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 2006  gennaio 03 Martedì calendario

CORDELLI

CORDELLI Franco Roma 20 febbraio 1943. Scrittore • «[...] critico teatrale e narratore [...] definito da Giovanni Raboni uno dei pochi scrittori ”capaci di esprimere credibilmente e durevolmente il proprio tempo” [...]» (Dino Messina, ”Corriere della Sera” 3/1/2006) • «[...] dirigente Rai, critico teatrale e scrittore [...] ”Di formazione, di intenti e di speranze mi considero di sinistra. Sinistra critica. Nelle assemblee del ”68 alla Sapienza di Roma io e Dario Bellezza mentre gli altri scrivevano alla lavagna ”Viva Lenin’ noi scrivevamo ”Viva Proust’”. Nel ”68 aveva 25 anni. ”Le manifestazioni me le sono fatte tutte, da Valle Giulia a piazza Cavour [...] Sono nato a Roma. Porta Pia. Mia madre mi portava a giocare al monumento del bersagliere. Credo che questo mi abbia segnato [...] I miei sono sempre stati dei moderati. Però quando è nata Forza Italia sono diventati degli sfegatati anti-berlusconiani”. Compagni di scuola? ”Di università. Due su tutti: Alfonso Berardinelli e Giulio Ferroni. Con Berardinelli siamo stati molto amici, dal ”64 al ”77. Poi all’improvviso lo scoprii feroce con i comunisti. Allora lo attaccai. Mi faceva rabbia che avesse cambiato idea senza darne conto [...] Berardinelli non è un voltagabbana. Ha solo saltato qualche passaggio [...] Quando Bertinotti fece cadere il governo, lo incontrai casualmente e gli dissi: ”Volevo complimentarmi con lei. Da vecchio trotzkista patafisico’. E lui: ”Di matti in Parlamento ce ne sono tanti, ma pure fuori’. Trotzkista patafisico. Mi diverte dirlo, ma non significa nulla. Mi piace rompere i coglioni alla sinistra [...] Sono sempre stato fortunato. Avevo deciso di non lavorare e in effetti ci sono riuscito [...] Un giorno mi telefonò Elio Pagliarani, critico teatrale di Paese Sera. Avevo pubblicato qualche articolo sull’Avanti che gli era piaciuto. Disse: ”A me serve un vice’. Accettai, ovviamente [...] La critica teatrale non è un lavoro. Nel 1986 ho avuto il secondo colpo di fortuna. Lanfranco Vaccari, direttore dell’Europeo, mi chiamò al posto di Italo Moscati. Terzo colpo di fortuna: Raboni lasciò il posto di critico teatrale del Corriere ... [...] Walter Pedullà divenne presidente Rai. Io lo avevo conosciuto all’università. Mi fece collaborare al Tg2. Poi presidente divenne Enzo Siciliano. Eravamo amicissimi ma otto mesi prima avevamo litigato ferocemente. Io non gli avevo perdonato il fatto che mi aveva rubato degli amici [...] Mi ero ingelosito.Ma perché uno ti deve rubare gli amici? [...] Mi telefona e dice: ”Ti va bene vicedirettore della radio?’. Telefonai a qualche amico: ”Che significa? Bisogna lavorare?’ [...] Durò un anno e mezzo. Poi cadde il governo Prodi [...] Mi emarginarono. Divenni vicedirettore off-line. Nel frattempo ero diventato amico di un capostruttura molto gentile, Sergio Valzania. Tutte le mattine veniva da me e parlavamo. Poi diventò direttore di Rai Due e di Rai Tre e cominciò a farmi fare qualcosa. Gli sono grato [...] Una volta, all’Europeo, il caporedattore Eugenio Tassini appese un mio articolo dietro la sua scrivania. Sopra ci scrisse: ”Come non si scrivono gli articoli [...] Voglio dire troppe cose in poco spazio. Non mi arrendo alla semplicità. Però in fondo è uno stile [...] Nel 1993 scrissi un articolo contro Angelo Guglielmi che dette il via alla demolizione della sua Rete Tre [...] da lui avrei voluto un riconoscimento come scrittore, riconoscimento che non è mai venuto. Non nego che fu un risentimento personale a spingermi [...] Scrissi L’Italia di mattina, un libro sul Giro d’Italia e lui disse: ”Chiacchiere da Bar Sport’. Mi fece incazzare. Era il mio libro più leggibile. [...] meglio se scrivo cose incomprensibili [...] io accetto. Però soffro. E poi mi vendico. Appena il mio avversario fa una cazzata, lo bastono [...] Non sopporto Pietro Citati. illeggibile. Cesare Garboli è uomo di straordinaria intelligenza ucciso dalla vanità. Con Antonio Tabucchi ho avuto un litigio violentissimo nel ”97. Ci fu uno scambio di insulti aspri e violenti. Lui arrivò ad essere perfido, velenoso, triviale. Scrisse che ero un romano fancazzista [...] Nel 1978 ho scritto che Romolo Valli non mi piaceva. Ebbi con lui un litigio violento. Nel 1998 ho scritto che era un grande attore. Ho cambiato idea o sono maturato? [...] Il voto più a destra l’ho dato al Pci, il più a sinistra a Bertinotti [...] Laziale. Dal ”70 al ”90 non ho perso una partita [...] Io odio il Milan e basta. A Roma-Milan tifo per la Roma. Tifare contro il Milan è un obbligo [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” 29/1/2004).