4 gennaio 2006
Fujishiro Toshiko, di anni 80. Giapponese, conduceva una placida vita da anziana signora circondata da figli e parenti, tutti residenti nello stesso quartiere
Fujishiro Toshiko, di anni 80. Giapponese, conduceva una placida vita da anziana signora circondata da figli e parenti, tutti residenti nello stesso quartiere. Domenica scorsa, consumata la cena assieme ai due pargoli Katsunori, di anni 55, e Yoshihisa, di anni 46, aprì la porta al nipote Yasutaka, di anni 47, disoccupato, inquieto, tipo violento che s’era fatto notare più volte dai vicini per aver alzato le mani contro i genitori. Neanche il tempo di salutarlo e quello le fu addosso con un coltello come una furia lasciandola stramazzata sul pavimento dell’ingresso mentre andava a cercare i due cugini per riservargli lo stesso trattamento. Quindi, non soddisfatto, si spostò nella casa accanto per affettare i consanguinei Fujishiro Toshihiko di anni 64, la di lui moglie Sumiko, stessa età, il figlio ventisettenne Schinichi e la figlia ventiseienne Midori. Una telefonata alla sorella e al fratello per raccontargli l’accaduto, tentò di uccidersi dando fuoco a casa sua, ma non fu capace di resistere alle fiamme e scappò in auto schiantandosi contro un palo della luce dove fu trovato dalla polizia. Intorno alle 3 di domenica 1 agosto, a Kakogowa, 450 chilometri a ovest di Tokyo.