Il Venerdì di Repubblica 23/12/2005, pag.85-87 Marcella Miriello, 23 dicembre 2005
Ibridi. Il Venerdì di Repubblica 23/12/2005. Sarà stata la coabitazione forzata o qualche altra strana congiuntura, sta di fatto che alle Barbados una zebra africana e un asino domestico hanno messo al mondo un ibrido, subito ribattezzato ”zonkey” (asino in inglese è donkey)
Ibridi. Il Venerdì di Repubblica 23/12/2005. Sarà stata la coabitazione forzata o qualche altra strana congiuntura, sta di fatto che alle Barbados una zebra africana e un asino domestico hanno messo al mondo un ibrido, subito ribattezzato ”zonkey” (asino in inglese è donkey). Alex, il frutto dell’insolita passione, ha le orecchie e le zampe a strisce mentre il resto del corpo ha il colore del cioccolato al latte. Il muso invece ricorda quello di un cavallo, con il tipico segno a ”V” nel centro. Mamma Allison, una zebra originaria del Botswana, è approdata nelle isole caraibiche nel 1990, insieme a George, il suo compagno. Ma una volta stabilitisi nel piccolo ranch dove capre, pecore, asini e anatre convivevano beatamente, George si è ammalato gravemente. E Allison, complice forse la solitudine, ha cominciato a frequentare un asino. ”I due hanno legato da subito – racconta Philip Atwell, il proprietario del ranch – E col passare del tempo la loro amicizia si è trasformata in amore. Nel frattempo però George si è ristabilito completamente e noi auspichiamo che Allison torni ad accoppiarsi con lui”. Chimere di un asino e di una zebra sono molto rare. Solo nel 1975, in uno zoo di Gerusalemme, e più recentemente, in uno zoo safari giapponese, sono venuti al mondo due ”zonkeys”. Ovviamente si tratta di concepimenti che avvengono solo in cattività. Spesso poi sono la conseguenza del sovraffollamento degli zoo e della negligenza degli inservienti che poco si preoccupano dei rischi legati alla promiscuità. E’ questo ad esempio il caso di Zita, un cucciolo di ”ligre” nato in uno zoo siberiano da una tigre indiana e un leone africano. Ma la Siberia non è l’unico posto al mondo a vantare questa curiosa variante felina. C’è un luogo, in Georgia, dove negli ultimi sei anni sono nati ben 24 cuccioli ibridi. E’ la riserva di Pine Mountain. Qui arrivano i felini orfani o abbandonati dai circhi, dagli zoo e da proprietari privati. Un parco dove gli incontri al buio tra leoni e tigri sono all’ordine del giorno. Risultato: cucciolate in cui i segni dell’incrocio si notano chiaramente. Gli esemplari presentano testa e coda da leone e corpo a strisce modellato come quello della tigre. Non solo: i ”bastardini” ruggiscono come i leoni e fanno le fusa come le tigri. Secondo alcuni esperti inoltre, i ligri coniugherebbero le migliori qualità di entrambi i genitori, ovvero una spiccata socialità (tratto tipico del leone) e un ottimo rapporto con l’acqua (peculiarità della tigre). Ma non mancano i punti su cui bisogna ancora fare chiarezza. ”Quando nascono sembrano in perfetta salute – spiega Jason Hutcherson, responsabile del parco – Crescendo però alcuni cuccioli manifestano disturbi neurologici. Purtroppo le autopsie non hanno rivelato le cause, per cui crediamo si tratti di danni genetici. In natura una tigre indiana e un leone africano non avrebbero mai potuto incontrarsi, in cattività invece la barriera delle specie cade perché si condivide lo stesso spazio. E ciò rende possibile certi incontri ravvicinati”. Nonostante la maggioranza degli esperti disapprovi la pratica dell’incrocio fra specie diverse, le chimere continuano a nascere in cattività. Lo scorso anno, nel Sea Life Park delle Hawaii, è venuto al mondo un ”wholphin”, un rarissimo ibrido frutto dell’anomala passione fra un delfino e un’orca. Pare che esistano anche in Natura ma nessuno è mai riuscito a scovarne uno. Nel parco delle Hawaii invece, unico posto al mondo, ne vivono addirittura due: mamma e figlio. Kekaimalu, 19 anni, già ibrido al 50 per cento, ha infatti partorito un piccolo che è per tre quarti delfino e per un quarto orca. La particolarità è che, a differenza degli altri ibridi, la signora wolphin è fertile e ha generato un cucciolo con un delfino maschio. Kekaimalu ha 66 denti, esattamente a metà tra quelli di un delfino (88), e quelli di un’orca (44), e pare sia dotata di un’intelligenza eccezionale. La sua pelle, lucida e liscia, è una miscela di colori che spaziano dal grigio chiaro del delfino al nero dell’orca. Il piccolo, che rispetto ai tursiopi ”puri” è di taglia extra-large, è stato allattato con il latte materno e monitorato giorno e notte dai biologi del parco. Kekaimalu infatti, aveva già avuto due gravidanze che si erano concluse male. La prima volta la mamma aveva perso il figlio al termine della gestazione. La seconda volta invece, il baby wholphin era morto dopo qualche tempo. Ma i prodotti degli amori da zoo non finiscono qui. Su Internet sta girando da qualche tempo una fotografia scattata in Cina, al Shenzhen Safari Park, che ritrae un leone e una tigre in amore. Potrebbe nascerne non un ligre, ma un tigone, frutto dell’incrocio di un papà tigre con una mamma leone. Tornando indietro nel tempo invece, e precisamente cinquanta anni fa, nello zoo di Berlino nacque una ”pecapra”, frutto degli amori fra una pecora e una capra. Più recentemente ne hanno prodotta una anche i ricercatori. Ma senza andare a scomodare le biotecnologie, i bestiari medioevali o i pittori surrealisti, l’uomo convive da sempre con gli ibridi del mondo animale. Il più usuale e antico è il mulo, concepito per la prima volta nell’Illiria incrociando un asino e una cavalla. A seguire il bardotto, ideato in Mesopotamia e partorito da un’asina accoppiatasi con uno stallone. Entrambi quasi sempre sterili, sono da millenni le bestie da soma del Mediterraneo. Resistenti alle malattie e alla fatica, il mulo e il bardotto sono ibridi perfettamente riusciti. Marcella Miriello