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 2006  gennaio 06 Venerdì calendario

Non abbiamo figli e ce ne vantiamo. Il Messaggero 06/01/2006. New York. In questi giorni l’attore Steve Martin sta spopolando sugli schermi con il film ”Una scatenata dozzina”, in cui interpreta la parte di un allegro paterfamilias con la bellezza di 12 figli

Non abbiamo figli e ce ne vantiamo. Il Messaggero 06/01/2006. New York. In questi giorni l’attore Steve Martin sta spopolando sugli schermi con il film ”Una scatenata dozzina”, in cui interpreta la parte di un allegro paterfamilias con la bellezza di 12 figli. E’ il tipico film comico della stagione natalizia, trasudante buoni sentimenti familiari. Ma nella realtà, Steve Martin non ha figli, e non li ha mai voluti, anzi è membro onorario di un’associazione che raccoglie le coppie che hanno scelto di non avere prole. Childfree by choice , ”Liberi da figli per scelta” è un’organizzazione nata oramai da una decina d’anni, ma il numero degli associati cresce a ritmo vertiginoso. E probabilmente continuerà a crescere: l’ultimo censimento ha dimostrato infatti che il numero delle donne americane di età fra i 40 e 44 anni, donne cioè alla fine della loro età fertile, che non hanno mai avuto figli è aumentato del 10 per cento in 30 anni, toccando quota 18 per cento. Fra queste ci sono naturalmente numerosissime donne che non hanno avuto bambini per motivi fisici o sentimentali, ma molte hanno semplicemente compiuto la scelta consapevole di restare nullipare. Il fenomeno è tanto in crescita, da non essere più visto come una curiosità, come avvenne quando nacque Childfree by choice . La parola stessa ”childfree” era una novità, visto che fino ad allora si era sempre usata l’espressione childless , cioè ”mancante di figli”. L’idea che uno potesse definirsi ”libero” da figli, anziché ”mancante” era rivoluzionaria. Ma oggi, in un Paese che riscopre i valori tradizionali, le coppie childfree sono spesso criticate, come anti-americane, come disobbedienti ai comandamenti divini. Loro non se ne preoccupano granché, e anzi elencano i fenomeni sociali che sembrano rafforzare le loro file. Proprio ieri, il New York Times ha pubblicato un lungo articolo per criticare la crescente e intollerabile competitività fra genitori di bambini particolarmente dotati. Secondo una serie di esperti, il normale amore paterno e materno tende sempre di più a sconfinare in atteggiamenti di vanità aggressiva e di cattivo gusto. Quando l’amore e l’orgoglio diventano così oppressivi, ammoniscono gli educatori, i bambini non si sentono più rassicurati, al contrario cominciano a provare sentimenti di insicurezza. Il comportamento insistente di tanti genitori è considerato sbagliato per il bambino, ma anche maleducato in generale, una violazione del bon ton, tant’è che il quotidiano offre una piccola guida del buon gusto per aiutare i genitori particolarmente entusiasti a non cadere nella spocchia: «Parlate pure del ruolo che il vostro bambino ha ottenuto nella recita scolastica - consiglia il quotidiano -. Ma evitate di parlarne per un lasso di tempo che sia più lungo della recita stessa». A dar manforte alle file dei childfree c’è anche il fatto che molti genitori della generazione cresciuta negli anni Sessanta abbracciano comportamenti ”libertari” che spesso disturbano le persone in pubblico: bambini che scorrazzano nei ristoranti, che intralciano il cammino dei camerieri, che gridano, hanno spinto alcuni proprietari di ristoranti ad aprire sale riservate per i childfree , un po’ come quando c’erano ancora le sale per fumatori e non fumatori. La cosa ha fatto gridare allo scandalo i genitori militanti. Ma i childfree si sono detti molto contenti: «Questa è una società child centered - ha detto Jennifer Shawne, autrice del libro Baby not on Board (Nessun bambino a bordo) -. Ma non tutti trovano i bambini così interessanti». Ed effettivamente, le coppie che si dicono ”disinteressate” sono tante. Da Oprah Winfrey, l’attrice e personalità televisiva («Non ho tempo per i figli» ammette,) al famoso scrittore Don De Lillo, all’attore Christopher Walken («Mia moglie ha già troppo daffare con me» scherza), alla musicista Bonnie Raitt, all’attore Ralp Fiennes («Bambini? Per carità.....»), al politico Ralph Nader («Dovevo scegliere fra la famiglia e la politica, non si può avere energia per entrambi»), al presentatore televisivo Jay Leno, i childfree non sono più un’anomalia. Come ha spiegato George Clooney: «Scegliere di non fare figli è legittimo, così come lo è scegliere di farli». Anna Guaita