo della legge 40 sulla procreazione assistita». [8] A Istanbul le quattro fasi della fecondazione assistita costano 7 mila dollari. [6]

Per i cattolici gli aspetti positivi del caso Luca non cancellano quelli negativi. Il cardinale Lopez Trujillo, a capo del Consiglio vaticano per la famiglia: «La fecondazione in vitro è una procedura che la legge italiana sulla fecondazione assistita ammette, ma che la morale cattolica non accetta, in quanto vuole che la fecondazione avvenga con atto umano». [9]

I cattolici sono contro diagnosi prenatale e selezione embrionale. Lopez Trujillo: «Si analizzano gli embrioni per scegliere quali impiantare e quali considerare non degni di vita. La finalità è buona, ma non la possiamo ottenere trattando come oggetti, o strumenti, gli embrioni umani, che sono persone». [9]

Le cellule staminali possono essere adulte o embrionali. Miodrag Stojkovic, professore dell’International Center for Life di Newcastle che alla vigilia di Ferragosto ha ottenuto dal governo inglese il premesso di clonare embrioni da sviluppare fino a 14 giorni per scopo terapeutico: «Le prime non pongono i problemi etici delle seconde, però purtroppo non hanno la stessa capacità di differenziarsi delle embrionali. Le embrionali, invece, si possono ottenere in due modi: o attraverso cellule uovo fecondate o appunto con la clonazione a partire da cellule uovo non fecondate. Ma entrambe le tecniche sono eticamente controverse, perché richiedono di creare un embrione umano e di distruggerlo». [10]

La cellula staminale adulta ha una funzione rigenerativa. Gian Luigi Gigli, portavoce della Federazione mondiale dei medici cattolici: «Malgrado tutta la letteratura scientifica evidenzi che gli unici risultati concreti realizzati fino a oggi siano stati ottenuti con le cellule staminali adulte (e ci sono fior di ricerche, sia a livello di scienze di base che di applicazioni cliniche), tutta l’enfasi politica ed economica viene concentrata sull’uso delle staminali embrionali». [11] Renato Dulbecco, Nobel per la medicina: «Non è vero, non è la stessa cosa. Prima di tutto non è ancora chiaro se le cellule staminali adulte possono - per così dire - cambiare campo e diventare qualsiasi altro tipo di cellula. probabile che la trasformazione possa avvenire soltanto in alcuni tipi di cellule. Ma anche se non fosse così, le staminali adulte sono molto più limitate come numero, mentre le cellule embrionali ci offrono la massima disponibilità e plasticità». [12]

I cattolici non sono gli unici ad aver dubbi. Vescovi si definisce agnostico, taoista. Eppure dice che «clonare esseri umani per poi distruggerli è un delirio». [13] Giovanni Berlinguer, presidente onorario del Comitato nazionale di Bioetica: «Per evitare malattie e sofferenze non si può arrivare a creare un duplicato di ciascun essere umano». [14] Dulbecco: «La procedura approvata in Gran Bretagna per ottenere cellule staminali non passa attraverso un vero e proprio processo di fecondazione, in quanto nell’ovocita, cioè nell’ovulo, non viene introdotto uno spermatozoo ma il nucleo di una cellula somatica. Si può discutere quindi se ciò che si forma sia un vero embrione o non piuttosto una coltura di cellule staminali. A mio modo di vedere non siamo di fronte alla creazione d’un autentico embrione». [12] Giuseppe Novelli, professore di genetica a Roma e in Arkansas. « semplicemente un ammasso di cellule. Certo se poi questo insieme viene coltivato, fatto crescere, allora si può arrivare all’embrione. Ma questo non serve a produrre cellule staminali». [15]

Che cos’è la vita? Vescovi: «Per la biologia la vita nasce all’atto della formazione dello zigote, ovvero con la fecondazione. Da quel momento in poi c’è un essere umano». [13] Stojkovic: «I cattolici dicono che incomincia al momento del concepimento, gli ebrei 40 giorni dopo, i musulmani 120 giorni dopo; a chi bisogna dar retta?». [11] Maurizio Mori, docente di Bioetica: «Un’embrione di poche cellule è equiparabile a una persona umana? una sciocchezza, e non lo dico io, lo dice Maritain, il più grande filosofo cattolico del 900». [16]

Il mondo non si divide in laici e cattolici. Come spiega Umberto Galimberti ci sono anche «quanti ritengono, come il laico Kant, che nessun essere umano può essere trattato come un ”mezzo” e quindi essere concepito in modo strumentale allo scopo di farne l’uso voluto, e poi buttarlo via come una cosa. Se ci rifacciamo ai princìpi, come suol fare l’etica tradizionale, il problema è irrisolvibile perché, stando ai princìpi, non si può negare che un embrione è in potenza un essere umano. Ma i princìpi formulati in era pre-tecnologica sono all’altezza dei problemi posti dall’età della tecnica?». [17] Emanuele Severino: «Il seme è in potenza l’albero, ha la capacità di diventarlo, e allo stesso modo si può dire che l’embrione è in potenza un essere umano. Il problema è: si possono attribuire all’embrione umano le proprietà specifiche dell’uomo in atto? No, noi non ci ripariamo dal sole sotto il seme». [18]

Luca è stato curato con cellule del cordone ombelicale. Massimo Aglietta, dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo: «Hanno potenzialità intermedie tra quelle embrionali e quelle adulte. Ma un grosso vantaggio rispetto a quelle embrionali: non pongono problemi di natura etica». [19] Il professor Giuseppe Masera, direttore della Clinica Pediatrica all’ospedale San Gerardo di Monza: «D’accordo con la divisione di Maternità, per un certo periodo abbiamo chiesto in modo sistematico, alle gestanti che arrivavano per partorire, se volevano donare il cordone ombelicale», che in genere «viene buttato via, ma può servire per ridare la vita a bambini ammalati». Ma il processo e la conservazione costano: «Attualmente portiamo avanti l’iniziativa in modo mirato». [20] Ignazio Marino, direttore del Centro Trapianti del Jefferson Medical College di Philadelphia: «Il cordone ombelicale d’un bambino contiene mediamente 800-900 milioni di cellule che possono essere utilizzate mentre per il trapianto ne servono circa 300-350 milioni per ogni 10 chili di peso. Ciò significa che la terapia può essere disponibile per pazienti che non superino i 20-30 chili, di qui l’ampio utilizzo nei bambini». [21]

Le embrionali non sono il problema. Vescovi: «Esse, per conto loro, non sarebbero mai capaci di diventare una vita. Sono cellule potentissime, e basta. Il problema è che per ottenerle bisogna fare degli embrioni e poi disfarsene. Ma, se ci fosse un modo per ottenere le cellule senza dover creare e uccidere un embrione, il dilemma etico svanirebbe. un filone di ricerca molto promettente. Alan Trouson, direttore scientifico dell’istituto di ricerche sulla fertilità della Monash University, a Richmond Victoria (Australia), lo ha fatto. Ha trapiantato una cellula embrionale staminale nel nucleo di una cellula adulta e ha creato una linea cellulare». [13]

Le staminali cureranno presto tutti i nostri mali? improbabile. Non mancano i successi, come le migliaia di ustionati gravi rivestiti di nuova epidermide, o i 100 e oltre pazienti si fanno ricreare la cornea da Michele De Luca e Graziella Pellegrini a Venezia, o i promettenti esperimenti sulle ossa dell’ospedale Rizzoli di Bologna. [22] Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale di bioetica: « sgradevole ma gli scienziati più accreditati, come Veronesi, spiegano che ci vorranno almeno 20 anni per avere risultati operativi». [23]