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 2004  agosto 26 Giovedì calendario

Le prurigini del pubblico, Il Giornale, 26/08/2004 Sarà affare di pochi, ma la notizia di cronaca merita di essere riferita: l’isola sulla quale abitava il protagonista del romanzo I lavoratori del mare di Victor Hugo è in vendita

Le prurigini del pubblico, Il Giornale, 26/08/2004 Sarà affare di pochi, ma la notizia di cronaca merita di essere riferita: l’isola sulla quale abitava il protagonista del romanzo I lavoratori del mare di Victor Hugo è in vendita. Prezzo base: 75mila euro. Si chiama Houmet Paradis, si trova al largo della costa nord-orientale di Guernsey, ha un’estensione di 7 ettari e un valore stimato tra i 75mila e i 300mila euro. Il proprietario, tale James Watson, un britannico appassionato di vela, l’acquistò nel ’51 per 750 euro. «Per coloro che vogliono giocare a fare il naufrago, è deliziosa», ha dichiarato Clive Maides, socio della casa d’aste Martel Maides, incaricata della vendita. Si dice che qualche possibile «miserabile» acquirente di quest’isola da romanzo si sia già fatto avanti. A proposito di naufragi: una rarissima copia della prima edizione delle avventure di Robinson Crusoe di Daniel Defoe l’inverno scorso é stata proposta da Christie’s, a NewYork, per 70mila dollari: è una delle pochissime copie superstiti della prima stampa londinese del 1719: oggi ne rimangono una decina in tutto il mondo. E a chi ama le storie di mare e di avventura si consiglia di non perdere l’asta che si terrà il 23 settembre a Londra, quando andrà all’incanto un diario di bordo del XVIII secolo che testimonia di un tentativo di ammutinamento su un veliero irlandese, appena sei anni prima dall’immortale episodio del Bounty... Isole a parte, all’asta finisce di tutto: lettere, diari, cartoline, appunti, bozze, manoscritti, prime edizioni, disegni, libri dedicati. I grandi scrittori si vendono e svendono, e qualche appassionato pronto ad accaparrarsi mirabilia letterarie si trova (quasi) sempre. A luglio, un anonimo acquirente s’è aggiudicato a un’asta di Sotheby’s una missiva dai contenuti erotici scritta da James Joyce alla fidanzata Nora Barnacle nel 1909, ritrovata per caso in libro di proprietà del fratello dello scrittore irlandese, per la bellezza di 445mila dollari, una cifra quattro volte superiore alle aspettative: un record assoluto per una lettera del XX secolo. Poche pagine in cui l’autore dell’Ulisse descrive nei dettagli il suo desiderio per la bella Nora, apostrofandola tral’altro «mia piccola furfante». Quanto varrebbero a un’asta, viene da chiedersi, i deliqui amorosi del chiacchieratissimo carteggio tra Calvino e Elsa de’ Giorgi? Segreti & misteri nascosti in pagine ingiallite dal tempo. Tra la raccolta di autografì dei giganti della letteratura inglese messi all’asta nella sede londinese di Christie’s a marzo (dal manoscritto di Fancy in the clouds di Samuel Taylor Coleridge a una lettera finora sconosciuta di John Donne, da una manciata di pagine manoscritte di Oscar Wilde con le sue riflessioni sull’America a un poema di Alexander Pope) anche un carteggio inedito del poeta vittoriano Robert Browning, morto nel 1889, che svela la sua amicizia amorosa con la giovanissima Julia Wedgwood, nipote del naturalista Charles Darwin: 73 lettere «di fuoco», di cui nessuno sospettava l’esistenza, che rivelano una appassionata e turbinosa relazione. Stima del carteggio: 2,5 miboni di sterline, circa 3,2 inflioni di euro. Nulla, al confronto, sono i 21mila dollari pagati da un anonimo collezionista americano, ad aprile, per una lettera d’amore scritta da Dylan Thomas a Caitlin Macnamara, sua futura moglie, nel 1936, mentre lei era ricoverata in ospedale per una breve malattia poco tempo dopo che i due si erano conosciuti. Le amorevoli cure di un poeta che ha saputo assurgere a mito di una generazione... Quanto vale un autografo di Wolfgang Amadeus Mozart? Se ha una dedica in lingua italiana come quello battuto qualche settimana fa alla casa d’aste Dorotheum di Vienna, può arrivare a 24mila euro. E sì che la gara al rialzo era partita da 5mila. «Eterna sarà per te l’amicizia mia, perpetua sanità ed ogni contentum il ciel ti dia. Sono questi i voti miei e così sia», così scriveva il compositore austriaco il 28 marzo 1785 sul retro di un’immagine di San Giuseppe al marito di sua sorella Maria Anna. Fatti i conti, circa mille euro a parola, articoli e congiunzioni compresi. Più difficile fare i conti, passando dalla musica alla filosofia, per valutare le fatiche di Henri Bergson: un testo di 495 pagine scritte a mano dal pensatore francese, premio Nobel nel ’27, a dicembre è stato aggiudicato per 14mila euro, contro una stima di 5mila. Si trattava del rarissimo autografo del Corso di filosofia tenuto nel 1892 e finito nelle mani di un amico e poi svanito nel nulla: Bergson infatti era solito distruggere tutti i manoscritti delle sue opere edite, donando a volte gli appunti agli allievi. E in Italia? Negli ultimi mesi è andato all’asta di tutto: l’archivio privato di Carlo Levi (con tanto di «striscia» polemica ... ); il leggendario manoscritto originale della raccolta poetica Il più lungo giorno di Dino Campana, vale a dire la versione autografa precedente alla stesura dei Canti Orfici di cui per anni si erano perse le tracce prima del ritrovamento nel 1971 (a marzo il quadernetto è stato battuto da Christie’s a Roma per 213mila euro); una curiosa lettera di Giosue Carducci inviata da Bologna nel 1867 alla nobildonna Cesira Siciliani (divertente il postscriptum sull’ultima pagina macchiata da uno sbaffo d’inchiostro: «Perdoni questo sgorbio d’inchiostro, ma troppo son pigro e svogliato scrittore e specialmente epistolografo, sì che possa avere il coraggio di riscrivere la lettera. Mi sottometto piuttosto alla taccia di villano e screanzato a cui sono avvezzo»); un album di disegni originali realizzati da Fortunato Depero nel 1931 per la campagna pubblicitaria del Campari, un episodio «massmediatico» che all’epoca suscitò grande eco (60mila euro per 34 fogli illustrati); una copia della prima tiratura di Parole in libertà futuriste di Filippo Tommaso Marinetti stampata a Roma su 15 finissimi fogli d’alluminio nel novembre del ’32 (quotata la metà rispetto all’opera del «collega» Depero); la prima edizione de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, uscito da Feltrinelli nel ’58, che sul mercato antiquario vale mille euro, il triplo rispetto alle prime edizioni di libri di Ginzburg, Papini, Palazzeschi e Pasolini (come ha dimostrato un’asta di Christie’s del marzo scorso a Roma). Dal top al flop. Spesso anche i grandi maestri non smuovono il martello. Spulciando tra gli esiti delle aste di quest’anno, spiccano due casi emblematici. A giugno è stato malamente snobbato un carteggio inedito di Truman Capote, e incredibilmente, visto che sarebbero bastati 50mila dollari per mettere le mani sulla corrispondenza che lo scrittore simbolo della letteratura americana novecentesca tenne con il killer Perry Sinith, uno degli autori della strage della famiglia Clutter, avvenuta nel ’59 in Kansas, che nel ’66 fu oggetto del celebre romanzo di Capote A sangue freddo (la corrispondenza - hanno spiegato gli esperti di Christie’s - mostra che tra lo scrittore e l’assassino si instaurò un reciproco «potere emozionale» al punto che si confidarono segreti intimi sulla loro infanzia, sulla loro vita sessuale e sul loro credo religioso). Qualche giorno prima, invece, fatto ancora più clamoroso, a New York sono rimaste invendute una fotografia e cinque lettere dattiloscritte spedite tra il 1961 e il 1997 a un’amica d’infanzia dal mostro sacro della letteratura americana Jerome D. Salinger. In un’affollatissima asta tenuta al Rockefeller Center nessuno se l’è sentita di sborsarei 25mila dollari richiesti per un «pezzetto» di vita del romanziere più sfuggente del Novecento. E sì che Salinger, qualche settimana prima, dal suo rifugio di Cornish aveva sguinzagliato i suoi legali per tentare di bloccare un’iniziativa che rischiava di violare ciò a cui l’autore del Giovane Holden tiene più di ogni altra cosa al mondo. La sua privacy. Luigi Mascheroni