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 2004  agosto 21 Sabato calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 23 AGOSTO 2004

Olio alla ghigliottina: il processo al calcio-scommesse.
Sono attese per oggi pomeriggio le sentenze sul ”Calcioscommesse 2”. Gianni Piva: «Un vero terremoto, destinato a sconvolgere i campionati di serie A e B, ancor prima che comincino. Al processo in corso a Milano con club, dirigenti e calciatori alla sbarra per aver aggiustato o provato a condizionare l’esito di alcune gare e di scommesse illecite, la Procura federale ha chiesto condanne durissime: club retrocessi, altri condannati a iniziare il nuovo campionato con pesanti penalizzazioni, e poi giocatori squalificati per anni, dirigenti sospesi, carriere stroncate». [1]

Un vero bombardamento che, se confermato dai giudici della Commissione disciplinare, affonderebbe Siena e Modena spedendoli, rispettivamente, in B e in C-1. Il Chievo inizierebbe la prossima stagione con una penalizzazione di nove punti, la Sampdoria dovrebbe partire da meno sei. L’accusa ha chiesto inoltre cinque anni di squalifica per Antonio Marasco, ex calciatore del Modena che sarebbe stato il fulcro del traffico di telefonate scoperto dalla Dia nel quadro di una inchiesta della magistratura napoletana sulla camorra. Per il sampdoriano Stefano Bettarini, noto anche come marito di Simona Ventura, è stata chiesta una squalifica di tre anni, un anno per l’ex portiere del Siena Generoso Rossi, sei mesi per Roberto D’Aversa, difensore dei toscani. Sei mesi anche per i tecnici Del Neri (Chievo) e Papadopulo (Siena), colpevoli di omessa denuncia. [1]

Il ”calcioscommesse 1”. Stefano Semeraro: «Sembra ieri, anzi no: sembra un secolo fa. Era il marzo del 1980 [...] e le facce dei campioni del pallone beccati con le mani in fuorigioco, intenti a scompigliare l’unico grande sogno nazionale sembravano quasi irreali. Finte, non possibili: eroi che imbrogliano, che combinano le partite. Un incubo, una faccenda che era meglio non sapere. Anche se poi, nell’ambiente, tutti sapevano tutto da tanto, troppo tempo. Una brutta storia, quella del calcio scommesse, del Totonero che [...] faceva sfilare davanti ai giudici cognomi famosi: Ricky Albertosi, il portierone-mito di Messico ’70, Giorgio Morini e il Milan, terzo in campionato, retrocesso in serie B come la Lazio, ”tradita” dai suoi uomini-vetrina: Wilson, Giordano, Manfredonia, Cacciatori. E Paolo Rossi, non ancora Pablito, inciampato su un 2-2 galeotto fra Avellino e Perugia, e finito nel limbo della squalifica per 25 mesi». [2]

Ad alzare il calderone erano stati due personaggi da strapaese. Semeraro: «Il fruttivendolo Massimo Cruciani e il suo compare Alvaro Trinca, un ristoratore. Umanità varia, che tentava di avariare il gioco. Truffatori e truffati insieme, visto che le mazzette allungate dal duo ai furbi con i tacchetti non sempre servivano, bastavano, riuscivano a far quagliare il risultato voluto. Raccontarono tutto ai magistrati. Poi Carlo Petrini, idolo di Roma e del Milan, ha dettagliato tutto, retroscena compresi, in un libro: Nel fango del Dio Pallone. Tirando in ballo anche la massoneria, il misterioso informatore ”Roberto”, persino un enigmatico principe ”Borghese”, e l’improbabile idea di una squadra formata da tutti i calciatori squalificati, spedita in giro per il mondo a redimersi disputando partite per beneficenza». [2]

Il ”calcioscommesse 2” è un remake in tono minore di quel che successe nel 1980. Mario Menghetti: «La star è Stefano Bettarini, sotto i riflettori più per chi ha portato all’altare che per le sue prodezze sui campi di calcio. Le società di serie A coinvolte sono Siena, Modena, Chievo e Sampdoria. Come dire, fino a ieri, l’emblema della provincia sana e ”contadina” contro lo strapotere dei club ricchi e titolati delle grandi città. Ma anche queste icone sembrano ormai consumarsi». [3] Semeraro: «Dopo lo scandalo dei passaporti e quello dei bilanci gonfiati, dopo tante storie di miliardi facili e scomparsi, nel calcio delle plusvalenze e degli sputi, dei Cragnotti e dei Tanzi, il pubblico che assiste sempre meno sereno a uno spettacolo ormai dubbio non ha più voglia di indulgenze, di condoni e perdoni. Anche perché la monnezza morale oggi esce anche dalle condutture più basse, dalla provincia che pareva sana, al massimo compromessa in giochini caserecci come quello di Gaucci che inguaiò il Perugia usando come regalia un cavallo». [2]

«La verità è che se la pigliano soltanto coi piccoli che non hanno santi in paradiso e che hanno un piccolo bacino televisivo». Paolo De Luca, presidente del Siena: «I potenti non li toccano di sicuro. una vicenda, questa, che fa soltanto ridere: la partita col Chievo è stata regolarissima, andate a riguardarla in tv. Anzi, propongo di mettere i maxischermi nelle piazze delle principali città [...] Noi siamo una piccola città da 50.000 abitanti ma non possiamo accettare questo clima forcaiolo, giustizialista. Con questa procura federale che stava nell’ombra da troppi anni e adesso vuole fare la protagonista. Su cosa, poi? Guardi, noi non faremo le vittime sacrificali e in serie B non ci andiamo di sicuro: ci andasse qualche altra società più importante di noi. Perché, se andiamo bene a vedere...». [4]

Il procuratore federale Emidio Frascione ha suscitato qualche perplessità. Alessandro Pasini: «Poco prima di mezzogiorno annuncia che ”sono stato proprio male a vedere certe cose”. Fa retorica dicendo che ”in questa vicenda ho imparato molto da tutti”. Elenca le sue richieste di pena incespicando ogni due parole, non si capisce se ci è o ci fa, e con un’involontaria perfidia crea pure il mistero, che durerà un bel po’, dei punti di penalizzazione chiesti per il Modena: 6, 12 o la radice quadrata di un sms per pigreco mezzi?». [5]

Le difese hanno pronunciato le loro arringhe chiedendo il proscioglimento dei loro assistiti. Pasini: «Giulia Bongiorno, legale di Bettarini, ha chiesto alla Commissione di leggere le intercettazioni interamente e senza omissis. Il legale del Modena, Mattia Grassani, si è domandato quale credibilità possa avere un impianto accusatorio che si fonda su intercettazioni di telefonate tra un titolare di agenzia di scommesse non proprio attendibile, Saracino, e un noto ”malato del gioco” come Ambrosino. L’avvocato di Marasco, Luigi Tuccillo, ha chiesto perché se Ambrosino direbbe sciocchezze quando c’è da scagionare Ventola allora non è così anche nei casi di D’Aversa e Generoso Rossi, citati nella stessa intercettazione. Obiezione logica, come invece non sempre logiche sono parse alcune conclusioni della Procura. Vista così, il terremoto di condanne, apparentemente scontato, non sembrerebbe affatto così sicuro». [5]

Un processo che più ”sportivo” di così non poteva essere. Menghetti: «Con grande confusione di ruoli e compiti. Dove il Presidente della Commissione, Stefano Azzali, ha la brillante idea di far sparire il grande accusatore, un certo Salvatore Ambrosino del Grosseto, in quanto giocatore di C e quindi da sentire e da giudicare dalla rispettiva Commissione Disciplinare. Come eliminare il principale pentito di mafia da un’indagine su Cosa Nostra. Un processo dove l’avvocato di grido Giulia Bongiorno difende Bettarini dalle accuse della Procura della Federcalcio, salvo poi fra qualche giorno difendere la stessa Federcalcio e il suo presidente Carraro dalle accuse mosse dal Napoli. Conflitto d’interessi? Nessuno ne parla. Così come nessuno si stupisce quando l’ex diesse del Siena Nelso Ricci (a proposito, quasi tutti i coinvolti hanno guarda caso già cambiato società) tira fuori dal cilindro la compagna amante, tale Antonella, come testimone chiave per dimostrare che quell’incontro al casello di Modena Sud col diesse del Chievo, Giovanni Sartori, qualche giorno prima di Chievo-Siena (finì 1-1 il 21 maggio scorso), era unicamente per la consegna di una decina di biglietti omaggio e non per mettere a punto la ”combine”. ”Ho una relazione sentimentale con Ricci da sei anni – ha candidamente raccontato Antonella – quei biglietti glieli avevo chiesti io...”». [3]

Lo show tragicomico di Antonio Marasco. Menghetti: «La sua perla: ”Rileggendo le intercettazioni delle mie telefonate con Ambrosino non mi riconosco. Ho detto solo stronzate, mi sento un criminale... ma dicevo così...”. Marasco ha messo in difficoltà Stefano Bettarini, il ”bello” delle intercettazioni. Che l’avvocato Bongiorno ha definito un ”malato” degli sms, dei messaggini via telefonino. Per difenderlo dall’accusa di presunta combine fra lui e lo stesso Marasco, per via di quella trentina di sms che si sono spediti prima di Modena-Samp (finì 1-0 lo scorso 25 aprile). Il legale ha presentato anche una relazione di un esperto in tema, un super consulente. ”Bettarini è un caso anomalo – ha precisato – da gennaio a giugno scorsi ha spedito in media 40 sms al giorno, circa un messaggino ogni 14 minuti. Tenuto conto del tempo che passa agli allenamenti, a dormire e a mangiare”. Il calcio ha anche questo potere, di inventare nuove malattie». [3]

Malati. «Ci sono quelli che vanno sempre al casinò, sanno che il più delle volte si perde, ma vogliono andarci lo stesso perché sono ”malati”. Purtroppo anche nel calcio ci sono dei malati» (Fabio Capello). [6]

Le vie della giustizia sportiva sono imponderabili. E nelle sentenze che la Commissione renderà note oggi pomeriggio potrebbe veramente esserci di tutto. Pasini: «Lo sa certamente il presidente del Modena, Romano Amadei, il quale, lasciando la Lega chiedendosi ancora perché dovrebbe essere proprio lui il famoso ”grande capo”, ha commentato da vecchio saggio di paese: ”Cosa faccio adesso? Vado a dar da mangiare alle mie anatre”. O è un grande attore o lassù qualcuno si è sbagliato di grosso». [5]

Siamo di fronte ad un’illusione ottica? L’avvocato Bongiorno: «Abbiamo un processo senza un documento, ma solo ragionamenti fondati su illusioni. Si fa riferimento a voci di spogliatoio, tra gente con una scarpa slacciata o appena uscita dalla doccia con ancora l’accappatoio addosso». [1] Non ci sarebbe da stare allegri neanche venissero tutti assolti. Come ha scritto Gianni Piva, nella migliore delle ipotesi «si è appreso dell’abitudine alla vigilia della gara di rivelare e confidare ai giocatori delle squadre avversarie la situazione in casa propria, confidenze tecniche e soprattutto su ”come” sarà affrontata la gara. Alla faccia delle pretattiche...». [7]

Tra meno di un mese inizierà il campionato 2004/2005. Gene Gnocchi suggerisce dieci indizi per scoprire eventuali combine: 1) Ancor prima del fischio iniziale, i giocatori delle squadre già schierate in campo si scambiano le maglie, alcune vigorose pacche sulle spalle, poi si abbracciano commossi; 2) L’arbitro, al momento della prima ammonizione, invece del cartellino giallo estrae una ricevuta di giocata sulla partita che sta dirigendo; 3) Corre voce che il portiere della squadra destinata alla sconfitta nella combine, il venerdì prima della partita abbia firmato cambiali per l’acquisto del Molise; 4) Dopo pochi minuti dall’inizio, l’allenatore di una delle due squadre sostituisce il portiere titolare con il noto visagista Diego Dalla Palma; 5) Il tecnico di una delle squadre schiera solo 8 giocatori sostenendo che il 4-2-1 è il modulo che meglio si confà alle caratteristiche tecniche dei suoi «e se non sapete niente di calcio, statevene a casa»; 6) Invece di sgambettare l’attaccante avversario in area, lo stopper della squadra che deve perdere lo colpisce con una roncola e poi, quando è a terra, lo finisce leggendogli un fondo di Giancarlo Padovan sulle trattative Basharin - Cimminelli per l’acquisto del Torino calcio. Così da non lasciare all’arbitro il benché minimo dubbio sull’assegnazione del calcio di rigore; 7) La Snai non accetta scommesse sul risultato, ma soltanto su quale pm si occuperà dell’indagine; 8) A una più attenta verifica dei collaboratori dell’arbitro, il palo sinistro di una delle due porte risulta essere Totuccio Chiantrone, noto camorrista, che già aveva fatto il palo il giorno prima nella rapina alla filiale 18 della Banca popolare di Lodi; 9) Tutti e 22 i giocatori risultano negativi all’antidoping; 10) Berlusconi dice: «Non c’è stata nessuna combine: garantisco io». [8]

E ora che si fa? Roberto Renga: «Secondo regole ferree e giustizia vera, dovrebbe andare a finire con una lunga serie di assoluzioni e con la squalifica degli scommettitori. Ma poi a Frascione chi glielo dice? E che figura si farebbe: tanta fatica, tanto rumore per nulla. Il vento potrebbe tirare da un’altra parte: se pesiamo le richieste del procuratore e andiamo a cercare i perché, possiamo anche pensare che adesso farebbero comodo sentenze dure e questo cambierebbe le carte in tavola. Un calcio allo sbando, un deficit da arrossire, un problema dietro l’altro, insomma un indescrivibile caos e allora che si fa? Faccia cattiva e olio per la ghigliottina». [9]

Cosa si prevede nei bar? «Il primo dice ”Non volevo credere a quello che ho sentito in tv: l’accusa è andata giù con l’accetta...”. E l’altro, saputello: ”Povero ingenuo, credi davvero che finirà così? il gioco delle parti. Te lo dico io come andrà: la Disciplinare ridurrà le pene di un bel po’ e poi la Caf darà un’altra bottarella, se non annullerà tutto perché la Commissione, con cui ormai è guerra aperta, ha diviso il processo in due. E ti dico anche perché succederà: il calcio, in questo momento di casino, non si può permettere altro. Al Siena daranno al massimo due punticini di penalizzazione. Altrimenti la sua retrocessione innescherebbe una reazione a catena”. L’amico sbigottito: ”Perché? I toscani vanno in B, il Perugia sale. Non c’è manco bisogno di rifare il calendario”. Risata del saputello: ”E l’Empoli, se ne sta buono? I toscani chiederebbero giustamente di fare lo spareggio con la Fiorentina, no? E la Fiorentina che sta in A e ha fatto un mercato per la A dove la mettono?”. ”Sai che non hai tutti i torti?”» (libera ricostruzione di Fabio Bianchi sulla ”Gazzetta”). [10]

E ora potrebbe aprirsi anche un nuovo fronte: la Reggina. L’ha tirata in ballo il legale del Modena nella sua arringa. Negli atti del procuratore federale si può leggere che, al termine della partita Chievo-Reggina del 18 aprile scorso, un dirigente della società calabrese avrebbe promesso soldi ai giocatori veneti per impegnarsi, due domeniche dopo, a battere proprio il Modena. [11]