o, 10 gennaio 2006
Un agnelli sull’altare (con la nipote di un santo), 4 settembre 2004. John Philip Elkann ha sposato Lavinia Borromeo Arese Taverna
Un agnelli sull’altare (con la nipote di un santo), 4 settembre 2004. John Philip Elkann ha sposato Lavinia Borromeo Arese Taverna. John detto «Jaki» è il primogenito di Margherita Agnelli (pittrice di soggetti religiosi) e dello scrittore Alain Elkann. Lei è la seconda dei cinque figli di Carlo Borromeo, discendente di San Carlo Borromeo. La sorella maggiore, Isabella, già fidanzata col rampollo greco Spyros Niarchos, vuole diventare attrice e regista; quella più piccola, Matilde, studia veterinaria. Dei due fratellastri, figli di Paola Marzotto, Carlo è a San Francisco e studia design, Beatrice fa la modella ma vuole studiare Lettere e Filosofia (Marina Cicogna, ”Vanity Fair” 2/9/2004; Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004). Complicità. A presentare i due neosposi la sorella di lei, Isabella, con la complicità di Lapo Elkann, futuro cognato (Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). Regali. L’antica tradizione tra le sorelle Borromeo al momento della presentazione d’un ragazzo: «Se un giorno lo sposerai, dovrai regalarmi sette camicie...» (Maria Laura Giovagnini, ”Oggi” 8/9/2004). 700. Il matrimonio è stato organizzato da Bona e Gibi, zii di Lavinia (che hanno pagato tutto), con la consulenza artistica di Beppe Modenese (che ha garantito «una cerimonia tradizionale e semplice»). Settecento invitati in tutto, il sì alle 18.30 di sabato nell’ottocentesca cappella dei Borromeo sull’Isola Madre, lago Maggiore, davanti a qualche decina di privilegiati. A officiare l’arciprete di Sant’Ambrogio Biagio Pizzi; musica di flauti e clavicembali sulle note di Bach e Handel. Secondo tradizione pure l’addobbo floreale, curato dall’anziano decano dei giardinieri dell’Isola Bella, servendosi esclusivamente delle piante che cura da una vita (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004; Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004; Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). Pareri. «Il paradiso terrestre, il luogo più voluttuoso che abbia mai visto» (Gustave Flaubert a proposito del luogo delle nozze) (Maria Corbi, ”La Stampa” 4/9/2004). Testimoni di lei. I fratellastri Carlo e Beatrice (nati dall’unione del conte Carlo Ferdinando con Paola Marzotto) e lo zio Gilberto; a Isabella e Matilde il ruolo di damigelle (Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004). Testimoni di lui. I fratelli Lapo e Ginevra e il cugino Alessandro Nasi. In prima fila, papà Alain con la moglie Rosy Greco (Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004). Disparità. Incerta fino all’ultimo la partecipazione della mamma di Jaki. Motivo: la figlia dell’Avvocato avrebbe ritenuto impari la situazione ereditaria visto che il testamento di Gianni Agnelli avvantaggia Jaki rispetto ai 5 figli avuti dall’unione col secondo marito Serge de Palhen (Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). L’accordo. A un anno e mezzo dalla morte di Gianni Agnelli, i suoi eredi hanno trovato l’accordo sulle tre disposizioni testamentarie che l’Avvocato aveva scritto negli ultimi vent’anni della sua vita: la quota maggioritaria della società di controllo della Fiat alla vedova Marella Caracciolo, con una parte superiore alle altre, e ai nipoti Jaki, Lapo e Ginevra nati dal matrimonio della figlia Margherita con Alain Elkann; tutti gli immobili, tra cui quelli di Torino e Roma a Margherita (Salvatore Tropea, ”la Repubblica” 4/9/2004). Conclusione. «La famiglia è unita in rapporti di affetto saldi e immutati» (Margherita Agnelli, dopo l’accordo sull’eredità e prima della cerimonia) (’Ansa” 4/9/2004). Invitati. Tra gli altri, Luca di Montezemolo, Gianni Letta, Mirko Tremaglia, Domenico Siniscalco, Cesare Romiti, Michael Schumacher, Evelina Christillin, Silvio Berlusconi (scompagnato), Jas Gawronski. Assente Martina Stella, fidanzata di Lapo, trattenuta al festival di Venezia (ma pare che tra lei e la sposa «non scorrano correnti di grande simpatia») (Laura Laurenzi, ”la Repubblica” 3/9/2004). Invidia. «La considero una bella favola: sono eleganti, ricchi e belli, per cui mi sento combattuta tra l’invidia di quanto hanno avuto dalla vita e la felicità di vedere che esistono ancora giovani così privilegiati. Mi auguro che la favola continui anche se, da vecchia marpiona quale sono, resto un po’ cinica sull’amore eterno» (Marina Ripa di Meana, non invitata) (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004). Cose utili. Carlo Giovannelli, tra gli invitati: «Ho regalato agli sposi un frullatore ipermoderno, perché ho pensato che sono ragazzi giovani, hanno già tutto, amano le cose utili. Questo rapporto si è sempre distinto per eleganza e riservatezza. L’assenza di eccessi, come si usava una volta nelle grandi famiglie, rende l’evento ancora più importante» (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004). Canneté. Nella lista di nozze presso la Rinascente: il set di tre presine da cucina in canneté beige (1,50 euro l’una) con guantone da forno coordinato (3 euro); il servizio da caffè di Bodum (30,80 euro), una tovaglia bianca quadrata (14,70 euro), una rettangolare (18 euro), tovaglioli a righe multicolor (1,40 euro l’uno), un servizio da tavola per 12 (198 euro), cuscini danesi in piuma di varie dimensioni (da 62 a 68 euro) con copricuscini, accappatoi, teli da bagno, una coperta di cachemir (886 euro) e un plaid rosso (89 euro). Sembra però che i due abbiano aperto un’altra lista presso un noto antiquario milanese e almeno un’altra a Roma (Anna Maria D’Alessandro, ”Vanity fair” 9/9/2004). Ore. Il regalo della Marzotto: due orologi uguali di de Grisogono che indicano tre fusi orari diversi. Come dedica una frase del poeta Evtushenko: «I felici non guardano le ore. Sono le ore che guardano i felici» (Maria Laura Giovagnini, ”Oggi” 8/9/2004). Anelli. Il dono di nozze di Jaki, un anello in rubini e zaffiri in omaggio ai colori dello stemma di Lavinia (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004). Prua. L’arrivo dei due sposini su un motoscafo con rose bianche sulla prua, una vecchia lancia di legno del 1926 già utilizzata da Mussolini, che alloggiava dai Borromeo durante la conferenza di Stresa (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004; Laura Laurenzi, ”la Repubblica” 3/9/2004). Cielo. Donna Marella, l’unica a non arrivare sull’isola con le imbarcazioni: solo a lei è stato concesso di volare sopra un cielo blindatissimo e atterrare con l’elicottero, accompagnata da Gianluigi Gabetti, presidente dell’Ifi (Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004). Regali/1. La vedova dell’Avvocato ha regalato a Lavinia un gioiello, «uno tra quelli che ho più amato» (Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). Regali/2. Lavinia non apre mai i regali di Natale prima della mattina del 25 dicembre. E non ha scartato nessuno dei doni giunti per le nozze prima di sabato (Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). Leoni. Figlia del conte Carlo («un giovane leone, affascinante e un po’ scapestrato, ma non esibizionista», secondo Marina Cicogna) e dell’ex indossatrice tedesca Marianne Sybille Zota («molto bionda, molto schiva, molto chiusa, da cui ha preso tanto» a detta di Lina Sotis), Lavinia ha passato gran parte della sua infanzia nella fattoria del padre a Costa Rossa, in Lomellina. S’è poi trasferita nell’appartamento materno a Milano, dove ha frequentato il liceo e la facoltà di Scienze Politiche all’Università Cattolica, laureandosi col massimo dei voti (Maria Laura Giovagnini, ”Oggi” 8/9/2004). Love. Jaki la chiama anche Lav, giocando sul fatto che suona come love. Solo davanti ai familiari usano il nomignolo che si danno nell’intimità, «B», che sta per Bacio (ma non l’hanno mai ammesso) (Maria Laura Giovagnini, ”Oggi” 8/9/2004; Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). Compatibilità astrale. Fuoco lui, Acqua lei: una coppia diversa negli elementi ma complementare negli intrecci astrali. Lei, Sole e Luna in Pesci, trova il punto di forza del rapporto nella congiunzione alla Venere maschile, aspetto che unisce la sua emotività e femminilità all’affettività di John. Esuberante la sessualità di lei, in equilibrio con l’ideale femminile dello sposo. Nel cielo del matrimonio, per lo più beneagurante, si palesa per Lavinia una dissonanza di Saturno a Venere, forse a significare l’assunzione, per amore, di un ruolo da futura first lady, difficile per la sua innata riservatezza (Loredana Pennati, ”Chi” 8/9/2004). Stilisti. Lavinia frequenta ancora l’università quando comincia a lavorare, grazie all’intervento della contessa Marzotto, nell’atelier di Giuliana Cella, nota per le creazioni etnochic (Maria Laura Giovagnini, ”Oggi” 8/9/2004). Culinaria. Le melanzane alla parmigiana, il piatto preferito di Lavinia. La culinaria la sua passione: colleziona ogni genere di libro di cucina ed è abile tra i fornelli. Piatto forte: mousse al cioccolato e pasta al forno (Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). 14 posti. Dopo il sì, il brindisi (una coppa di champagne) dei novelli sposi con gli ospiti poi il trasferimento in motoscafo sull’Isola Bella, tra statue e alberi secolari. Qui gli altri 650 ospiti. Un tavolo centrale per gli sposi con 14 posti a sedere. Per tutti gli altri invitati cena al buffet. Fiori bianchi, uva beneaugurante e limoni (simbolo dello stemma dei Borromeo), le decorazioni (Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004). Il menu. Sformato di riso, raviolini con fonduta, trofie al pesto, buffet di insalate, lombetto di agnello, minicotolette alla milanese, sella di vitello, dolce. Vini: prosecco Aneri, champagne Veuve Clicquot, arneis Ceretto Blangè e bordeaux Chateu Greysac (Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004). Fragoline. La torta nuziale, a base di pan di spagna, crema e fragoline di bosco sormontata dal Lingotto e dall’unicorno, simboli delle due dinastie (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004). cru/1. «Classico, romantico, non troppo scollato, molto sciancrato, sui toni dell’écru e si apre verso il basso a tunica in un gioco di pieghe su pieghe, di plissé di tulle artisticamente ripiegato sui vuoti creati da quelli del satin, fino a comporre degli anelli che degradano sul lungo strascico» (descrizione del vestito da sposa creato da Valentino) (Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). cru/2. Le partecipazioni in cartoncino écru realizzate da Raimondi e Pettinaroli (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004). Sgabelli. Pare che Valentino abbia chiesto le misure dello sgabello destinato a Lavinia durante la cerimonia per esser certo «che neppure la minima increspatura ne alteri la linea» (Luciano Regolo, ”Chi” 8/9/2004). Strascico. Sul capo di lei, anche il preziosissimo velo antico delle sue ave e uno strascico lungo quanto basta da esser contenuto nella cappella (Sabrina Bonalumi, ”Gente” 7/9/2004). Per lui. Un tight di Anderson and Sheppard, sarti inglesi che vestono il principe Filippo, Tom Cruise e Sean Connery (Il gatto e la volpe, ”Libero” 2/9/2004). Falso storico. «Sarebbe un falso storico accostare il matrimonio di Giovanni Agnelli a quello di suo nipote John Elkann, come se nel frattempo non fossero accadute cose grandi e terribili, la crisi della grande industria, il crollo della controparte comunista, le conquiste e le disavventure della dinastia (l’ultimo ad andarsene è stato proprio Egon, lo stilista). Ma è impossibile non pensarci. Anche John detto Jaki è diventato consigliere d’amministrazione della Fiat a 22 anni. Anche lui sposerà un’aristocratica bella e sottile, Lavinia Borromeo Arese Taverna, di ventisei anni. Anche questa volta le nozze si celebrano sul territorio della famiglia di lei, discendente di condottieri, santi, cardinali» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 3/9/2004). Il papà. «Una storia romantica» (Alain Elkann) (’la Repubblica” 3/9/2004).