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 2006  gennaio 05 Giovedì calendario

Abramoff Jack

• Atlantic City (Stati Uniti) 28 febbraio 1958. Lobbista • «[...] era la stella del finanziamento politico dei repubblicani. I suoi alleati erano personaggi come il capo della maggioranza alla Camera Tom DeLay, l’ex leader della Christian Coalition Ralph Reed, e il grande burattinaio del Gop Grover Norquist. Di mestiere Abramoff faceva il lobbista, una professione sempre sospetta in America, ma legittima. Il suo lavoro, in poche parole, era ottenere che i politici facessero cose utili ai suoi clienti: bocciare una legge contro il gioco d’azzardo via internet, dare via libera agli affari di certe tribù indiane, e così via. Il lobbismo è legale negli Usa, a patto di esercitarlo alla luce del sole. Chi lo pratica deve dichiarare per chi lavora, cosa vuole e come intende ottenerlo. Le tangenti sono vietate, ma anche i viaggi o i regali per i politici sottobanco. Il problema è che stabilire con precisione il confine fra lecito e illecito è complicato, e chi vuole fare il furbo se ne approfitta» (Paolo Mastrolilli, ”La Stampa” 5/1/2006) • «[...] aveva indossato i panni del ”pentito” già all’inizio del 2006 quando, con le sue confessioni, ottenne una condanna relativamente mite (sei anni, successivamente ridotti a tre emezzo) mandando in galera due collaboratori di Bush alla Casa Bianca, un deputato repubblicano e otto tra lobbisti e funzionari del Congresso. Le sue rivelazioni furono il colpo di grazia per il partito repubblicano e il suo leader, Tom DeLay, costretto a dimettersi sotto gli attacchi di un senatore del suo stesso partito, deciso a fare pulizia nel fronte conservatore: un certo John McCain che proprio allora si guadagnò il soprannome di ”Mastrolindo” [...] figlio di una ricca famiglia di Atlantic City, la Las Vegas della East Coast, non aveva rinunciato ai suoi comportamenti criminali nemmeno dopo aver abbracciato la fede degli ortodossi ”rinati”. il caso, ad esempio, delle truffe perpetrate ai danni di alcune tribù indiane. Celebre quella contro il popolo dei Tigua, in Texas. Abramoff montò una campagna tra i suoi amici conservatori per far chiudere il casinò della Roccia che Parla, in nome dei valori etici della gente del Texas, che, diceva, considera immorale il gioco d’azzardo. In realtà Jack voleva semplicemente mettere alle corde un pericoloso concorrente di un altro casinò da lui sponsorizzato: quello di Kinder, edificato in Louisiana molto vicino al confine col Texas. Abramoff ottenne che al casinò dei Tigua fosse revocata la licenza ma, qualche tempo dopo, si presentò dal capotribù offrendogli i suoi buoni uffici per riaverla indietro. In cambio, si intende, di una consulenza di due milioni di dollari. Comportamenti assai lontani dalle scelte etiche da lui professate nella sua comunità. Truffe e ricatti che gli fruttarono decine di milioni di dollari. Un bottino dal quale, per placare la sua coscienza di amico di Israele, alla fine tirò fuori qualche spicciolo per l’acquisto di equipaggiamenti destinati a una scuola di cecchini nella Cisgiordania occupata dallo Stato ebraico [...] la caduta di Abramoff coincise con l’incredibile naufragio del partito repubblicano: una forza politica che sembrava destinata a mantenere per decenni il controllo del Congresso, travolta dagli scandali e sconfitta nelle elezioni di ”mid term” del novembre 2006. [...]» (Massimo Gaggi, ”Corriere della Sera” 25/6/2010).