Corriere della Sera 4/1/2006, Paolo Valentino, 4 gennaio 2006
TERRORISTA
Corriere della Sera 4/1/2006. Gudrun Ensslin, numero due della banda Baader-Meinhof, l’equivalente tedesco delle nostre Brigate Rosse, scriveva dal carcere al fratello e alla sorella chiedendo: «insieme ai libri politici vorrei leggere le favole di Andersen. E poi ancora Il pasto nudo di William Burroughs, le poesie di Ezra Pound, due riviste pornografiche (qualunque, forse Olympia) e una cosa che trovi di De Sade. Poi vorrei due o tre libri inglesi e un dizionario Langescheidt inglese-tedesco». Un’altra volta «la matita per gli occhi castano chiaro Dr. Payot e il rimmel color marrone della Revlon» oppure «un paio di scarpe numero 40 polacchetto, un po’ come le clarks ma di cuoio, color beige, con la suola di crêpe, costano circa 56 marchi e le trovi da Goertz». Marzo 1973: «Alla prossima visita portami per favore un paio di calze Burlington di lana pure alte fino al ginocchio, grigie o beige, e un maglione girocollo blu marine, taglia 50, un classico inglese con le maniche tagliate diagonali, sottile e caldo, liscio e morbido, di Lambswool o di un altro diavolo di lana». «La vicenda della Ensslin, figlia di un parroco protestante e insegnante di formazione, è legata a filo doppio a quella di Andreas Baader, fondatore della Rote Armee Fraktion che aveva conosciuto all’università nel 1967 e al quale da quel momento fu legata per sempre sul piano sentimentale e politico. Insieme impararono in Giordania le tecniche della guerriglia, insieme organizzarono rapine in banca, insieme arrivarono poi a progettare attentati e omicidi. Arrestati nel 1972, processati e condannati all’ergastolo, Ensslin e Baader si suicidarono nel carcere di Stammheim il 18 ottobre 1977, dopo che i loro compagni, per ottenerne la liberazione, avevano dirottato un aereo della Lufthansa a Mogadiscio, ma erano stati uccisi dalle teste di cuoio inviate dal governo tedesco»
Paolo Valentino