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 2006  gennaio 04 Mercoledì calendario

CONTE Giorgio

CONTE Giorgio Asti 23 aprile 1941. Cantante. Fratello di Paolo • «Con quella faccia un po’ così e quel cognome un po’ così... Giorgio Conte non poteva che scegliere la strada della musica. Dicevi Conte e ti veniva in mente solo Paolo, l’avvocato chansonnier. Ma c’è anche il fratello minore Giorgio (ex) avvocato e chansonnier pure lui. Si vede che sono fratelli (e non solo per i baffi) si sente che hanno nello swing e nella canzone d’autore un mondo in comune, ma chi cerca la serietà e il rigore del primo non è detto che apprezzi anche l’ironia e la leggerezza del secondo. E viceversa. Insomma, con una decina d’anni di carriera alle spalle (ha lasciato lo studio legale nel ’93) Giorgio ha raccolto attorno alla sua musica una nicchia di pubblico tutta sua. E racconta così la sua storia di fratello d’arte: “All’inizio il cognome famoso è stato un vantaggio: ho avuto da subito un pubblico, quello di Paolo, che veniva ai miei concerti solo per curiosità. Poi il dover soddisfare questa curiosità è diventato una noia. C’era anche chi sperava in un duello all’ultimo sangue...”. Due i suoi paragoni preferiti per raccontare il valore di un cognome conosciuto. Il primo racconta le difficoltà: “È stata dura: mi sentivo come il fratello di Attila, uno che ha lasciato pochi bottini alle sue spalle”. L’altro la fortuna: “Qui nell’Astigiano ci sono filari interi che non vengono raccolti durante la vendemmia: con questi grappoli dimenticati si fa un ottimo vino”. La scelta professionale di Giorgio, va detto, non è conseguenza del successo di Paolo. Tutto è iniziato molto prima, ai tempi della scuola, con le band di swing messe su con i amici e compagni. “Lui è sempre stato quello che tirava il gruppo—rievoca il minore—. Che si trattasse della squadra di calcio con le magliette ricamate dalla mamma o dei gruppi nei quali mi ha chiamato perché cercava un batterista”. Con il nome Paul Conte Quartet i due fratelli hanno persino inciso un disco (“Stroncato dalla cronaca” ha ricordato Paolo). Giorgio ha poi scelto di fare l’autore e ha scritto per Celentano (“Quello con il Clan è stato il mio primo vero contratto” ricorda) Mina, Ornella Vanoni, Wilson Pickett, Milva, Patty Pravo. E per Paolo con il quale ha composto “Una giornata al mare”. Negli Anni ’80 ha pubblicato due album (Zona Cesarini e L’Erba di San Pietro) come solista, ma è stato solo nel decennio successivo che ha deciso di lasciare lo studio e tornare sul palco. “Però mi nascondevo. La prima volta che sono andato al Premio Tenco a Sanremo mi sono presentato come Knickerbockers Trio. L’ho subito mollato e ripreso il mio perché era difficile da scrivere e perché volevo riprendere la mia identità”. Non è andata bene subito. “Ho avuto anche un solo spettatore” ride Giorgio. E comincia il racconto di un concerto in un paesino dell’Alta Bretagna, una domenica pomeriggio del 1995. “Teatro meraviglioso, poltrone color lavanda, tecnici preparatissimi, gruppo carico. Penso: ‘Oggi facciamo uno sbrego’. Saliamo sul palco e nella platea vuota si affaccia un uomo elegantissimo che dice: ‘Buongiorno signor Conte, sono lo spettatore’”. La rivincita è arrivata presto con un sold out allo Spectrum di Montreal l’anno dopo. [...]» (Andrea Laffranchi, “Corriere della Sera” 4/1/2006).