9 gennaio 2006
Tags : John. Latham
Latham John
• Nato a Livingstone (Rhodesia) il 23 febbraio 1921, molto a Londra (Gran Bretagna) il primo gennaio 2006. Artista. «[...] Tra i maggiori esponenti del movimento concettuale, [...] Nato a Livingstone, in Rhodesia, è stato un ”enfant terrible” dell’arte contemporanea britannica e con la sua opera ha dimostrato di esserlo rimasto fino alla fine, almeno secondo il giudizio di Damien Hirst, grande ammiratore delle sue ”provocazioni”. La violenta polemica contro la scienza, colpevole, a suo parere, di avere completamente perso di vista la dimensione umana, gli fecero raggiungere la notorietà negli anni Sessanta e Settanta. Si accanì, allora, contro i libri che gli sembrava costituissero l’emblema di codificazioni desuete e prive di valore comunicativo e, a dimostrazione del suo giudizio, si esibì in performance in cui masticava e riduceva a una sorta di soluzione chimica il libro di Clement Greensberg Arte e cultura (1961) o bruciava alcuni volumi e altri li legava con il filo elettrico: esempi di queste sue provocazioni sono nelle opere Funzione onda del 1959 e Sequestro per legge del 1963. In seguito Latham si dedicò alla costruzione di installazioni come Rio, e la storia dell’evoluzione il cui scopo era quello di evidenziare le sue idee sui processi del tempo. Oltre alle personali del 1975 (Dusseldorf, Kunsthalle), 1976 (Londra, Tate Gallery), 1983 (Eindhoven, Stedelijk Museum) a Latham è stata dedicata l’importante retrospettiva del 1991 a Colonia. La sua partecipazione più recente è all’ultima Biennale d’arte di Venezia, con la mostra God is Great, che riuniva insieme ai suoi lavori quelli di altri due dei più importanti artisti britannici, Douglas Gordon e Anish Kapoor, nell’analisi del rapporto tra l’uomo, l’arte e la dimensione metafisica. L’ultimo caso di cui John Latham è stato protagonista risale a [...] quando ha accusato la Tate Gallery di Londra di codardia perché aveva rimosso un suo lavoro all’interno del quale erano state inserite copie della Bibbia e del Corano» (’il manifesto” 6/1/2006).