10 gennaio 2006
Stocco Luciana, di anni 60. Origini venete, quattro figli avuti da un marito perso da più di vent’anni in un incidente di moto, viveva con uno dei suoi pargoli, Sciorlin Marco, di anni 32, in un appartamento al primo piano di una palazzina residenziale a Tombolo, provincia di Padova
Stocco Luciana, di anni 60. Origini venete, quattro figli avuti da un marito perso da più di vent’anni in un incidente di moto, viveva con uno dei suoi pargoli, Sciorlin Marco, di anni 32, in un appartamento al primo piano di una palazzina residenziale a Tombolo, provincia di Padova. Una vita tranquilla a gustarsi le gioie familiari, negli ultimi tempi s’angustiava solo per quel suo Marco, cattolito fanatico, titolare di un’impresa fallita, disoccupato da mesi, con la testa che andava sempre più spesso per i fatti suoi, causa una debolezza che si trascinava dall’infanzia aggravata dopo la scomparsa del padre. Su di lui vegliava uno psichiatra della locale unità sanitaria, anche se da anni non s’abbandonava più agli eccessi violenti d’un tempo. Lunedì sera la donna se lo ritrovò in casa più nervoso del solito, e mentre si preparavano a consumar la cena, presero a litigare non si sa perché. D’un tratto lo Sciorlin, convinto che il diavolo fosse entrato nel corpo della madre, cominciò a picchiarla in faccia con un appendiabiti fino a sfondarle la fronte. Quando finalmente la vide crollare a terra, cosparse il corpo d’alcol, accese il fuoco e raggiunse la cucina per mandare all’aria tutta la casa con il gas urlando a squarciagola «sta per scoppiare tutto». Risvegliata dal dolore la Stocco s’alzò, corse verso la finestra, sfondò il vetro e piombò sul pavimento del terrazzo. Mentre i vicini gettavano acqua dal piano di sopra e buttavano giù la porta per scongiurare l’esplosione, lo Sciorlin era già a bordo della sua auto. Girovagò tutta la notte e al mattino parcheggiò la Micra davanti all’ambulatorio psichiatrico di Cittadella, dove chiese ai i carabinieri accorsi per acciuffarlo come stava la mamma, certo che fosse in casa ad aspettarlo dopo che lui l’aveva liberata dal demonio. Verso le 20 di lunedì 30 agosto a Tombolo, 6.000 anime nella bassa padovana.