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 2006  gennaio 10 Martedì calendario

Babb Sanora

• Nata a Otoe (Stati Uniti) nel 1907, morta a Hollywood (Stati Uniti) il 31 dicembre 2005. Scrittrice. Aveva aspettato 65 anni per vedere pubblicato il suo capolavoro, Whose Name are Unknown (I loro nomi sono sconosciuti), che raccontava la lotta dei contadini in California. Nel ’39 il co-fondatore della Random House, Bennett Cerf, lesse il manoscritto di Sanora Babb e lo definì «eccezionalmente bello», ma rinviò la pubblicazione per non intaccare il successo di Furore di Steinbeck, che affrontava lo stesso tema. Di rinvio in rinvio il romanzo rimase nei cassetti fino al 2004. «Se fosse nata mezzo secolo più tardi, forse il suo destino letterario sarebbe stato completamente diverso. E invece Sanora Babb, donna e native american in un’America dominata da scrittori bianchi e uomini, è morta quasi dimenticata, a 98 anni, nella sua casa diHollywood, dopo una vita di frenetico lavoro passata largamente inosservata al vasto pubblico. [...] i necrologi la ricordano come ”la finissima autrice di Whose names are unknown (I loro nomi sono sconosciuti), un capolavoro letterario accantonato per non danneggiare il successo di Furore di John Steinbeck”. I due romanzi, scritti in contemporanea, erano imperniati entrambi sul tema della lotta per la sopravvivenza dei poverissimi emigranti nella California della Grande Depressione. Il fondatore della Random House, Bennett Cerf, che aveva acquistato I loro nomi giudicandolo ”un capolavoro”, decise di rimandarne la pubblicazione ”a data da stabilirsi”. «Che incredibile scalogna - scrisse Cerf alla Babb nell’agosto del 39 -. Il romanzo di Steinbeck sta dominando le liste dei bestseller e ovviamente un altro libro sullo stesso tema, adesso, sarebbe un triste controsenso”. L’autrice si rassegnò ad aspettare ”un momento migliore” ma la sua attesa è durata 65 anni. Dopo aver languito tra la polvere dell’archivio storico della Random House, I loro nomi sono sconosciuti è stato riscoperto e pubblicato nel 2004 dalla casa editrice dell’Università dell’Oklahoma, ”per il suo altissimo valore narrativo”. La critica lo ribattezzò subito ”un capolavoro dimenticato” e ”un grande classico americano”. Secondo alcuni ”supera addirittura quello di Steinbeck”. Al contrario dall’autore di Furore, la Babb, nata in una poverissima riserva indiana Otoe in Oklahoma nel 1907 (l’anno in cui lo Stato entrò a far parte dell’Unione) aveva vissuto in prima persona le storie che raccontava e che erano ispirate al dramma, vero, della sua famiglia. Costretta a vivere in uno scantinato senza luce e acqua dove venne morsa da un enorme ratto e fu costretta ad assistere alla nascita di un fratellino morto. Nel ’36 si era iscritta al Partito comunista e aveva visitato l’Unione Sovietica. L’anno dopo aveva iniziato I loro nomi; a quei tempi lavorava presso la Farm Security Administration - un’agenzia federale che aiutava i contadini durante la Depressione-e lavorava come attivista e sindacalista per organizzare gli emigranti senza permesso di lavoro. ”Sanora è stata vittima del temutissimo rifiuto che prima o poi affligge tutti noi scrittori- spiega l’amico Ray Bradbury-. Ha segnato la sua intera carriera, anche se non l’ha certo distrutta”. Nel ’58, la Babb- che nel frattempo aveva sposato il direttore alla fotografia e premio Oscar James Wong Howe, sfidando la legge californiana che vietava i matrimoni misti-pubblica il suo primo romanzo, The lost traveler. Seguono l’autobiografico An owl on every post, la collezione di racconti Cry of the Tinamou e il libro di poesie Told in the Seed. Per sbarcare il lunario è costretta a lavorare come reporter per l’agenzia di stampa Associated Press e per alcune stazioni radio e riviste letterarie ma dal ’29 al ’39 ha vissuto praticamente homeless e senza un centesimo. ”Ho conosciuto personalmente Steinbeck quando è venuto nella mia riserva a cercare spunti per il suo libro e credo di essere una scrittrice migliore di lui- ha dichiarato in un’intervista al Chicago Tribune, nel 2004 -. Il suo libro non è certo realistico quanto il mio”. Secondo il Los Angeles Times Steinbeck rubò alla Babb importantissimi appunti e materiale (il fulcro del suo inedito) incorporandoli a piene mani in Furore, senza mai citarne la fonte» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 10/1/2006).