La Stampa 5/1/2006, Paolo Mastrolilli, 5 gennaio 2006
BARBIE
La Stampa 5/1/2006. Poiché sul sito della Mattel si chiede ai visitatori bambini di che sesso sono e si offrono tre opzioni in risposta: «Sono un bambino», «Sono una bambina» e «Non lo so», la Concerned Woman of America (CWA, ”Donne Preoccupate d’America”) ha sostenuto con comunicati molto violenti che l’azienda vuole spingere i piccoli sulla strada della transessualità, in modo da sfondare in un nuovo segmento di mercato. Bob Knight, direttore dell’Istituto Cultura e Famiglia all’interno della CWA: «Il problema sta nella risposta ”non lo so”. l’idea che non c’è nessun rapporto tra l’identità sessuale di un individuo e il sesso con cui nasce. Un’importante componente dell’agenda gay. In questo modo la Mattel può convincere gli incerti ad avere rapporti omosessuali». Una Barbie-gay, secondo il CWA, potrebbe far recuperare terreno all’azienda, che nell’ultimo trimestre ha visto calare del 12 per cento le vendite di Barbie (di cui si piazzano comunque ancora 94 milioni di pezzi l’anno). Alla Mattel hanno risposto che si sono sbagliati: «La risposta neutra - che mettiamo sempre nei questionari - doveva essere ”Non voglio dirlo” e non ”Non lo so”»
Paolo Mastrolilli