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 2006  gennaio 09 Lunedì calendario

Polunin Slava

• Nato a Novosil (Russia) il 12 giugno 1950. Clown. «[...] il mimo russo che ha rivoluzionato la figura del clown, l’ha trascinata nelle strade e lì l’ha temprata ad ogni evenienza, l’ha arricchita di vita e passioni; poi l’ha portata nei teatri e l’ha resa magica, raffinata, evocativa. Polunin nasce in una piccola città della provincia russa, lontano dai grandi centri urbani. Trascorre l’infanzia in mezzo alle foreste, ai campi e ai fiumi.Vive in un mondo incontaminato che ha sviluppato le sua capacità di inventare cose e storie sempre nuove. Il suo sogno è quello di poter diventare un clown; un desiderio talmente forte che lo spinge a non aspettare il conseguimento del diploma. All’età di 17 anni si trasferisce a San Pietroburgo (all’epoca Leningrado) con l’intenzione di studiare ingegneria. In realtà, si iscrive a una scuola di mimo; inizia così il lungo cammino di Slava verso la riscoperta e la riaffermazione dell’arte del vero clown. Grazie all’influenza di grandi artisti come Chaplin, Marcel Marceau, Engibarov e al suo innato talento, Slava e la sua Compagnia - fondata nel 1979 - guadagnano presto una grande fama prima in Russia poi nel resto del mondo dello spettacolo. La sua reputazione cresce molto rapidamente, a tal punto che intorno a lui si raccoglie presto un gruppo di allievi disposti anche a viaggiare per miglia pur di imparare la sua tecnica di fusione tra teatro visivo e clown. Slava approda con la sua Compagnia in Inghilterra nel 1988. Le sue tre recite all’Hackney Empire sono sufficienti per renderlo famoso. Cinque anni dopo, raccoglie le gag e gli sketch più famosi del suo repertorio in un unico spettacolo, lo Slava’s snowshow, appunto, che è un vero e proprio trionfo tanto da valergli il Time Out Award. Dopo il successo londinese, parte per una tournée nel Nord America con la produzione Alegrìa del Cirque du Soleil nella quale ancora oggi sono presenti degli estratti di Snowshow. Nel 1997 viene insignito dell’Olivier Award come miglior spettacolo durante una delle tante recite esaurite all’Old Vic» (se. tr., ”La Stampa” 2/1/2006).