Il Manifesto 05/01/2006, Valentino Parlato, 5 gennaio 2006
Intercettati è meglio. Il Manifesto 05/01/2006. A essere sincero debbo dire che sono sorpreso, molto sorpreso dallo scandalo per le intercettazioni telefoniche dei politici
Intercettati è meglio. Il Manifesto 05/01/2006. A essere sincero debbo dire che sono sorpreso, molto sorpreso dallo scandalo per le intercettazioni telefoniche dei politici. Il caso più recente è quello dell’on. Fassino e non mi sorprende affatto che anche la maggioranza berlusconiana sia privatamente contenta e pubblicamente anch’essa scandalizzata. La mia sorpresa, il mio dissenso, nascono da una considerazione assai semplice: un dirigente di partito, un parlamentare, un uomo politico è, per definizione, un personaggio pubblico e, pertanto, tutto di lui deve essere pubblico. Per l’uomo pubblico non debbono valere le regole della privacy, per il semplice fatto che lui non è un personaggio privato; è un personaggio, un protagonista della cosa pubblica e, pertanto, pubblica deve essere la sua vita. Le garanzie di privato per l’uomo pubblico e la pubblicità per il cittadino sono gli antichi caratteri della tirannia: il sovrano è coperto dal segreto e per il popolo c’è il panottico, cioè la totale visibilità dalla sede di chi comanda. Regina Coeli a Roma è costruita secondo questa regola, della totale e permanente visibilità. E gli amici e i compagni di sinistra non mi citino il Grande Fratello di Orwell: il Grande Fratello era il potere garantito dal segreto della sovranità, che aveva il potere di vedere e controllare i sudditi in tutti i momenti della loro vita. La privacy che giustamente sta a cuore all’amico Stefano Rodotà è una forma di difesa dei cittadini, dei subalterni direi nello stato della democrazia presente. Ed è una difesa necessaria e giusta nelle attuali condizioni delle società capitalistiche (nel comunismo realizzato si è fatto di peggio). La mia conclusione è che il politico, l’uomo pubblico, deve essere pubblico, non coperto da cortine fumogene. Una cosa sono le garanzie, che l’uomo pubblico, il politico deve avere. Deve essere difeso fortemente da tutti gli attacchi, ma per lui non ci debbono essere segreti: la sua deve essere una casa di vetro, come tante volte si dice, quando si abusa della retorica della trasparenza. Vorrei concludere con una citazione di Montaigne, che nella presentazione al lettore dei suoi Saggi, così scriveva: «Voglio che mi si veda qui nel mio modo d’essere semplice, naturale e consueto, senza affettazione né artificio: perché è me stesso che dipingo. Si leggeranno qui i miei difetti presi sul vivo e la mia immagine naturale, per quanto me l’ha permesso il rispetto pubblico. Che se mi fossi trovato tra quei popoli che si dice vivano ancora nella dolce libertà delle primitive leggi della natura, ti assicuro che ben volentieri mi sarei qui dipinto per intero, e tutto nudo». La virtù dei politici, dei personaggi pubblici, deve essere confermata dalla luce del sole e non difesa da pesanti cortine e dalla garanzia della non trasparenza. L’uomo politico, il parlamentare, va difeso, a oltranza, da tutti gli attacchi, ma deve essere pubblico, deve rifiutare tutti gli oscuramenti. Quindi, le intercettazioni e la loro divulgazione, anche se fatte con finalità losche, possono andar bene ed essere utili. Valentino Parlato