Varie, 4 gennaio 2006
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ASADA Mao Nagoya (Giappone) 25 settembre 1990. Pattinatrice su ghiaccio. Medaglia d’oro ai Mondiali 2008 e 2010, argento nel 2007 e alle Olimpiadi 2010 • «[
ASADA Mao Nagoya (Giappone) 25 settembre 1990. Pattinatrice su ghiaccio. Medaglia d’oro ai Mondiali 2008 e 2010, argento nel 2007 e alle Olimpiadi 2010 • «[...] faccia buffa e rotonda di un fumetto manga [...] Tocca il ghiaccio, e si trasforma. Succede tutto in pochi secondi, a mezz’aria, tra il colpo di reni con cui si stacca dalla pista e il lieve grattare di pattini con cui plana leggera qualche metro più in là, dopo essersi avvitata come una trottola nel cielo gelido del palazzetto. Al decollo è una minuscola bambina giapponese: 158 centimetri, misurati con generosità, per nemmeno quaranta chili. All’atterraggio è un fenomeno del pattinaggio artistico. Si chiama triplo Axel, è considerato una delle figure più tecniche e difficili del suo sport. la linea d’ombra codificata nel lontano 1882 dal suo inventore, l’ex campione norvegese Axel Paulsen, tra l’onesta mestierante e il talento assoluto. Mao è stata la prima al mondo a farne due nel programma libero. The teen sensation, la sensazionale ragazzina, la definiscono i giornali giapponesi. Senza esagerare. Mao Asada, da Nagoya con furore, sarebbe medaglia sicura ai Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Ma c’è un problema: è nata con 87 giorni di ritardo. Il regolamento della Federazione internazionale pattinaggio parla chiaro: gli atleti che vogliono partecipare all’Olimpiade italiana devono aver compiuto gli anni entro il primo luglio. La norma fu introdotta nel ”96 per limitare gli infortuni (traumi e fratture), frequenti tra i passerotti esili e senza peso del ghiaccio, agilissimi ma con ossa fragili come biscotti secchi. Mao è un talento raro, però ha compiuto 15 anni il 25 settembre [...]. Fuori tempo massimo. E poco importa che in dicembre, a Tokio, abbia vinto le finali del Grand prix davanti a due bimbe acerbe e senza forme come lei. [...] Quando ha saputo che la sua figlia più piccola e amata non andrà a Torino, il Giappone si è indignato. ”Potremmo chiedere alla Federazione internazionale uno strappo alla regola...”, ha proposto con poco nipponico spregio della legge il Primo ministro Junichiro Koizumi, tra gli spettatori incantati della gara di Tokio. Lo sdegno del Paese si è trasformato in un clamoroso papocchio quando si è appreso che dietro la non volontà della Federghiaccio giapponese di fare pressioni perché Mao possa competere per una medaglia olimpica ci sarebbe uno sponsor, danaroso e potente. L’affaire del cioccolato Lotte [...] si può riassumere così. Sulle barrette del Ghana, il prodotto che verrà lanciato proprio in concomitanza dell’Olimpiade 2006, compaiono tre pattinatrici scelte quando la minuscola Asada non aveva ancora cominciato a fare scintille: a rappresentare il Giappone a Torino saranno Fumie Suguri, Shizuka Arakawa e Miki Ando. Della fenomenale Mao, nemmeno l’ombra. [...] La teoria del complotto dice: se Mao fosse accettata all’Olimpiade e, addirittura, vincesse una medaglia, il cioccolato Ghana si sarebbe fatto pubblicità con il trio sbagliato di pattinatrici. Una figuraccia per la quale in Giappone sarebbero disposti a fare harakiri. Migliaia di e-mail e telefonate furiose hanno investito la Federghiaccio, lamentando lo scempio di una Mao Asada al top della forma e costretta a guardare le gare di Torino 2006 davanti alla televisione. Ma nessun dirigente chiederà deroghe e la Federazione internazionale non intende fare eccezioni individuali [...] Mao ha accolto l’esclusione dall’Olimpiade con serafica rassegnazione, promettendo che continuerà ad allenarsi in vista dei Giochi per i quali avrà finalmente l’età, Vancouver 2010. In Canada sarà ventenne. Troppo tardi per un triplo Axel, ancora in tempo per la vita» (Gaia Piccardi, ”Corriere della Sera” 4/1/2006).