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 2006  gennaio 05 Giovedì calendario

Galindo Regina

• Josè Città del Guatemala (Guatemala) 1974. Artista • «[...] Ha passato dieci giorni chiusa in una stanza, nello spazio culturale Plateau, nel 19/mo arrondissement di Parigi: ”Era la mia personale interpretazione del coprifuoco” [...] è conosciuta per le sue performance particolarmente estreme, con le quali vuole denunciare la condizione delle donne nel suo paese. Vincitrice del Leone d’oro per la categoria giovani alla 51/a Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia (dove aveva proposto una passeggiata insanguinata in video, una ricostruzione dell’imene ma anche una seduta di frustate su se stessa) Galindo ha affermato in un’intervista concessa al quotidiano Liberation di essersi già avvicinata altre volte al tema della segregazione ”ma mai in modo così estremo”. A spingere l’artista a chiudersi in una stanza senza comunicazioni con l’esterno per dieci giorni è stata la ricerca della risposta alla domanda ”cosa succede in un essere umano che si vede privato della sua libertà?”. «I primi giorni - ha raccontato - mi sono dovuta abituare allo spazio, alla noia, a non sapere che ora fosse, all’assenza di sonno e al dover pensare a dei meccanismi per cercare di stancare il più possibile il mio corpo. Mi dicevo che, per essere liberi, abbiamo bisogno degli altri”. Galindo ha inscenato anche un suicidio artistico: in quella stanza ”mi sono impiccata, poi sono svenuta. La mancanza di ossigeno mi ha svegliata”. L’idea della performance le è venuta in Italia: ”Ero là quando sono scoppiate le sommosse nelle banlieues francesi - ha detto - e ho potuto constatare come il governo abbia reagito utilizzando l’arma della paura”. Regina José Galindo ha sempre dato un’interpretazione dell’arte come un qualcosa di martirizzante, un pugno nello stomaco dello spettatore: alla Biennale di Venezia aveva registrato i 256 colpi di frusta che si era inflitta durante cinque giorni, in memoria delle donne assassinate in Guatemala tra gennaio e giugno 2005. In un’altra sua performance si era fatta impacchettare in un sacco di immondizia e fatta gettare dentro la discarica pubblica» (’il manifesto” 371/2006).