10 gennaio 2006
Valentini Camillo, di anni 50 appena compiuti, occhi azzurri, brillante ingegnere, nel 2001 a capo di una lista civica di centrosinistra era stato scelto come sindaco dai cittadini di Roccaraso, 1
Valentini Camillo, di anni 50 appena compiuti, occhi azzurri, brillante ingegnere, nel 2001 a capo di una lista civica di centrosinistra era stato scelto come sindaco dai cittadini di Roccaraso, 1.400 anime sull’Appennino abruzzese. Divorziato dalla moglie Mancini Stefania, che se n’era andata a Roma coi figli Dionne, di anni 20, e Didié, 7, amava il mare ma s’era messo in testa di far della cittadina la «Cortina del Sud». Per dar lustro alle sue montagne più volte le aveva candidate per la Coppa del mondo di sci, riuscendo a strappare una quasi promessa per gennaio 2006, specialità gigante femminile. Già in cantiere un parcheggio sotterraneo e predisposto il progetto dello snow-shuttle, una metropolitana per collegare Roccaraso a 150 chilometri di piste, la magistratura s’era messa a indagare per presunte irregolarità. Nella notte del 13 agosto, pantaloncini da mare e scarpe da ginnastica, era finito nel carcere di Sulmona con le accuse di concussione, corruzione, peculato e per aver complottato contro un carabiniere che indagava su di lui. Nella notte di domenica, faticando ad addormentarsi, chiese un po’ d’anguria. Dopo qualche ora, non trovando migliorata la sua condizione, infilò la testa nel sacchetto di plastica da cui aveva preso il pezzetto di cocomero, legò i lacci delle scarpe stretti intorno al collo, e così stette i pochi minuti che gli ci vollero per smettere di respirare. Tra le due e le sei di lunedì 16 agosto, nella cella dei nuovi arrivati del carcere di Sulmona.